Due settimane di riscaldamento in meno il prossimo inverno, riduzione di un grado della temperatura e accensione dei termosifoni un’ora in meno al giorno. È il cuore del decreto del Governo Draghi appena varato per contrastare l’emergenza gas in corso, che fra le sue cause ha la guerra in Ucraina.
Il testo del decreto sulla riduzione del riscaldamento a casa e in ufficio stabilisce alcune eccezioni. In primo luogo per gli ospedali e gli asili. Ma anche per piscine, saune e alcune attività industriali e artigianali. Ovvero attività alle quali i Comuni “abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura, oltre che gli edifici dotati di impianti alimentati in prevalenza a energie rinnovabili“. Lo fa sapere il ministero della Transizione ecologica (Mite) nel comunicare che il ministro Roberto Cingolani ha firmato il decreto. Una normativa definisce “i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale“.
Riscaldamento, l’allarme dei Comuni
Il caro-bollette, che sta colpendo famiglie e imprese, mobilita i Comuni, con i sindaci pronti a chiedere al prossimo Governo fino a un miliardo di euro per non mandare in default i bilanci amministrativi. Intanto, il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, rassicura sulle scorte: il gas è sufficiente, salvo il fatto che accadano incidenti tecnici. Come ad esempio un guasto o una rottura a un impianto di paesi fornitori, oppure un freddo particolarmente rigido. Comunque, “la crisi dei prezzi non si risolverà entro il 2023” dice Descalzi. “Serviranno almeno tre anni” sentenzia Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, in una intervista al settimanale The Post internazionale.
Da Roma a Milano le date di accensione
Al momento, dunque, c’è il Piano di riduzione dei consumi di gas naturale previsto dal Mite con questo decreto. Nel testo si posticipa di 8 giorni la data di accensione del riscaldamento e si anticipa di 7 giorni lo spegnimento. Date che variano a seconda delle sei zone climatiche individuate in Italia. Per cui a Milano, anziché il 15 ottobre, il riscaldamento partirà il 22 ottobre e sarà spento il 7 aprile anziché il 15. A Roma, invece, il riscaldamento previsto dal 1 novembre fino al 15 aprile sarà dall’8 novembre al 7 aprile. La temperatura nelle abitazioni, che è fissata a 20 gradi per convenzione, dovrà scendere a 19 gradi.
I Comuni sono pronti a chiedere al prossimo esecutivo – presumibilmente il Governo Meloni – 200 milioni da inserire nel decreto legge Aiuti quater. E poi altri 800 milioni in legge di bilancio che potranno valere anche per il 2023 per le situazioni più critiche dei bilanci comunali. Lo ha spiegato il delegato alla finanza locale dell’Anci, Alessandro Canelli. Il caro energia, fra riscaldamento, gas e bollette della luce elettrica, determina la necessità di “un pacchetto di misure anche tecnico-contabili“. L’obiettivo è di “fermare il calo delle entrate dei Comuni previsto per il 2023 e far fronte al perdurare dell’incremento dei costi energetici“.