Sottoposta alle forti pressioni del suo partito, Liz Truss si è dimessa il 20 ottobre da leader dei tories: rimarrà premier ancora per qualche giorno, ossia finché arriverà il suo successore. Termina nel modo più inglorioso il più breve mandato di una premiership britannica, durato appena un mese e mezzo.
È stato lo stesso Primo Ministro ad annunciare le sue dimissioni in una laconica dichiarazione di fronte al numero 10 di Downing Street, la residenza del capo del Governo di Londra. Liz Truss ha annunciato, insieme alle sue dimissioni, che il voto per la sua successione si terrà “da qui alla prossima settimana“. Il suo Governo, ha detto Truss, “ha ottenuto risultati sulle bollette energetiche“, oltre a “delineare una visione per un’economia a bassa tassazione e alta crescita che sfrutterebbe le libertà della Brexit“.
Ma “riconosco che, data la situazione, non posso portare a termine il mandato per il quale sono stata eletta dal partito conservatore“. Con queste parole la premier britannica Liz Truss ha quindi rassegnato le sue dimissioni affermando di essere entrata in carica “in un momento di grande instabilità economica e internazionale“. Truss è stata in carica come premier britannica per soli 45 giorni, il mandato di governo più breve mai verificatosi nel Regno Unito. Il secondo più breve, sottolineano i media britannici, fu quello di George Canning, rimasto in carica per 119 giorni prima di morire nel 1827.
Truss, chi sarà il suo successore
Com’era prevedibile, le opposizioni sono partite all’attacco. E il leader dell’opposizione britannica, il laburista Keir Starmer, ha chiesto elezioni “subito” dopo le dimissioni della premier Liz Truss. Ma è ora nel partito Tory che parte così la corsa al dopo-Truss. Lei stessa ha detto di augurarsi che la scelta del nuovo leader avvenga “entro la prossima settimana“. Profondamente divisi, i tories sceglieranno probabilmente tra l’ex Cancelliere dello Scacchiere di Boris Johnson, Rishi Sunak, e Penny Mordaunt. Jeremy Hunt, attuale cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, invece non si candiderà alla leadership del partito Tory e dunque alla premiership. Lo ha reso noto il suo portavoce. Intanto, oltre ai laburisti anche i LibDem insistono con la necessità di tornare a votare.
Liz Truss ha annunciato le sue dimissioni dopo aver ricevuto a Downing Street Sir Graham Brady, presidente dell’influente Comitato 1922 dei parlamentari conservatori. Ma anche i suoi più stretti alleati: la vicepremier Therese Coffey e il presidente dei Tory, Jake Berry. Un terzetto che deve averla politicamente accerchiata, parlandole in modo rispettoso e suadente, come si conviene al capo del partito e premier della Gran Bretagna. Ma facendole capire senz’ombra di dubbi che se non si fosse dimessa di sua spontanea volontà di lì a poco avrebbe potuto andare incontro al ‘tribunale’ del partito. Dove la clemenza non è di casa.