Carly Paoli è nata in Inghilterra da madre italiana e padre inglese. E’ tra le soprano più importanti al mondo. La sua carriera lirica prende il via fin da giovanissima, perché come ha rivelato in questa intervista: non avrebbe immaginato nient’altro che la musica nel suo futuro.
Ora che il caldo attanaglia anche la sua Inghilterra, Carly Paoli, che è in Italia, in Salento, in omaggio alla sua mamma non ha nascosto quanto la sua vita professionale sia legata anche al territorio stesso. Compreso quel sentimento primitivo e autentico, tipico del sud Italia, che esplode in profumi, sapori che appassionano e sono vitali quanto la musica per la nostra artista che ha girato il mondo.
Dalla Carnegie Hall di New York, al concerto alle Terme di Caracalla a Roma, passando per la prestigiosa esibizione davanti al Principe Carlo d’Inghilterra nel Castello di Windsor. Molte sono state le sue esperienze, e del suo mondo tra arte, fede e anima, ne ha parlato nel corso della nostra intervista.
Intervista esclusiva a Carly Paoli per VelvetMAG
Carly Paoli si è esibita con artisti internazionali come Andrea Bocelli, Jose Carreras (i Tre Tenori), Steven Tyler (Aerosmith), David Foster, Carrie Underwood, Jennifer Hudson, Zubin Mehta. Il suo brano Ave Maria è stato scelto come canzone ufficiale per l’Anno del Giubileo. A luglio del 2016 ha cantato nello spettacolare concerto Music for Mercy prodotto da Abiah Music. L’evento, unico nel suo genere, si è svolto per la prima volta in assoluto dentro ai Fori Imperiali a Roma. Come nel 2019 che lancia il suo singolo I’ Te vurria vasà, moderna interpretazione della famosa canzone di Tito Schipa. L’ultimo disco risale allo scorso novembre e si intitola Due anime.
Se dovessi raccontarmi il tuo primo ricordo in musica, quale sarebbe?
Canto fin da quando ero giovanissima. Inizialmente interpretavo le colonne sonore della Disney, poi mi sono innamorata dei musical di Hollywood. Quando mia mamma mi portava in giro, anche al supermercato, non smettevo di cantare. E per i miei genitori era ormai diventata un’abitudine. Ma quando mi avvicinavo poi alla cassa la donna che stava dietro mi guardava incredula. Il mio primo concerto pagato è stato sull’autobus per andare in paese. Sai, sono cresciuta in Inghilterra a Nottingham, luogo che rispecchia le origini di mio padre. Ma per Natale, Pasqua d’estate tornavamo in provincia di Lecce, da cui veniva mia madre. Stavamo al piano superiore del bus, ed è lì che ho iniziato a cantare per tutto il viaggio. Quando sono scesa – una volta arrivati – tutta la gente del piano aveva fatto una colletta per darmi dei soldi. Avevo solo quattro anni.
A nove anni invece, ho conosciuto la mia maestra di canto. Aveva una carriera già avviata nella musica lirica e mi ha seguito nello sviluppo della mia voce istruendomi passo dopo passo. Nella scuola di teatro ho iniziato ad apprendere molto, ricordo infatti che un giorno, la maestra, parlando con mia madre, le disse che la mia voce era più grande del mio corpo. Lei oggi è la mia direttrice musicale, è rimasta nella mia vita come se fosse una seconda mamma. Non ho avuto altri sogni sinceramente. Il mio desiderio è stato sempre quello di stare davanti ad un pubblico.
Carly la tua voce è un dono che probabilmente va oltre l’atto artistico e/o professionale.
E’ un dono sì. Ed è anche la nostra responsabilità trovare un modo per far diventare più bello il mondo mettendo in pratica quello che abbiamo. Se mettessimo i nostri talenti insieme, il pianeta sarebbe più gioioso. Negli ultimi anni mi sono divertita anche a scrivere i testi delle mie canzoni. Ed è una bellissima soddisfazione vedere su un pezzo di foglio le mie parole.
Il primo novembre è uscito Due anime, titolo che emoziona. Chi o cosa hai messo a confronto in una cornice così romantica?
