L’Italia ha scelto Giorgia Meloni e la destra. In 9 anni il partito Fratelli d’Italia è passato dell’1,9% del 2013 al 26% di oggi. Adesso si apre il confronto con Lega (8,8%) e Forza Italia (8,2%) per la formazione del nuovo Governo, che probabilmente sarà proprio Meloni a guidare.
La leader del partito di maggioranza relativa ha già in testa i ministri del nuovo esecutivo, dicono i suoi. E da ‘sgobbona’ come in tanti la descrivono, è al lavoro sul programma. Meloni ha avuto anche una telefonata con Mario Draghi, si apprende in ambienti parlamentari. Nella conversazione si sarebbe parlato anche delle prossime scadenze che riguardano le materie economiche. A cominciare dalla nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza, propedeutico alla legge di bilancio dello Stato che ogni Governo deve approvare entro fine anno.
Meloni e Crosetto, il suo ‘Gianni Letta’
Il cofondatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, aveva auspicato un’interlocuzione tra i nuovi eletti e il Governo attuale. Obiettivo: creare una sinergia in grado di garantire il varo della legge di bilancio in tempi utili. Sono intanto i capigruppo al Senato, Luca Ciriani, e alla Camera, Francesco Lollobrigida, oltre al responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, a commentare il voto e rispondere ai giornalisti. E proprio Lollobrigida sembra dare la linea sulle riforme costituzionali. A partire dal presidenzialismo, ammettendo che “si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età“.
“Molti i ministri di FdI”
Si intensifica il lavoro sulla squadra di Governo. E in particolare sulle caselle più sensibili: i ministeri di Economia, Interno, Difesa, Giustizia e Esteri. Circolano voci che punterebbe a piazzare almeno 14 esponenti di Fratelli d’Italia. E allo stesso tempo gestire i rapporti con gli alleati, Lega e Forza Italia, nessuno dei due in versione dimessa. Bocche cucite però sul toto ministri: “Sarebbe prematuro e irrispettoso fare nomi“, spiega Donzelli che aggiunge: “Sarebbe una sgrammaticatura a cui non ci prestiamo“. Per ora, quindi, si parla di criteri, con la preferenza per un esecutivo prettamente politico, come più volte ribadito in campagna elettorale. Discorso a parte, però, sull’Economia, scelta delicatissima e attesissima dall’Europa e dai mercati. L’obiettivo è avere una figura di prestigio internazionale, ma allo stesso tempo affidabile politicamente.
Panetta e Terzi, Economia ed Esteri
Da tempo i rumors riferiscono che come successore del ministro Franco, Giorgia Meloni, pensi a Fabio Panetta, economista ed ex direttore generale della Banca d’Italia, dal primo gennaio 2020 membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Nei giorni scorsi Meloni ha avuto con lui due colloqui a stretto giro. Ma secondo più fonti, al momento punterebbe alla guida di Bankitalia, al posto di Visco. Tuttavia, i numeri decisamente ampi della nuova maggioranza potrebbero alla fine convincere Panetta ad accettare l’incarico. Altra poltrona da scegliere è quella degli Esteri. Oltre a Giulio Terzi di Sant’Agata, ad ambirci è pure Antonio Tajani. In subordine, il coordinatore azzurro penserebbe alla presidenza della Camera o potrebbe ‘correre’ per la Difesa.