Alessandro Di Battista marca le distanze dal Movimento Cinque Stelle e attacca Beppe Grillo: “Lo ringrazio di tutto ma è un padre-padrone, impossibile stare con lui“.
“Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche“. L’ex deputato M5S, Alessandro Di Battista, ha registrato un video per spiegare la decisione di non autocandidarsi alle parlamentarie dei pentastellati. Una scelta che ha ponderato fino all’ultimo momento, per la quale tifava anche una parte di ex Cinque Stelle che stanno pensando al rientro, salvo poi cambiare idea. E il motivo, ha denunciato, sta nelle resistenze degli ex colleghi di partito. E nel fatto che non sono arrivate le garanzie che lui aveva chiesto a Giuseppe Conte che, però, ha definito “un galantuomo“. “Ho parlato con Conte e ho compreso che ci sono molte componenti nell’attuale M5s che non mi vogliono“, ha detto Di Battista.
“Da Beppe Grillo passando per Roberto Fico: non mi vogliono, per una serie di ragioni“. In particolare, proprio parlando del Garante di M5S, Di Battista ha usato parole molto dure: “Politicamente oggi non mi fido di Beppe Grillo, che ancora in parte fa da padre padrone. E io sotto Grillo non ci sto.”
Di Battista e Conte
“Il più disponibile è stato Giuseppe Conte che è stato la persona più onesta e più corretta con me“, ha detto l’ex deputato Di Battista. “Abbiamo avuto una interlocuzione molte leale, lo ringrazio. Per me è un galantuomo. Non mi ha mai mancato di rispetto. Credo che abbia veramente a cuore gli interessi del Paese“. Anche se “su alcune posizione abbiamo idee molto diverse“. Ad esempio, ha continuato, “io non sono un atlantista, non credo minimamente all’efficacia delle sanzioni, io mai avrei votato per l’invio di armi all’Ucraina“. E “se non ci sono le condizioni, se lo stesso Garante non ti vuole e non è riuscito a prendersi le proprie responsabilità politiche, non posso firmare una fiducia in bianco al Movimento“.
Di Battista ha parlato anche di alcune interviste recenti che contenevano dichiarazioni contro di lui. “Le più gentili erano ‘se torna si deve allineare’ e le meno erano ‘non abbiamo bisogno di lui perché è un distruttore tipo Attila“, “quando forse i disboscatori di consensi sono stati altri“. E ancora: “Molti del M5S non mi vogliono“, ha detto. “Nessuno mi ha chiamato e mi ha detto ‘abbiamo bisogno di te’, a parte Danilo Toninelli.”
“Presi il triplo dei voti di Di Maio”
Ma c’è di più. Alessandro Di Battista ritiene che i vertici pentastellati gli abbiano impedito di raggiungere le leadership del Movimento. “Io di fatto sono stato costretto a lasciare il M5S“, ha detto, “proprio perché soprattutto Grillo ha indirizzato il Movimento” nel “Governo dell’assembramento“. “Ma anche precedentemente io ho avuto momenti difficili, quando fondamentalmente mi hanno impedito di fare il capo politico del M5S evitando di votare, quando non hanno neppure voluto pubblicare i voti degli Stati Generali perché io avevo preso il triplo dei voti di Di Maio.” “E quindi non si doveva far sapere”.