Scalare il Monte Bianco dal versante francese costerà 15mila euro di cauzione a persona. Diecimila dei quali per eventuali soccorsi e 5mila per la sepoltura in caso di morte.
A prendere la decisione, che sta facendo discutere il mondo degli alpinisti e non solo, è stato Jean-Marc Peillex, sindaco di Saint-Gervais, comune dell’Alta Savoia. È lì che si trova l’itinerario di salita per chi vuole avventurarsi dalla via normale fino alla vetta del Monte Bianco. Il primo cittadino transalpino ha spiegato che in questo modo vuole bloccare le decine di “pseudo alpinisti” che ignorano la raccomandazione di non scalare il Bianco. Egli stesso, tre settimane fa, dopo il crollo del seracco sulla Marmolada, aveva riaffermato la pericolosità di scalate sul Bianco a causa delle continue frane di pietre.
Bianco, la vetta d’Europa
Ma, a quanto pare, la raccomandazione cade spesso nel vuoto. Soprattutto per alpinisti ed escursionisti che intraprendono la scalata alla cima più alta d’Europa (4.809 metri) compiendo l’itinerario verso il Bianco dal rifugio Gouter. Una via meno impegnativa rispetto alle altre vie di salita e per questo più frequentata. Ecco dunque che il sindaco del paese savoiardo ha emesso un’ordinanza che obbliga chi vuole scalare la vetta del Bianco a versare una cauzione da 15 mila euro. Di questa cifra, si specifica in un comunicato apparso anche sulla pagina Facebopok di Jean-Marc Peillex, 10mila euro rappresentano “il costo medio dei soccorsi“. Gli altri 5mila euro sono per “le spese di sepoltura della vittima“. “È inaccettabile – scrive il sindaco – che sia il contribuente francese a dover pagare questi costi“.
Un ragionamento che in Francia sta suscitando un vespaio di polemiche. Ma che si fa strada sulle Alpi, dato che, purtroppo, non mancano come sempre gli incidenti gravi e anche mortali. A volte dovuti a imperizia di chi si avventura sulle vette senza la corretta preparazione. Lo scorso 15 luglio il sindaco Jean-Marc Peillex aveva allertato tutti sul pericolo costituito da “importanti cadute di pietre“, di “giorno come di notte“, lungo la via normale francese del Bianco, che passa dal rifugio del Gouter.
Crollo di rocce pericolose
Un fenomeno non nuovo ma ora fattosi più grave a causa della siccità, del caldo estremo e dei cambiamenti climatici. Come ha sottolineato sul Corriere della Sera Enrico Marcoz, a causa del caldo il ghiacciaio del Bianco più a monte si scioglie e si staccano pezzi di roccia. Piombano a valle come proiettili, rotolando lungo il Couloir du Gouter. Un canalone a 3.350 metri di quota dove passa l’itinerario alpinistico, dove le scariche di massi sono talmente frequenti da averlo fatto definire “uno dei luoghi più pericolosi delle Alpi“. Ogni anno sono numerosi gli scalatori che perdono la vita nel “canale della morte“. Dal 1990 al 2017 si sono verificati 350 incidenti, con circa 100 vittime e 250 feriti.