L’economia dell’Italia crescerà, per il 2022, del +3,2%, ossia 0,2 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio. Ma fra poche settimane, con l’inizio del nuovo anno, entreremo in un periodo di forte diminuzione della crescita.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto in questi giorni al rialzo la crescita dell’economia italiana. Dopo il +6,6% del 2021, il Pil (Prodotto interno lordo) dovrebbe salire nel 2022 del +3,2%. Per il 2023, invece, il FMI ha tagliato le sue previsioni di 0,9 punti percentuali (-1,9 punti su aprile), stimando una contrazione della nostra economia 0,2%.
Nel 2022 che sta per concludersi l’Italia cresce dunque più della Germania (+1,5%) e della Francia (+2,5%). In Italia la ripresa dei servizi turistici e della produzione industriale nella prima metà del 2022 ha contribuito a previsioni di crescita del +3,2% che però è attesa “rallentare fortemente” nel 2023. Cosa che il prossimo anno si verificherà anche per la crescita tedesca e per quella dell’economia francese. Il FMI stima che il Pil della Germania si contrarrà il prossimo anno del -0,3% (-1,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio) dopo aver segnato un +1,5% nel 2022 (+0,3 punti). La Francia invece è attesa crescere del +2,5% quest’anno (+0,2 punti) e dello 0,7% il prossimo (-0,3). Frenano anche la Spagna e la Gran Bretagna. L’economia britannica crescerà del +0,3% nel 2023 (-0,2 punti) e quella spagnola del +1,2% (-0,8).
L’economia globale e la guerra
Più in generale, stima il Fondo Monetario Internazionale, “nubi di tempesta si addensano” sull’economia globale, sulla quale gravano rischi al ribasso a livello planetario. “Più di un terzo dell’economia globale si contrarrà nel 2023. Mentre le tre maggiori economie – Usa, Cina e Unione Europea – continueranno lo stallo. In breve il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 sarà avvertito come recessione“, afferma il capo economista del FMI, Pierre-Olivier Gourinchas. Il quale sottolinea come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua a destabilizzare con forza l’economia globale.
In Giappone, secondo le stime del Fondo, l’economia dovrebbe essere più stabile, con crescita del Pil al +1,7% nel 2022 e al +1,6% nel 2023. Dunque non si prevedono apprezzabili scostamenti rispetto alle previsioni di luglio. In controtendenza è la Cina: nel 2022, la crescita si ferma al +3,2%: la più bassa in più di quattro decenni (esclusa la crisi pandemica del 2020). Ciò si spiegherebbe con l’effetto dei focolai di Covid-19 e della drastica politica di contrasto adottata, insieme alle difficoltà del mercato immobiliare. Nel 2023, però, ci sarà un rimbalzo del +4,4% (anche se dello 0,2% più basso del previsto). È invece l’India a confermarsi la grande economia a più rapida crescita. Tuttavia non mancherà, secondo gli esperti, una forte correzione al ribasso rispetto alle stime di luglio scorso. Nel 2022 il Pil salirà del +6,8% (-0,6%), seguito dal +6,1% atteso per il 2023.