Prende sempre più forma di una vera e propria Tangentopoli europea attorno al Qatar gate. Secondo le ultime indiscrezioni apparse sulla stampa estera, le tangenti pagate attraverso l’organizzazione non governativa guidata da Antonio Panzeri, perseguivano non solo lo scopo di migliorare la reputazione del Qatar sul fronte dei diritti umani (in vista del mondiale), ma per scopi commerciali ben precisi.
Ad oggi si parla di una “quantità indefinita” di parlamentari europei, che secondo la stampa greca potrebbero essere almeno 60, che il Qatar avrebbe corrotto per influenzare le decisioni dell’UE. Ma non solo. Altre indiscrezioni da parte della magistratura belga, lascerebbero trapelare che nel sistema in questione circolavano flussi di denaro anche di un’altra potenza extra europea, come il Marocco. A Bruxelles adesso, si vive nella preoccupazione che anche altri organi dell’Unione possano essere coinvolti. Creando una tempesta perfetta.
Tangenti ed obbiettivi commerciali e politici: a cosa serviva l’azione del Qatar nel cuore dell’UE
Ormai appare chiaro che il sistema dietro il Qatar gate, non sarebbe legato solo all’evento Mondiali 2022, ma consisterebbe in un circuito di corruzione politica che appare nascondere scopi commerciali ben precisi. Nello specifico sarebbero finiti sotto l’occhio della Magistratura belga, l’accordo che punta all’eliminazione dei Visti da e per il Qatar, e quello riguardante la liberalizzazione degli scali europei alla Qatar Airways. Il primo doveva essere approvato nella Plenaria di Strasburgo questa settimana (e apre le congetture sulla coincidenza con lo scoppiare dello scandalo), ma è stato subito rimandato al lavoro di commissione, per controllare l’eventuale presenza di pressioni “irregolari” nella sua approvazione.
Mentre il provvedimento legislativo che rischia quasi sicuramente di saltare, è il cosiddetto accordo “cieli aperti“ sottoscritto dalla Commissione nell’ottobre dello scorso anno. Che avrebbe garantito alla Qatar Airways, l’accesso illimitato al mercato dell’Ue, che conta 450 milioni di persone e viaggiatori. E in cambio, le compagnie aeree comunitarie, avrebbero ottenuto reciprocità di trattamento, in una Nazione che però conta solo 2,9 milioni di persone. Un affare a dir poco sbilanciato in fatto di benefici commerciali a favore dell’emirato del Qatar.
La pista Marocchina nei flussi di denaro dell’ONG di Panzeri
E poi seguendo i flussi di denaro gestito da Panzeri comparirebbe un’altra potenza extra Europea, come il Marocco. Una pista questa che stanno seguendo gli inquirenti belgi, a partire dai legami proprio di Panzeri con Abderrahim Atmoun, un politico marocchino divenuto poi ambasciatore in Polonia. Nelle intercettazioni Panzeri parlerebbe alla moglie di viaggi e regali ricevuti in Marocco proprio tramite l’ambasciatore. Sulla questione del Marrocco gate, il quotidiano belga Le Soir rivela la perquisizione negli uffici dell’eurodeputato belga socialista Marc Tarabella. Indicato come molto vicino a Rabat, che lasciarebbe pensare dunque ad un approfondimento della “pista marocchina” da parte della magistratura belga.
Il Marocco come il Qatar, attraverso le tangenti avrebbe perseguito interessi politici, che in questo caso riguarderebbero molto probabilmente la questione del Sahara Occidentale. Una lingua di terra, ex colonia spagnola a sud del Marocco, contesa tra Rabat e il Fronte Polisario. Se gli Stati Uniti hanno riconosciuto il territorio come proprietà del Marocco, tutt’ora manca un riconoscimento da parte dell’ONU e l’UE. Una questione molto cara a Rabat che secondo i magistrati belgi, potrebbe aver operato attraverso il sistema creato da Panzeri in questi anni, per effettuare azioni di lobbying e presunta corruzione del Parlamento europeo. Il vero timore però oggi è che l’inchiesta a breve coinvolga anche altri esponenti delle istituzioni comunitarie. Esponenti di spicco in organi chiave dell’UE, dove il Parlamento è il meno influente per il raggiungimento degli interessi politici puntati da Doha e Rabat.