Era il 2016 quando Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese ha fatto il suo debutto nelle sale, riscuotendo fin da subito un grande successo. Non solo all’interno dei confini italiani, anche all’estero la pellicola ha attirato su di sé l’attenzione generale, entrando addirittura nel Guinness World Record.
Sette amici di vecchia data, di cui tre coppie, riuniti attorno a un tavolo in occasione di una cena, una come tante, durante la quale si decide di fare un gioco: ciascuno deve mettere il proprio smartphone sul tavolo. Per tutta la durata della serata, qualsiasi messaggio o chiamata sarà condiviso con i presenti, senza alcuna privacy: ed è così che persone, convinte della profondità del loro legame, si scopriranno Perfetti sconosciuti.
Il presupposto alla base talmente banale – all’apparenza – da risultare quasi geniale, grazie all’immediatezza della narrazione, alla climax che si crea inquadratura dopo inquadratura e alla perfetta aderenza alle dinamiche relazionali contemporanee, con le eventuali derive annesse, non è passato inosservato. Il soggetto originale di Paolo Genovese ha dunque ottenuto ampia eco a livello internazionale, tanto da ricevere diversi riadattamenti negli anni successivi. Il primo remake, di produzione greca – dal titolo Teleioi xenoi – è arrivato ad alcuni mesi di distanza dall’uscita dell’originale italiano e ha spianato la strada alla lunga sequela di versioni internazionali. Nel 2019, Perfetti sconosciuti è finito sul Guinness World Record come film con il maggior numero di remake, arrivati oggi a 19: una cifra destinata a crescere dopo l’annuncio dell’ennesimo riadattamento, di produzione islandese.
Perfetti sconosciuti, un successo da record che si riconferma anche dopo 7 anni: ecco perché
Lo scorso 8 gennaio 2023, con l’annuncio della realizzazione di un remake di produzione islandese, Perfetti sconosciuti ha superato il suo stesso record di film con il maggior numero di rifacimenti. Già all’epoca della sua uscita, la pellicola nostrana, ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico e critica: oltre ad aver rastrellato una cifra pari a circa 17 milioni di euro su suolo nostrano, ha vinto due David di Donatello (a fronte di nove candidature), tre Nastri d’argento (su un totale di sei nomination) e il premio per la Miglior Sceneggiatura al Tribeca Film Festival. Apprezzato per il cast, composto da Marco Giallini, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Kasia Smutniak, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo e Alba Rohrwacher, il film è ad oggi annoverato come uno dei migliori di produzione nostrana degli anni 2010.
Il segreto del suo successo
Ma cosa ha permesso alla pellicola di raggiungere tale successo? In fin dei conti, il soggetto alla base non è tra i più originali di sempre e, anzi, porta sul grande schermo una situazione tipica di stampo teatrale, che va dalla commedia degli equivoci latina fino al Kammerspiel, il dramma da camera dei primi del Novecento. Ed è, forse, proprio da questo schema ricorrente della ripetitività che nasce una maggiore facilità nella fruizione e, di conseguenza, nella replicabilità di un determinato contenuto.
Perfetti sconosciuti, inoltre, compie un passaggio successivo. Proprio a partire dalla tradizione, infatti, la pellicola sceneggiata dallo stesso Genovese insieme a Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini e Rolando Ravello riesce ad attualizzarsi, arriva a raccontare le dinamiche relazionali odierne, a partire da quel “talismano moderno” divenuto ormai “la scatola nera” delle nostre esistenze: lo smartphone. In tal senso, la pellicola riesce a trascendere qualsiasi identità territoriale, divenendo una riflessione sulla socialità odierna e sulla concezione attuale di coppia, riassumendo gli stati d’animo, le insicurezze e le frustrazioni generazionali alla luce dei continui cambiamenti.