Precipita la salute dei mercati finanziari globali con il crollo della banca americana, Silicon Valley Bank, che investiva nelle start up dell’high tech. Il continuo rialzo dei tassi portato avanti dalla FED, che punta ad abbassare l’inflazione provocando un rallentamento dell’economia, sta generando delle ripercussioni importanti nel sistema bancario.
L’istituto californiano difatti è andato in cortocircuito principalmente per andare incontro alla necessità di soddisfare la continua richiesta di liquidità da parte delle aziende clienti della banca, a loro volta colpite dai rialzi dei tassi di interesse da parte della FSD. Creando un serpente che si morde la coda dal quale l’istituto non è riuscito a uscire. Al tal punto che è iniziata una fuga di clienti dalla Silicon Valley Bank, che ha provocato poi in 48 ore il suo fallimento. C’è chi teme ora un’effetto contagio ed una nuova Lehman Brothers.
L’aumento dei tassi di interesse: la causa del fallimento della Silicon Valley Bank
Quando si alzano i tassi di interesse, si ritira la liquidità dal sistema finanziario. Perché accendere un mutuo costa di più, indebitarsi costa di più, e dunque il volume della liquidità diminuisce, assorbito dai tassi di interesse. La Silicon Valley Bank, ritrovandosi a corto di capitale in seguito a delle perdite da quasi 2 miliardi di dollari riportate sui suoi investimenti, che consistevano soprattutto in titoli di Stato statunitensi. Aveva emesso azioni sul mercato per 2,2 miliardi di dollari per cercare di raccogliere denaro e rafforzare il capitale eroso dalle passività. Ma l’operazione è clamorosamente fallita. Facendo registrare un crollo all’istituto finanziario del 60%.
Ciò che spaventa ora i mercati è l’affidabilità degli asset di altri importanti fondi che detengono i medesimi titoli di Stato statunitensi. I tassi alle stelle difatti erodono il valore intrinseco oggi del “bond” USA. Le autorità della California, per arginare i danni, hanno deciso di chiudere la Silicon Valley Bank i cui depositi sono comunque assicurati dal Federal Deposit Insurance Corp. L’agenzia federale di assicurazione sui depositi, simile a quelle esistenti in Europa e Italia. Ma la paura e l’incertezza ha regnato sovrana per tutta la giornata di ieri. In Europa Deutsche Bank ha perso il 6,9%, Bnp Paribas il 4%, Barclays il 6%, Santander il 4,9%, Credit Suisse il 4,8%. Le due principali banche italiane, Intesa Sanpaolo ed Unicredit, sono scese rispettivamente del 2% e del 3,1%.
Lo stress test del sistema finanziario
Per circa quarant’anni la Silicon Valley Bank era stata uno dei principali istituti finanziari dei sognatori del futuro digitale di domani. Finanziava coloro che avevano bisogno di qualcuno che credesse alle loro iniziative, rischiando accanto a loro per far diventare le loro visioni una realtà. Il suo fallimento è il secondo maggiore della storia americana dopo il collasso nel 2008 di Washington Mutual, una delle più grandi associazioni di risparmio e prestito degli USA. Quell’anno diede inizio ad una delle peggiori crisi finanziarie degli ultimi decenni, di cui paghiamo ancora le conseguenze. Per frenare l’agitazione, oggi il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, ha affermato che “il sistema bancario resta resiliente“, aggiungendo di nutrire “piena fiducia” nelle autorità bancarie.
Ora i 175 miliardi di dollari di depositi della Silicon Valley Bank, inclusi quelli di alcuni dei nomi maggiori del mondo tecnologico, finiranno sotto il controllo della Federal Deposit Insurance Corp. L’agenzia federale ha già creato una nuova banca, la National Bank of Santa Clara, per i depositi e i gli asset di SVB. Il nuovo istituto sarà operativo da lunedì per facilitare i prelievi da parte dei clienti dell’istituto fallito. Tutto il mondo spera di scongiurare un effetto contagio e una nuova Lehman Brothers, ma il crollo mostra evidentemente gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse da parte della FED sulla liquidità. Tassi che sono destinati, a detta del presidente generale Jerome Powell, a salire ancora. Reggerà a questo stress test il sistema finanziario?