Ucraina, la Ue prova a sbloccare la crisi del grano e intanto manda nuove armi
I ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles nelle ore in cui la Russia intensifica i bombardamenti su Mykolaiv e Nikopol
La guerra in Ucraina dura ormai da quasi 5 mesi. Non si riesce neppure a risolvere la crisi del grano. Secondo l’Unione europea la Russia sta distruggendo le provviste di cereali del paese che ha invaso.
“Mosca – ha detto Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione – sta continuando a bloccare il grano ucraino, distruggerlo, bruciarlo“. “Continuano a fare bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili” ha aggiunto Borrell. Le dichiarazioni dell’Alto rappresentante sono arrivate all’avvio del Consiglio Affari esteri dell’Ue, a Bruxelles, oggi 18 luglio. “Ho la speranza che questa settimana sarà possibile raggiungere un accordo per sbloccare il porto di Odessa e gli altri porti dell’Ucraina” ha poi sottolineato Borrell. “La vita di decine di migliaia di persone dipende da questo accordo, quindi non è un gioco diplomatico. È una questione di vita e di morte per molti esseri umani“. Ma l’Alto rappresentante Ue ha anche precisato che i ministri degli Esteri dell’Unione discuteranno di “un aumento del supporto militare all’Ucraina. Sono sicuro che si raggiungerà un accordo politico su questo“.
In Russia, intanto, le autorità hanno rilasciato dopo poche ore di detenzione la giornalista russa Marina Ovsyannikova, divenuta famosa per aver esibito in televisione un cartello contro la guerra in Ucraina durante un telegiornale. Ovsyannikova era finita agli arresti il 17 luglio con l’accusa di aver osato protestare di nuovo contro l’invasione russa dell’Ucraina. “Va tutto bene“, ha dichiarato lei stessa su Facebook durante la notte. “Ormai ho capito che è meglio uscire di casa con il mio passaporto e una borsa.” L’avvocato della giornalista ha confermato il rilascio, aggiungendo che il fermo era dovuto al sospetto che stesse “screditando le forze armate russe.”
Il caso Ovsyannikova
Dmitri Zakhvatov ha raccontato che le forze dell’ordine sono intervenute mentre la sua cliente protestava davanti a un tribunale di Mosca, prendendo la parola contro la detenzione dell’oppositore politico Ilya Yashin. Quest’ultimo si trova in carcere per aver condannato la guerra in Ucraina. Una recente legge-bavaglio – introdotta dopo lo scoppio della guerra – prevede fino a 15 anni di galera per chi “getta discredito sulle forze armate russe“. In Russia è proibito chiamare guerra o invasione la “operazione militare speciale” in Ucraina. Basta questo per finire agli arresti.
“I russi vogliono la pace in Ucraina”
Secondo il Corriere della Sera, inoltre, un sondaggio riservato del Cremlino mostrerebbe come sempre più cittadini russi siano sfavorevoli alla prosecuzione della cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina. Soprattutto i giovani ventenni, i quali chiedono trattative di pace. Ma anche fra coloro che si descrivono come sostenitori di Putin si starebbe formando un consistente gruppo di cittadini che oggi ritiene più importante trattare che continuare a combattere. La carneficina va avanti inesorabile, specie nel Donbass. Il presidente Volodymyr Zelensky, ha affermato che “la Russia ha già utilizzato più di 3mila missili da crociera contro l’Ucraina“. “È impossibile contare il numero dei pezzi di artiglieria e di altri proiettili usati contro il nostro paese e il nostro popolo. Ma è sicuramente possibile assicurare alla giustizia tutti i criminali di guerra russi“, ha aggiunto.
Ucraina, guerra implacabile
Una serie di esplosioni si sono verificate nella notte a Mykolaiv, secondo quanto riferito dal sindaco Oleksandr Sienkevych su Telegram. Le forze russe starebbero inoltre preparando un referendum a Melitopol per l’inizio di settembre. Il sindaco della città, Ivan Fedorov, sequestrato e poi rilasciato dai russi la scorsa primavera, ha affermato che gli occupanti russi stanno conducendo un censimento porta a porta. L’intenzione è di espellere tutti coloro che sostengono l’Ucraina dalla regione di Zaporizhzhia. In queste ore la Russia bombarda la città di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, nel Sud. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko. “La città di Nikopol è sotto tiro. Mantenete la calma, non uscite di casa” è l’appello alla cittadinanza.