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Matrimonio ebraico, come si organizza?

Un rito particolare e millenario ricco di fascino, tradizione e cultura

Il matrimonio ebraico ha un’origine antichissima ed è una cerimonia di grande fascino, che comprende momenti di forte impatto visivo ed emotivo oltre che di immenso valore simbolico.

La cerimonia può essere celebrata in Sinagoga o in un luogo privato, ma in entrambi i casi non potrà svolgersi né durante lo Shabbat (che inizia al tramonto del venerdì e termina un’ora dopo il tramonto del sabato) né in un giorno festivo. Abbiamo parlato di questo particolare rito e di come sviluppare il ricevimento con una tra le maggiori esperte italiane e wedding planner del settore Deborah Di Castro.

Matrimonio ebraico: intervista esclusiva a Deborah Di Castro

Quali sono le sostanziali differenze tra il matrimonio ebraico e quello cristiano?

Innanzitutto va fatta una doverosa premessa: molti ebrei vengono in Italia per sposarsi. Alcuni di questi sono di matrice mediorientale con una propria tradizione come gli ebrei del Nord Europa, ad esempio. Nel mondo ortodosso ci sono differenti ebrei; quelli che provengono dalla Spagna si chiamano Sefarditi, quelli dell’Europa dell’Est Ashkenaziti. Ognuno di questi gruppi quando decide di sposarsi in Italia porta con sé la propria tradizione.

Quali sono gli elementi che li accumunano nella costruzione dell’evento?

La costruzione della Huppah, il baldacchino di stoffa. Proprio lì sotto avviene la cerimonia religiosa ed avere questa particolare costruzione è il sogno di ogni donna ebrea, anche per tra le più giovani spose romane. La Huppah è ciò che distingue maggiormente il matrimonio ebraico dalle altre cerimonie. Al momento di sposarsi si firma la Ketubah, il contratto matrimoniale. Lo sposo non può vedere la sposa a partire dal giorno prima del matrimonio. La sposa nel frattempo sarà impegnata nel Mikvè, il bagno purificatore, da quel momento in poi non può essere vista dal futuro marito fino al giorno delle nozze.

Event Planner & Design Deborah Di Castro

Che regole deve rispettare il wedding dress nel matrimonio ebraico?

La donna non potrà avere un abito con le braccia scoperte e nemmeno scollato sul decolleté durante la funzione religiosa. Molto spesso infatti avviene il cambio d’abito durante il ricevimento. Lo sposo indosserà il tradizionale Kippah, il copricapo bianco, la cosiddetta papalina.

E gli invitati invece che dress code devono adottare?

E’ buona regola prevedere delle sciarpe in più per gli ospiti da avere durante la funzione. Ciò perché anche le invitate devono assolutamente coprire il capo e le spalle. Non a caso come cadeaù per le invitate si prevedono generalmente dei foulards o grandi stole.

In quali giorni è consentito o meno celebrare il matrimonio ebraico?

Non è consentito unirsi il venerdì, né il sabato, in questo giorno tra l’altro non si può guidare nemmeno l’auto. Il venerdì bisognerebbe solo dedicarsi alla preghiera, in ricordo del fatto che Dio si riposò dopo aver creato il mondo il settimo giorno. Non è permesso svolgere il matrimonio ebraico nemmeno durante la Pasqua o nelle tre settimane estive.

Lo scambio degli anelli come avviene?

La donna riceverà la fede e la indosserà però all’indice perché è più vicino al cuore e non all’anulare. Inoltre indossandola in quel punto potrà indicare la Torah, il libro sacro e nel farlo anche i testimoni potranno guardarla. L’uomo farà bere il calice di vino alla sposa e poi lo romperà in memoria della distruzione del Tempio di Gerusalemme.

Riguardo il ricevimento quali sono le regole da rispettare?

Deve essere una soluzione casher con un catering che sappia svolgere un servizio nel pieno rispetto della tradizione ebraica. Tra le accortezze più importanti c’è quella di non mescolare la carne con il latte. Quindi bisogna subito scegliere se si desidera fare un ricevimento a base di carne o di pesce (latte). Se si sceglie la prima soluzione i dolci devono essere vegetali, nella seconda si possono invece utilizzare tutte le panne, creme e burro. Va da sé che la scelta del pesce è la più gettonata.

Deborah Di Castro, Event Planner & Design, mentre allestisce un matrimonio ebraico

Ci sono delle regole particolari anche per quanto riguarda l’intrattenimento?

All’interno delle cerimonie ultra religiose uomini e donne non possono ballare insieme. A tal proposito viene costruito un separé. Anche durante la cerimonia religiosa entrambi devono essere separati. Nei matrimoni ebraici c’è una partecipazione intensa della comunità all’evento. La cerimonia religiosa è molto sobria, ma poi la festa si accende grazie ai balli. L’onore agli sposi si dà attraverso l’adesione all’evento. In genere queste feste hanno ospiti molto numerosi tra i 250/300 invitati. In ragione di ciò si decide molto spesso, con l’aiuto di una wedding planner, di optare per il destination wedding, fare quindi il matrimonio al di fuori del proprio Paese d’origine. In genere si sceglie una città d’arte, tra le più gettonate Roma, Firenze, Venezia, ma anche il Lago di Como. Ciò avviene soprattutto per contenere il numero degli invitati e per dare loro un’experience unica ed indimenticabile.

 

 

 

Elena Parmegiani

Moda & Style

Giornalista di moda e costume, organizzatrice di eventi e presentatrice. Consegue la Laurea Magistrale in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa all’Università “La Sapienza” di Roma. Muove i primi passi lavorativi con gli eventi per il Ferrari Club Italia, associazione di possessori di vetture Ferrari. Da oltre quindici anni è il Direttore Eventi della Coffee House del prestigioso museo Palazzo Colonna a Roma; a cui di recente si è aggiunto quello di Direttore Eventi della Galleria del Cardinale Colonna. Ha organizzato e condotto molte sfilate di moda per i più importanti stilisti italiani. Come consulente è specializzata nella realizzazione sia di eventi aziendali, sia privati. Scrive di moda, bon ton (con una sua rubrica), arte e spettacolo. Esperta conoscitrice dei grandi nomi della moda italiana, delle nuove tendenze del Fashion e del Made in Italy. Cura anche la rubrica di Velvet dedicata al Wedding. 

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