Romy Schneider, indimenticabile Sissi dalla tragica fine
A 40 anni dalla morte il mito della celebre attrice vive ancora
Elena Parmegiani
Cosa rende indimenticabile una diva? Il fascino, il carisma, il successo, ma anche spesso la sua fine tragica e improvvisa. Nella vita di Romy Schneider troviamo tutte queste caratteristiche e anche molto di più. L’interpretazione che la rende iconica è quella della dolce e fragile principessa Sissi, ma anche la tormentata storia d’amore con Alain Delon.
L’esistenza di Romy è segnata purtroppo da profondi lutti: in primis la morte del figlio quattordicenne, rimasto infilzato in un cancello nel tentativo di scavalcarlo. Ma anche il suicidio del primo marito e manager, Harry Meyen.
Romy Schneider, un destino scritto
Nata il 23 settembre 1938 a Vienna, Romy Schneider è figlia d’arte. Entrambi i suoi genitori sono attori. Sua madre Magda la indirizza subito alla carriera cinematografica. Romy è bellissima con un fisico minuto, un viso angelico e regolare, ma soprattutto due occhi verdi intensi e malinconici. A soli 15 anni compare per la prima volta al cinema, in Fiori di lillà, e subito dopo arriva il primo successo con L’amore di una grande regina, dove per la prima volta è accreditata come Romy Schneider, prendendo quindi il cognomedella madre, e non quello del padre, che era Albach-Retty.
La fama di Sissi
Nel 1955 veste per la prima volta i panni dell’indimenticabile Imperatrice d’Austria Elisabetta ne La Principessa Sissi. Il primo capitolo di una trilogia, che terminerà nel 1957 e comprenderà anche Sissi – La giovane imperatrice e Sissi – Il destino di un’imperatrice, che da un lato le porterà un’immensa popolarità, dall’altro la ingabbierà in un ruolo da cui è difficile uscire. Romy si stanca ben presto infatti di essere riconosciuta solo come “Sissi” e vuole cambiare. Una profonda insofferenza che getta i semi di una futura depressione.
Romy Schneider ed Alain Delon: un amore struggente
L’austriaca Romy Schneider sbarca a Parigi e la conquista. Esplode la storia d’amore, lei vent’anni, lui ventitré, con Alain Delon conosciuto sul set del film Christine (L’amante pura). In un’intervista l’attrice lo avrebbe poi definito “la persona più importante della mia vita”. Una relazione fra due anime gemelle a cui purtroppo non segue però un lieto fine. Si amano fino al 1964, ed è una favola raccontata dai giornali di tutto il mondo. Lui però ad un certo punto la lascia improvvisamente per sposare un’altra. Le scrive un biglietto, di poche righe: sarà uno strappo così violento da condizionare la vita di entrambi, per sempre. Quella rottura fu un dolore per tutti, anche per il pubblico, che si aspettava un matrimonio. I due rappresentavano la favola perfetta: erano giovani, bellissimi, talentuosi, ricchi e felici. Il loro è stato un amore folle, senza lieto fine.
Da un giorno all’altro l’attore abbandonò la sua compagna, per sposare Nathalie. Lasciò Romy con un biglietto: «Mi dispiace. So che ti avrei resa infelice. Parto per il Messico con Nathalie. Ti auguro ogni bene!». Ma il fantasma della Schneider fu sempre presente nella relazione fra i due: «Alain non mi parlava mai di lei ma di tanto in tanto vedevo nel suo sguardo un’ombra di tristezza», disse in un’intervista Nathalie. E non aveva tutti i torti: le vite di Alain Delon e Romy Schneider si separarono, ma mai davvero.
La fama mondiale e il David di Donatello
A dare una possibilità a Romy per liberarsi dai panni di Sissi è Luchino Visconti che la mette su un palcoscenico insieme a Alain Delon. Nessuno dei due ha esperienza di teatro ma la storia di amore torbido tratta dal drammaturgo inglese John Ford, ‘Tis Pity She’s a Whore, ha un successo enorme. Romy Schneider comincia a recitare al cinema assieme a grandi registi. Una delle tappe fondamentali è il film La piscina del 1969 di Jacques Deray. Il film incassa tantissimo grazie ai due ex fidanzati Delon e Schneider. Nell’ultimo film Una donna semplice Romy interpreta una donna libera che infrange tutti i tabù di una società ancora molto bigotta e riceve il premio César come migliore attrice e un David di Donatello.
La morte tragica quaranta anni fa
Quando viene trovata morta nella sua stanza a Parigi il 29 maggio del 1982 per un attacco cardiaco Romy Schneider non ha nemmeno 44 anni. Distrutta dall’alcol, dall’asportazione di un rene a causa di un tumore e dalla depressione Romy si spegne improvvisamente. In molti pensano a un suicidio dovuto a un cocktail fatale di alcol e psicofarmaci, ma Alain Delon, fidanzato di tanti anni prima con cui era rimasta in buoni rapporti, sceglie di non sottoporre il corpo a un’autopsia. Quest’estate Parigi ha ricordato la diva con una retrospettiva alla Cinémathèque Franҫaise. Un percorso attraverso film che vanno da Il processo di Orson Welles a La Piscina di Jacques Deray passando per Una donna semplice di Claude Sautet e Fantasma d’amore di Dino Risi. E il Festival di Cannes 2022 ha proiettato un documentario spettacolo dal titolo emblematico: Romy, femme libre. “Bellezza e giovinezza sono regali che dobbiamo restituire”, diceva Schneider parlando di sé stessa negli ultimi tempi. Ciò che lei ha restituito troppo in fretta.