In occasione della Festa di Ognissanti Papa Francesco celebra la tradizionale preghiera dell’Angelus. Affacciatosi dalla finestra del Palazzo Apostolico, il Pontefice sottolinea come, fuori da ogni luogo comune, i Santi non abbiano vite perfette.
La riflessione che precede l’Angelus in occasione della Festa di Ognissanti di martedì 1° novembre 2022 si concentra sulla pace. Papa Francesco, rivolgendosi ad una Piazza San Pietro gremita di fedeli, ricorda le esperienze dei Santi e degli operatori di pace e sottolinea come questi esempi di vita cristiana non siano protagonisti di vite perfette.
Il Santo Padre si concentra sui luoghi comuni fuorvianti che si legano, spesso, alla fede. Ovvero considerare che le persone che operano nella e per la pace abbiano avuto sempre una vita perfetta, e che la pace venga dall’alto. Ma come sottolinea il Pontefice, Dio ci insegna che la: “Pace è un seme“, che proviene dal basso e germoglia.
La riflessione che precede l’Angelus di Ognissanti
In occasione della Festa di Ognissanti, la riflessione di Papa Francesco che precede l’Angelus si concentra sulla pace e sul raggiungimento di quest’ultima. Come ha evidenziato anche al termine della preghiera, ricordando come sempre la martoriata Ucraina, il Santo Padre sottolinea che la pace non si può ottenere con le guerre, con le lotte per il potere, con i conflitti. “La pace non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno. Non è mai violenta, non è mai armata“. Il Pontefice, infatti, ci restituisce l’immagine del seme, che custodito nella terra, trova spazio e forza per germogliare solo se annaffiato da acqua buona, solo se curato con il bene: così è la pace. Facendo riferimento anche al Vangelo della Liturgia odierna, che parla delle Beatitudini, il Papa indica il vero significato custodito nella vita dei Santi che si celebrano in questa Solennità. “I Santi non sono persone che in vita sono state perfette, sempre lineari, precise, ‘inamidate’“.
Il Santo Padre, infatti, definisce queste pagine come “la carta d’identità dei Santi“. Si parla di una vita controcorrente, di una vita “rivoluzionaria“. E volendo fare un esempio concreto, il Pontefice ci ricorda che quando Gesù parla degli operatori di pace, non si riferisce a persone che ottengono tutto e subito, ma a persone pazienti, che costruiscono. E questo, come sottolinea ancora il Papa, è un concetto ben diverso da quello che solitamente si pensa dello: “Stare in pace, essere lasciati in pace, non avere problemi ma tranquillità“. “Noi vorremmo – evidenzia ancora il Santo Padre – che la pace piovesse dall’alto, invece la Bibbia parla del ‘seme della pace’, perché essa germoglia dal terreno della vita, dal seme del nostro cuore; cresce nel silenzio, giorno dopo giorno, attraverso opere di giustizia e opere di misericordia, come ci mostrano i testimoni luminosi che festeggiamo oggi“.
Diventare operatori di pace
Allora facendo fede a questo importante presupposto, Papa Francesco, nella sua riflessione in occasione della Festa di Ognissanti, spiega il primo passo per trasformarsi in operatori di pace: “disarmare il cuore“. Ovvero eliminare i pensieri aggressivi, le parole d’odio e “I muri di cemento dell’indifferenza. E fra lamentela e indifferenza ci lamentiamo e questo non è pace, questo è guerra. Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore“. E per fare questo è necessario aprire il cuore a Gesù, alla Confessione e chiedere il suo perdono e la pace. Perché la santità scaturisce dal Signore e, come specifica il Pontefice: “Non è capacità nostra, è dono Suo: è grazia“. E a questo punto, prima della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco invita ciascuno a guardarsi dentro a trovare dentro il cuore quel seme che rende costruttori. E questo in ogni ambiente in cui si vive: in famiglia, a scuola, a lavoro.
Prendendosi cura di chi sta ai margini, offrendo il perdono dopo un’offesa, risanando le ingiustizie. Solo così si può diventare operatori di pace. E prima della preghiera, il Santo Padre rivela: “Può sorgere però un’ultima domanda, che vale per ogni beatitudine: conviene vivere così? Non è perdente? È Gesù a darci la risposta: gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio. Nel mondo sembrano fuori posto, perché non cedono alla logica del potere e del prevalere In Cielo saranno i più vicini a Dio, i più simili a Lui. Ma, in realtà, anche qui chi prevarica resta a mani vuote. Mentre chi ama tutti e non ferisce nessuno vince: come dice il Salmo: l’uomo di pace avrà una discendenza“.