In occasione dell’Angelus di domenica 26 giugno, Papa Francesco ricorda gli eventi drammatici delle ultime ore. Dopo aver spiegato come Gesù ci indica di compiere il nostro ‘viaggio’ della vita, il Santo Padre ricorda la situazione triste dell’Equador e la morte della suora ad Haiti. Un nuovo appello, infine, rivolto per l’Ucraina.
Nel Vangelo presentato domenica 26 giugno, Gesù mostra un aspetto molto suggestivo del suo cammino; è il momento che Papa Francesco ha chiamato della “svolta“; il Signore prima di morire si reca in Terra Santa, ma si tratta di un viaggio molto particolare, poiché Egli è consapevole che si tratta dell’ultimo.
E mentre i discepoli ignari, sognano il trionfo di Gesù a Gerusalemme, il Signore sa che lì lo attenderanno, invece, il “rifiuto e la morte“. Ma affrontando il suo passo con decisione, Cristo insegna ai fedeli in che modo essere Cristiani: con decisione, appunto e non: “Cristiani all’acqua di rosa” parafrasa Papa Francesco.
L’esortazione di Papa Francesco ad essere “Cristiani decisi“
Gesù va incontro alla morte con fermezza e decisione; ed in occasione dell’Angelus di domenica 26 giugno, Papa Francesco, partendo proprio da questa testimonianza, chiede di essere: “Cristiani decisi“. E per spiegare questa affermazione il Santo Padre ricorda come prosegue la Parola, raccontando l’episodio in cui il popolo di Samaritani non accoglie Gesù e quindi i discepoli chiedono al loro Maestro di punire chi lo aveva rifiutato; ma Gesù, oltre a non ascoltare le parole di Giacomo e Giovanni, li rimprovera e rimprovera il loro desiderio di vendetta. In questo senso il Pontefice sottolinea come spesso, servendosi in maniera totalmente inappropriata del nome di Dio e di Gesù, si invocano maledizioni, sciagure e ogni sorta di male, contro chi si ritiene abbia commesso un torto; ma essere ‘cristiani decisi’ non può e non deve essere sinonimo di vendicativi.
Gesù è venuto a portare: “Il fuoco misericordioso dell’amore del Padre e per fare crescere questo fuoco, ci vuole pazienza – ricorda Papa Francesco – ci vuole costanza, ci vuole spirito penitenziare“. Gesù non persegue mai la strada della rabbia, ma Egli ci mostra come anche nei momenti più difficili la sua sia la strada della decisione, della fermezza, dell’andare avanti sempre e comunque. “E questa sicurezza implica: calma e pazienza. Senza – precisa il Santo Padre – allentare il desiderio di fare bene“. E su questo aspetto il Pontefice vuole ribadire quanto non si tratti di debolezza, ma piuttosto di una grande forza interiore che, nonostante tutto, non si fa mai sopraffare dalla rabbia. Questo è quello che Gesù chiede ai Cristiani e questo è quello che Papa Francesco ricorda nel suo messaggio da Piazza San Pietro.
“Silenzio e avanti“
Essere in grado di fare bene e trarne soddisfazione ci aiuta a trovare la serenità; senza l’esigenza di cercare le approvazioni umane, ma andando avanti con fermezza e decisione verso quello che Gesù ci chiede e che lui stesso ha dimostrato con la sua stessa vita. “A che punto siamo noi davanti alle incomprensioni e le contrarietà?” chiede Papa Francesco; il Pontefice esorta a chiedere la fermezza di Gesù e non le conferme negli applausi che possono ridurci ad essere “aspri e rancorosi” quando non li sentiamo.
Il Santo padre invita, inoltre, a riflettere su come spesso ci si senta mossi da una ‘buona causa’; ma come in realtà essa non sia veritiera e appaia piuttosto come: “Orgoglio unito a debolezza, suscettibilità e impazienza“. E allora il Papa invita a chiedere a Gesù di essere come lui: “Di seguirlo con ferma decisione in questa strada di servizio“. Non essere intolleranti anche quando, spesi per il bene, gli altri non lo comprendono e magari ci squalificano; “Silenzio e avanti” rimanendo nell’amore fino in fondo.
Il messaggio contro le ingiustizie nel mondo
Al termine della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco rivolge il suo pensiero al popolo dell’Ecuador; colpito da morti e feriti durante la protesta dell’indigeni contro il Governo. “Sono vicino a quel popolo e incoraggio tutte le parti ad abbandonare la violenza e le possessioni estreme. Impariamo: solo con il dialogo si potrà trovare, spero presto, la pace sociale”. Un pensiero rivolto alle popolazione più povere ed emarginate e un ricordo verso tutti coloro che soffrono e il rispetto dei diritti di tutti. Messaggio a cui si lega anche il ricordo di Suor Luisa dell’Orto, uccisa ad Haiti lo scorso 25 giugno; la suora viveva da vent’anni a servizio soprattutto dei bambini di strada. “Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli“.
Ed infine, prima di salutare tutti, Papa Francesco, ispirato anche dalle numerose bandiere che si trovano in Piazza San Pietro, rivolge un nuovo appello per la cessazione della guerra nell’Est Europa. Rivolgendo ancora il suo pensiero all’Ucraina il Santo Padre esorta: “Per favore non dimentichiamo questo popolo afflitto dalla guerra; non dimentichiamolo con il cuore e con la nostra preghiera“.
La #famiglia è il luogo dell’incontro, della condivisione, dell’uscire da sé stessi per accogliere l’altro e stargli vicino. È il primo luogo dove si impara ad amare. #WMOF22 https://t.co/3ZGH2x1hpA
— Papa Francesco (@Pontifex_it) June 25, 2022