La Juventus, il club più blasonato e con più tifosi d’Italia, si sarebbe resa protagonista di “un illecito disciplinare sportivo. Tenuto conto della gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione“.
Sono le motivazioni con cui la Corte di appello della Figc (Federazione italiana gioco calcio) ha condannato i bianconeri a 15 punti di penalizzazione in classifica.
Stangata sulla Juventus
Motivazioni della sentenza che l’Ansa ha anticipato. Una stangata – quella dei 15 punti – ben oltre le richieste della stessa pubblica accusa sportiva (9 punti). E che ha messo la Juventus in seria difficoltà agonistica precipitandola, da una domenica all’altra, dai vertici della serie A a metà classifica. Ossia lontana da un posto in graduatoria per la qualificazione alle competizioni europee.
Cosa dice la Corte
Nel merito, la Corte d’appello della Figc ritiene che la Juventus abbia commesso l’illecito, “vista la documentazione proveniente dai dirigenti” del club “con valenza confessoria e dai relativi manoscritti“. Ma anche viste “le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture“.
La Corte di appello federale della Figc – apprende l’Ansa – ha ammesso la richiesta della procura di revocazione, è spiegato nelle motivazioni, del processo plusvalenze per la Juventus, “di fronte ad un quadro dei fatti radicalmente diverso“. E ciò per “l’impressionante mole di documenti giunti dalla procura della Repubblica di Torino. Che ha evidenziato l’intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori“.
Juventus, perché -15 punti
“Per quanto riguarda la sanzione – proseguono le motivazioni della sentenza sulla Juventus – la Corte ha tenuto conto della particolare gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione. E della stessa intensità e diffusione di consapevolezza della situazione nei colloqui tra i dirigenti della FC Juventus S.p.A“.
Sorte diversa per gli altri club
Nei fatti nuovi che hanno portato alla riapertura del processo sportivo per le plusvalenze “non sussistono evidenze dimostrative specifiche per le altre società“. Gli altri club, Juventus esclusa, sono dunque stati prosciolti. I giudici sportivi hanno infatti ritenuto che “tanto meno appare possibile sostenere che vi sia stata una sistematica alterazione di più bilanci“. Sono 36 le pagine di motivazioni per la sentenza di penalizzazione di 15 punti alla Juventus nel processo plusvalenza.
Le sanzioni ai dirigenti
Esattamente 10 giorni fa, lo scorso 20 gennaio, la Corte federale aveva accolto l’istanza per revocazione del processo plusvalenze, presentata dalla procura Figc, riaprendo un procedimento sportivo a carico della Juventus. Come detto, alla fine, sanzioni solo per la Juve e i suoi dirigenti, prosciolti gli altri club. Il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, aveva chiesto 9 punti di penalizzazione in classifica per i bianconeri. Ma anche pesanti sanzioni a carico dei dirigenti del club. Ovvero 16 mesi di inibizione per l’ex presidente Andrea Agnelli, 20 e 10 giorni per l’ex direttore Fabio Paratici, 10 mesi per Federico Cherubini, 12 mesi per tutti gli altri consiglieri.
La fine dell’era Agnelli
Lo scorso 29 novembre l’intero Consiglio di amministrazione del club calcistico più famoso d’Italia aveva rassegnato le dimissioni. Ora il nuovo presidente della Juventus è Gianluca Ferrero. La decisione delle dimissioni in blocco, presa all’unanimità, derivava dal coinvolgimento nell’indagine Prisma della procura di Torino che ha passato al setaccio i conti del club bianconero. Le accuse sono di falso in bilancio. Non mancano contestazioni dalla Consob, la Commissione di controllo della Borsa. Poi si è mossa la giustizia sportiva ed è arrivata la tegola della penalizzazione in classifica.