Due anime è un disco che racconta le mie due origini. Come ti dicevo ho studiato in Inghilterra, ma una parte di me è legata all’Italia. Mio nonno ha vissuto sempre in Puglia (adesso sono proprio a casa mia, nel Salento) e quando ero libera da impegni raggiungevo questo posto e stavo con i miei cugini, con i miei zii. In questo luogo, tra queste strade, ho sviluppato molto la parte artistica. Ho frequentato il conservatorio in Inghilterra, ma è stato proprio qui, nel Salento che ho messo in pratica i miei studi. Facevo concerti quattro o cinque volte a settimana durante la stagione estiva.
La prima volta è stato a Torrepaduli, mi portò proprio mio nonno per la mia prima performance. Lì, ogni estate viene presentata una festa sacra e in quell’occasione ho lanciato io la festa a quattordici anni e da quel momento ho iniziato a fare concerti in zona. In quegli anni mi sono innamorata della musica di Ennio Morricone, di quella italiana e napoletana che ha una poesia magnifica. Due anime esprime esattamente tutto questo.
L’ultimo album è un disco di duetti. Al suo interno ci sono diverse collaborazioni con artisti mondiali. Tra i tanti: Tony Hadley, Paul Carrack, Giosy Calea. Ho creato l’album durante il secondo lockdown e non nascondo quanto sia stato difficile lavorare, perché coloro che hanno collaborato con me stavano in America, Malta, Italia. Nonostante la fatica è stato un un modo di sentirsi uniti. Ma non solo. I duetti ti portano ad esplorare strade e capire quale di esse prenderà la musica nel momento in cui più linguaggi si fondono.
Seguendo il filone delle collaborazioni, parlami del duetto Carly- Bocelli
La prima volta che ho avuto il grandissimo privilegio di cantare con Andrea, è stato alle Terme di Caracalla. Ti parlo con sincerità: ero molto tesa (ride, n.d.r.) perché è stato sempre un sogno cantare con lui. Eravamo in questo posto davvero magico. Abbiamo cantato Con te partirò. Quando mi sono avvicinata verso il palco, Andrea mi ha detto: “Stai benissimo in quell’abito rosso”. Son bastate poche parole per abbassare la tensione per poi lasciarmi andare. Mi sono divertita tantissimo. Andrea Bocelli è una persona con un cuore immenso.
Ci sono state anche altre esperienze che ci hanno portato a cantare di nuovo insieme, per ben due volte al Palazzo Vecchio e anche in Inghilterra. Ma il concerto più speciale è stato ai Fori Imperiali. Nel 2016, il Vaticano aveva scelto Ave Maria, la mia canzone originale come sinfonia ufficiale del Giubileo di Papa Francesco. Abbiamo fatto un viaggio indimenticabile, stavo lì sul palco con Andrea Bocelli, Giovanni Caccamo e altri artisti a celebrare il messaggio della misericordia. Ero con Giovanni Caccamo quando ho parlato per la prima volta con Papa Francesco. Mi disse che avevo la voce di un angelo.
La tua carriera, la tua voce ti ha spinto ad oltrepassare il confine e raggiungere la Famiglia Reale.
Ho cantato al Castello di Windsor in un concerto privato. Una cena speciale. In quell’occasione ho visto cose nel Castello indescrivibili… wow! L’aspetto bello della mia carriera è che ti porta in posti inimmaginabili, e il Castello di Windsor è uno di questi. Ultimamente ho lanciato il Giubileo della Regina su BBC cantando l’inno nazionale.
Carly, il Salento ti scorre nelle vene è una terra verace che profuma di buono. Se il cibo fosse una melodia, quale sarebbe?
Wow…che richiesta! E’ difficile! Forse un pezzo di Puccini perché è pieno di emozione. I ‘colori’ di Puccini sono un po’ fuori dalla linea, e la cucina pugliese la rispecchia. Non è la bellezza del piatto ma è il gusto. I piatti parlano senza aggiungere molto. Mangi il mare, mangi la terra. E’ il luogo più ricco del mondo secondo me.