Foto Ansa/Epa Christophe Petit Tesson
In Francia, 2 mesi dopo la riconferma come presidente della Repubblica all’Eliseo, per Emmanuel Macron è arrivata una bruciante sconfitta alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale.
Un crollo al di là di ogni previsione per il partito del capo dello Stato che alla vigilia del voto di domenica 19 giugno aveva chiesto ai francesi una maggioranza “forte e chiara” per una “Francia davvero europea“. E lo aveva fatto di ritorno dalla sua visita in Ucraina col premier Draghi e col cancelliere tedesco Scholz. Ma non è servito, a quanto pare. Il Parlamento francese esce infatti dalle urne con equilibri sconvolti.
Macron è la sua coalizione Ensemble! sono lontanissimi dalla maggioranza assoluta necessaria per governare la Francia, pari 289 seggi. Nel primo mandato aveva 341 deputati, oggi fra 210 e 230, secondo le ultime proiezioni. Quindi alla fine il partito dei macroniani otterrebbe 100 deputati in meno sui cui contare. Insegue la Nupes, la Nouvelle union populaire écologique et sociale di Jean-Luc Mélenchon, con 170-190 seggi.
Ma la notizia più eclatante, riguardo ai seggi della nuova Assemblea della Francia, ci parla di Marine Le Pen. Il suo Rassemblement National in sostanza moltiplica per 10 i parlamentari, rispetto agli 8 deputati che aveva attualmente. E sale a 80-95 seggi. Scende, invece, il partito dei Républicains, la destra tradizionale erede dei neogollisti, che si colloca dietro al partito della Le Pen, a quota 58-65 seggi. In pratica il secondo turno delle elezioni on Francia si caratterizza per la vittoria di Jean-Luc Mélenchon, il tribuno della gauche. Ma anche per la vittoria di Marine Le Pen, che senza neppure fare campagna elettorale ha decuplicato il numero dei deputati all’Assemblée Nationale.
A parlare nella serata più difficile dell’era Macron, ieri 19 giugno, è stata la premier Elisabeth Borne. La fedelissima del presidente ha pronunciato parole pesanti. “È una situazione inedita che rappresenta un rischio per il nostro paese viste le sfide che dobbiamo affrontare, sia sul piano nazionale che internazionale“. La Borne ha lanciato un appello all’unità per “costruire una maggioranza d’azione” per la Francia, ipotizzando “compromessi” per tenere la rotta.
Inutile aggiungere che Marine Le Pen è al colmo dell’entusiasmo. “Siamo riusciti ad eleggere un gruppo molto forte di deputati all’Assemblea. Da ora in poi sarà ancora più nazionale. Sarà di gran lunga il più numeroso della storia della nostra famiglia politica“, ha detto a caldo la leader dell’estrema destra. Questo risultato permette di “preservare il paese dal regno del partito unico“, ha affermato. “Faremo un’opposizione ferma, senza connivenze, ma responsabile“, perché “il nostro solo interesse è quello della Francia“, ha aggiunto Le Pen.
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