Oggi, 13 ottobre, durante la giornata di apertura della Festa del Cinema di Roma è stato presentato in anteprima nazionale Il Colibrì, film tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore fiorentino Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020. La pellicola interpretata da Pierfrancesco Favino con Bérenice Bejo, Kasia Smutniak e Nanni Moretti vede alla regia Francesca Archibugi e arriverà nei cinema a partire da domani venerdì 14 ottobre. La scelta della colonna sonora è ricaduta su un brano mai pubblicato del celebre Sergio Endrigo e Riccardo Sinigallia, Caro amore lontanissimo, interpretato da Marco Mengoni.
Il Colibrì racconta la storia di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino) che viene narrata attraverso diverse linee temporali della sua vita in cui si salta da un’epoca all’altra. Come dice la regista Francesca Archibugi: “un unico flusso di avvenimenti su piani sfalsati”. Il protagonista, infatti, tramite i suoi ricordi ripercorre i momenti più significativi del suo percorso di vita tra improbabili coincidenze, gravi perdite, rimpianti e amori assoluti.
Vicende comuni che l’essere umano nel corso della propria esistenza è inevitabilmente costretto ad affrontare e che, per di più lo ostacolano dal raggiungere il più sfuggente ed enigmatico scopo esistenziale: la ricerca della felicità. Un continuo alternarsi di gioie e dolori in cui resistere e reagire è il solo modo per far fronte alle inaspettate e difficili sfide che la vita mette davanti. In occasione della presentazione de Il Colibrì cast, regista, sceneggiatrice e autore dell’omonimo romanzo hanno incontrato la stampa per parlare dell’esperienza sul set e delle proprie sensazioni a lavoro finito.
Sinossi del film Il Colibrì
La sequenza temporale da cui parte il lungometraggio è collocata nei primi Anni ’70. Marco Carrera è un adolescente e durante le vacanze estive passate con la sua famiglia in una villa sulla costa Toscana si innamora di una bellissima ragazza italo-francese Luisa Lattes, vicina di casa. Un amore giovanile che si porterà dietro tutta la vita, ma che non riuscirà mai a vivere. La morte improvvisa della sorella maggiore, infatti, interrompe bruscamente il loro rapporto. Ciò lo porterà a legarsi ad un’altra donna, Marina, che conoscerà per via di una coincidenza molto particolare in età adulta.
Dopo il matrimonio Marco lascia Firenze, sua città natale, per trasferirsi insieme alla moglie nella Capitale dove i due hanno una bambina, Adele. La relazione con Marina, apparentemente perfetta, con il tempo si rivelerà costruita su bugie e tante fragilità. Da questo momento l’esistenza del protagonista verrà messa a dura prova. Sarà Daniele Corradori, psicoanalista della moglie, ad indicargli la giusta via per affrontare i cambiamenti avvenuti nella sua vita a causa di una serie di eventi dolorosi.
Cosa ha spinto la regista Francesca Archibugi a mettere in scena il romanzo di Sandro Veronesi
Francesca Archibugi, regista del film Il Colibrì, nel rispondere alla domanda sul perché abbia deciso di trasformare le parole di Sandro Veronesi in un film dice: “devo dire che la lettura di questo libro mi ha molto turbata. Inizialmente non ho pensato di farci un film. È stata una proposta di Domenico Procacci e dello stesso Sandro. Questa richiesta mi ha reso molto orgogliosa, ma allo stesso tempo mi ha impaurita. Perché è un romanzo molto complesso e di grande successo, bisognava farlo bene”. Successivamente prosegue spiegando cosa in particolare del libro l’avesse colpita: “mi ha sorpreso il fatto che ha toccato tutti i temi a me più cari. Mi sono tuffata cercando di riprodurre il libro di Sandro al cento per cento e allo stesso modo fare un film mio”.
Pierfrancesco Favino: “condivido con il personaggio di Marco Carrera diverse caratteristiche“
Pierfrancesco Favino rivela quali caratteristiche del personaggio di Marco Carrera lo abbiano spinto ad accettare questo ruolo. Particolarità che in un certo senso riesce a sentire anche sue. L’attore dichiara: “mi piace molto questa tipologia di maschilità che non ruota attorno all’ossessione della sessualità. Inoltre, è un uomo circondato da donne ed è esattamente quello che capita a me nella vita. È un uomo che mette sempre gli altri prima di sé ed è un connotato che sento molto vicino. Ci sono degli aspetti nella vita di quest’uomo che credo riguardino tutti quanti. Poi non credo sia un uomo ‘immobile’, viene definito dagli altri in questo modo e io in questa cosa mi ci ritrovo. Il fatto di essere legati alle cose per le quali si pensa valga la pena vivere è un’attività energetica molto dispendiosa. Non penso che tenersi ancorati a ciò che noi consideriamo importante sia un atto di viltà, anzi esattamente il contrario”.
L’autore del romanzo Il Colibrì si complimenta con regista e cast
A concludere l’autore del romanzo Sandro Veronesi si complimenta con Francesca Archibugi per l’estrema fedeltà con cui ha riportato la storia sullo schermo. Nonostante la regista avesse avuto rispetto a lui una difficoltà in più, superata e trasformata in un successo. Ovvero quella di dover cambiare continuamente da una linea temporale all’altra. “io mentre scrivevo passando da un anno all’altro non dovevo fare un cambio di attori. È stata coraggiosa perché non ha nemmeno pensato di raccontarlo dritto per dritto che sarebbe stato più facile, ma lo avrebbe tradito. Ha affrontato insieme al cast questo rischio maggiore e per questo li ammiro”.