Nella guerra in Ucraina sembra uscire definitivamente allo scoperto la rottura dei rapporti fra il capo della compagnia Wagner, Yevgeny Prigozhin, e Vladimir Putin. L’ex ‘cuoco’ del presidente russo ha detto di essere stato tagliato fuori dalle comunicazioni speciali con le autorità di Mosca.
Tutto ciò a causa delle sue richieste di fornire munizioni al gruppo di ex galeotti Wagner che sta cingendo d’assedio Bakhmut, nel Dobnass. E che avrebbe già in parte sfondato le linee della resistenza ucraina conquistando la zona orientale della città.
La rabbia di Prigozhin
Siamo stati “tagliati fuori” da Putin, afferma Prigozhin in un comunicato citato dalla Cnn. “Per farmi smettere di chiedere munizioni, mi hanno spento tutti i telefoni speciali in tutti gli uffici. E mi hanno bloccato tutti i passaggi ai dipartimenti responsabili delle decisioni” ha dichiarato sul canale Telegram del suo ufficio stampa. Il capo della Wagner ha poi aggiunto che chiederà le forniture di proiettili attraverso i giornali, tv e social media.
Controffensiva ucraina
La Russia affronta in queste ore un possente contrattacco dell’esercito di Kiev, cominciato la sera del 9 marzo, contro siti e centri logistici. Ossia aree in cui i russi hanno concentrato truppe e attrezzature, all’interno del territorio ucraino. Lo riferisce lo Stato maggiore ucraino citato dai media locali. Tredici gli attacchi che l’Ucraina ha sferrato contemporaneamente.
L’aviazione ha colpito un complesso missilistico antiaereo, mentre unità di artiglieria hanno centrato 6 aree di concentrazione del personale militare russo, 2 centri logistici, 3 depositi di munizioni, 6 stazioni di controllo elettronico e 2 veicoli antiaerei in posizione di tiro. L’Ucraina deve però fare anche i conti col pesante attacco russo subito il 9 marzo in 10 regioni del paese. A Kiev, dopo l’ennesimo bombardamento missilistico, il 30% degli abitanti non ha più il riscaldamento in casa. Ripristinate invece l’erogazione di acqua ed elettricità. Sempre a seguito degli attacchi russi, una parte della città di Zaporizhzhia rimane al momento senza elettricità.
L’identità dell’eroe di Bakhmut
Resta ancora da stabilire l’identità del cosiddetto “eroe” di Bakhmut: un soldato ucraino prigioniero e disarmato barbaramente assassinato dai russi. La sua immagine, sigaretta in bocca, mentre dice “Gloria all’Ucraina” poco prima di essere ucciso a mitragliate ha fatto il giro del mondo. Secondo alcuni si tratta di Tymofiy Shadura, di 41 anni, militare della 30° brigata meccanizzata separata, nato a Liubar Raion e cresciuto nel villaggio di Mala Derevychka, nell’oblast di Zhytomyr, di professione agricoltore. L’uomo è scomparso il 3 febbraio vicino a Bakhmut. Alcuni suoi parenti hanno detto di averlo riconosciuto nelle macabre immagini dell’esecuzione.
Secondo alcuni media e blogger ucraini, invece, l’eroe è Oleksandr Igorevich Matsievskyi, di 42 anni, di professione elettricista, scomparso il 30 dicembre scorso mentre combatteva alla periferia di Soledar. Nelle ultime foto aveva un cerotto sul sopracciglio destro proprio come l’uomo ucciso nel video. A differenza di Shadura, il corpo di Matsievskyi è stato restituito dai russi ed è sepolto nel cimitero di Nizhyn, a nord-est di Kiev, dove molti cittadini gli hanno reso omaggio. Anche in questo caso i parenti lo hanno riconosciuto, così membri della sua unità di combattimento. Per dirimere la questione si attende ora l’esito dell’inchiesta dello stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina. Ma potrebbero servire parecchie settimane.