Trump sotto inchiesta per l’assalto al Congresso: “È una caccia alle streghe”
Il tycoon replica alle accuse della Commissione del Parlamento americano
Donald Trump ha attaccato la commissione d’inchiesta della Camera statunitense sull’assalto al Campidoglio di Washington del 6 gennaio 2021. E ha definito i lavori dei parlamentari una “parodia di giustizia“, una “caccia alle streghe“.
Sulla sua piattaforma social Truth l’ex presidente degli Usa prende di mira anche il suo ex ministro della Giustizia, William Barr. A suo avviso Barr “non ha avuto il coraggio di perseguire le frodi elettorali” che Trump ritiene ci siano state nel 2020 a vantaggio della vittoria di Joe Biden contro di lui. Ma delle quali non è mai emersa mezza prova consistente. Barr, accusa Trump, “aveva paura di finire sotto impeachment“.
La deposizione di William Barr di fonte alla Commissione d’inchiesta sull’assalto al Congresso ha avuto effetti devastanti per il tycoon. Perché l’ex ministro della Giustizia americano ha confermato di avere ripetutamente assicurato all’allora presidente in carica che le sue accuse di brogli nei confronti di Biden e dei democratici erano infondate e risibili. “Questa farsa è un tentativo spudorato di distogliere l’attenzione del pubblico dalla verità” ha scritto Trump sul suo Truth. La presunta verità sarebbe invece che “che gli americani andarono in massa a Washington il 6 gennaio 2021 per chiedere conto ai loro eletti dei segni evidenti di attività criminale durante le elezioni”.
“Trump tentò il golpe“
La posizione giudiziaria di Trump riguardo alle gravissime accuse che gli muove la Commissione d’inchiesta è pesante. “Il 6 gennaio e le bugie che hanno portato all’insurrezione hanno messo due secoli e mezzo di democrazia a rischio. La nostra democrazia resta in pericolo. Il complotto” all’origine dell’assalto “non è finto” ha detto il 10 giugno il presidente della Commissione, Bennie Thompson. A suo dire quello dello scorso anno è stato un “tentato colpo di Stato”. E Trump il suo ispiratore. Nel 1814 “una forza straniera” aveva assaltato il Campidoglio, ha ricordato Thompson. Si riferiva al Regno Unito, nella guerra che vide contrapposti gli americani agli inglesi. Il 6 gennaio 2021, invece, si è trattato di “nemici interni” ha sottolineato.
Tutte persone che, secondo il presidente della Commissione d’inchiesta, Trump aveva incoraggiato a dare l’assalto a Capitol Hill. Bennie Thompson ha quindi definito “patriota” e “amica” Liz Cheney, deputata repubblicana nemica giurata dell’ex presidente. La quale ha sostenuto che Trump aveva un “sofisticato piano in sette punti” per capovolgere il voto e restare al potere. “Vedrete le prove su ogni punto del piano”, ha detto. E ha ricordato la pressione esercitata da Trump sul suo vice Mike Pence affinché rifiutasse il conteggio dei voti elettorali.