Avrebbe compiuto 93 anni oggi, 28 luglio 2022, Jacqueline Kennedy Onassis, tra le figure più affascinanti del XX secolo, scomparsa nel 1994.
Un’esistenza da film per gli eventi tragici che l’hanno colpita, per le sue passioni, per la sua forza e intelligenza, per la sua eleganza e grazia innata. E per il suo stile intramontabile: Jackie resta una fonte di ispirazione eterna per intere generazioni.
Jacqueline Kennedy, la storia
Jacqueline Bouvier nasce nel 1929 a New York da una famiglia benestante dell’alta società americana. Educata nell’agio e nel culto del bello, pratica equitazione e si specializza nello studio dell’arte e della fotografia. Si laurea alla George Washington University in Belle Arti e poco dopo va a Parigi per terminare gli studi alla Sorbona. Rientrata in America inizia la carriera di giornalista prima per Vogue poi pesso il Washington Time-Herald.
L’incontro con John Kennedy
Nel 1952 Jacqueline incontra per caso a una cena da amici il futuro Presidente degli Stati Uniti, John Kennedy. “Non ho mai incontrato nessuna come lei”, dirà al Washington Post solo molti anni dopo John. Difficile dire se fu amore a prima vista, sicuramente l’incontro con Jacqueline non lascia indifferente il futuro presidente. E’ il giornalista Charles Bartlett a farli conoscere. I due iniziano a frequentarsi, e nell’estate del 1953 la coppia si fidanza ufficialmente. Al matrimonio partecipano più di 800 ospiti tra senatori, diplomatici e personalità nella chiesa di St. Mary di Newport, Rhode Island. Jackie è raggiante, indossa un abito con scollo in seta color avorio, con una gonna a sbuffo disegnata dalla stilista Ann Lowe.
Dall’unione nascono due figli: Caroline e John Jr, gli altri due Arabelle e Patrick muoiono invece appena nati. Nel 1960 John divenne il 35 esimo Presidente degli Stati Uniti, Jacqueline la first lady più amata e ammirata della storia americana, che si distingue subito per avere un proprio stile.
Un look inconfondibile
Leggendari sono i soggiorni di Jacqueline Kennedy a Capri. Le foto fanno il giro del mondo e molte donne cominciano a vestirsi come lei: sandali rosa, pantaloni bianchi a sigaretta e corti alla caviglia, enormi occhiali da sole. Jacqueline diventata un’icona di stile fin da quella copertina del 1953 che la rivista Life le aveva dedicato in occasione del suo fidanzamento. Da allora tutte le donne del mondo l’avevano ammirata in quegli abiti che lo stilista franco-russo Oleg Cassini aveva creato per lei o nelle meravigliose creazioni di Balenciaga. Avevano copiato i deliziosi cappellini di Courrèges che lei alternava ai foulard di Hermes annodati con disinvoltura sulla nuca.
La maison Gucci in suo onore ribattezza una sua borsa di successo Jackie, così come Jackie O verrà intitolato il nightclub romano più famoso dagli Anni Settanta in poi. Ma l’immagine più iconica e struggente nell’immaginario collettivo è lei in quel tailleur rosa confetto di Chanel con cappellino a tamburello in tinta che indossava in quel maledetto 22 novembre 1963 a Dallas, quando, sconvolta e disperata, si lancia sul cofano posteriore della Limousine a recuperare i brandelli di cervello di suo marito assassinato sul colpo. Il mondo la vede scendere la scaletta dell’Air Force One al braccio del cognato Bob, lo sguardo smarrito, con ancora indosso il tailleur insanguinato perché tutti vedessero «cosa gli avevano fatto».
L’amore per il cognato Bob
È un dolore immenso quello di Jackie che si rinnova cinque anni dopo quando viene ucciso anche suo cognato Bob, di cui Jacqueline nel frattempo si innamora ricambiata. Le parole dello scrittore e sceneggiatore Truman Capote che li frequenta non lasciano dubbi. La loro è «una passione rovente e senza speranza» confermata anche da Gore Vidal: «Robert fu l’unico uomo che Jackie abbia mai veramente amato». Una relazione testimoniata dal libro scottante di David Heyman “Bobby and Jackie: a Love Story”.
Quando Bob nella notte fra il 5 e il 6 giugno 1968 viene ricoverato agonizzante al Good Samaritan Hospital di Los Angeles, senza nessuna speranza di vita, è Jackie, e non la moglie Ethel, a ordinare ai medici di staccare la spina. E se al funerale del marito il suo leggendario autocontrollo le aveva impedito di piangere, nell’ultimo saluto del cognato tutti la vedono con gli occhi gonfi di lacrime e comprendono, ma non la giudicano.
Jacqueline Kennedy e Aristotele Onassis
L’America intera e il mondo non perdona però a Jackie l’unione con Aristotele Onassis. Lei è cinta in un abito corto di pizzo avorio di Valentino. Quel matrimonio è un vero e proprio tradimento alla memoria del Presidente Kennedy, verso il “sogno americano” che Jack e Jackie avevano rappresentato. Maria Callas, celebre soprano da lungo tempo legata all’armatore, ai giornali dirà: “Jacqueline Bouvier Kennedy ha fatto bene a dare un nonno ai suoi figli”. Per conquistare l’ambita vedova Kennedy, Onassis le fa siglare un rigido contratto prematrimoniale che le garantisce tre miliardi di dollari l’anno e una liquidazione di 25 miliardi in caso di decesso di Aristotele o di divorzio. C’è anche una clausola fatta aggiungere da Jaqueline Kennedy che prevede non più di tre rapporti sessuali al mese. Il matrimonio naufraga presto: lei lo tradisce e Onassis ritorna dalla Callas pentito.
Gli ultimi anni di Jackie
Aristotele si vendica di quella moglie algida e venale pagando dei fotografi che la immortalano sull’isola di Skorpios completamente nuda. I due divorziano e Jackie torna a New York. Va a vivere al 1050 di Fifth Avenue e torna ad occuparsi di giornalismo. Dopo amanti più o meno celebri, tra cui Rodolf Nureyev che prima di morire si vantò poco elegantemente di essersi portato a letto dopo lei anche la sorella Lee, vivrà una storia d’amore con Maurice Tempelsman, un ricco mercante di gioielli. Il 19 maggio 1994 Jacqueline Kennedy-Onassis muore per un tumore. Non aveva ancora compiuto 65 anni. Colei che aveva dapprima esaltato e poi fatto indignare l’America è sepolta nel cimitero di Arlington, accanto alla tomba dell’indimenticabile marito John.