A 10 giorni dal 24 febbraio quando si compirà un anno di guerra in Ucraina, la tensione fra NATO e Russia è sempre più alta. “Non vediamo da parte del presidente Putin segnali che si stia preparando per la pace” dice il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg.
“Vediamo l’opposto” aggiunge da Bruxelles, in occasione di una riunione dei ministri della Difesa, il 14 febbraio. Putin “si sta preparando per fare più guerra, per nuove offensive e nuovi attacchi“. Stoltenberg ribadisce quanto da tempo l’Occidente sta affermando. Ovvero che a primavera è molto probabile che scatti un’offensiva su larga scala dei russi per la conquista dell’intero Donbass.
NATO: in Ucraina i tank, non i jet
Da settimane le forze ucraine combattono accanitamente e con successo per respingere gli assalti russi su Bakhmut e nelle aree vicine. Ma ora la Russia si preparerebbe a sfondare. Arrivando al quartier generale della NATO Stoltenberg ha precisato che la minaccia putiniana “rende ancora più importante il fatto che alleati e partner forniscano maggiore sostegno all’Ucraina“.
Parlando dell’aiuto militare a Kiev, Stoltenberg ha sottolineato che “la questione dei caccia non è la più urgente al momento, la priorità ora è consegnare i tank“. Sull’invio di moderni aerei da combattimento “abbiamo una discussione in corso e consultazioni tra alleati sul tipo di sistemi che dovrebbero essere forniti all’Ucraina” ha detto il numero uno della NATO. E ha poi sottolineato che “la necessità urgente ora è consegnare i veicoli blindati, i veicoli da combattimento della fanteria, i Leopard e gli altri carri armati che abbiamo promesso“. “Il tipo di sostegno che abbiamo fornito all’Ucraina è cambiato nel tempo e continuerà a cambiare e a evolversi mentre questa guerra si sviluppa“, ha spiegato.
L’Occidente sempre più in guerra
La guerra, dunque, si sviluppa, è destinata ad attraversare nuove fasi, non certo a finire presto, sembra di capire dalla parole del capo dell’Alleanza atlantica. Il quale parla da condottiero in guerra. Essendosene probabilmente accorto tiene subito a precisare che “né la NATO né gli Alleati della NATO sono parte di questa guerra.” Dopo un anno di conflitto senza vincitori né vinti è però difficile credere una cosa del genere. Certo: formalmente l’Alleanza e i paesi dell’Occidente non sono in guerra contro la Russia. Tuttavia appoggiano incondizionatamente l’Ucraina e si preparano a un netto salto di qualità nelle forniture militari al Governo di Volodymyr Zelensky.
Per la prima volta, infatti, si è deciso di inviare in Ucraina carri armati pesanti e presto forse anche caccia bombardieri. “Ciò che facciamo come alleati NATO è fornire sostegno all’Ucraina. L’Ucraina si sta difendendo: questa è una guerra di aggressione” afferma ancora Stoltenberg. “La Russia ha attaccato una nazione sovrana e indipendente in Europa e naturalmente l’Ucraina ha il diritto di difendersi. Il diritto all’autodifesa è parte del diritto internazionale e noi sosteniamo l’Ucraina nel suo diritto all’autodifesa“. “Poi certo – ha aggiunto – il tipo di sostegno che forniamo si è evoluto, così come la guerra si è evoluta“.
I caccia della NATO in Ucraina? Sì ma non ora
L’evoluzione di cui parla Stoltenberg significa che nell’arco delle prossime settimane arriveranno in Ucraina dalla Germania come da altri paesi europei decine di carri armati Leopard 2 di ultima generazione, assieme ai moderni Abrams americani. Il discorso è diverso per i caccia bombardieri. A Bruxelles il 10 gennaio scorso le richieste di Zelensky di armi pesanti, in particolare i caccia bombardieri, non sono state accolte con quell’entusiasmo che il presidente dell’Ucraina sperava di aver suscitato. “È impossibile consegnare gli aerei all’Ucraina a breve” ha spiegato il presidente della Francia, Emmanuel Macron. “A breve” ha dichiarato: la cosa, dunque, sul medio e lungo termine potrà verificarsi.