L’Africa da decenni è preda del sistema neocoloniale portato avanti dalle potenze/multinazionali occidentali e asiatiche. Che attraverso la retorica degli aiuti economici e la promessa dello sviluppo, “controllano” paesi sottosviluppati come il Sudan, usando strumenti economici e culturali anziché la forza militare.
Va da sé dunque che ogni qual volta che la pace nella regione viene minata da lotte interne, ed i governi assediati o rovesciati, quasi sempre ci siano alla base degli interessi in ballo molto più grandi di quel che sembra. Nel caso del Sudan i protagonisti sono i principali attori e super poternze globali come: Russia, USA e Cina. Dove ciascuna di queste tesse nell’area uno specifico piano politico ed economico. Che la guerra civile in atto rischia di rimandare o distruggere.
I rapporti tra Cina e Sudan: Port Sudan essenziale per la Via della Seta
La potenza più lungimirante ad agire nel continente africano, al termine dell’era coloniale delle nazioni europee, è stata senza alcun dubbio la Cina. Che già dai tempi di Mao Zedong ha intessuto importanti rapporti con alcuni Paesi strategici dell’area, tra cui il Sudan. Facendo leva, soprattutto a livello geopolitico sul passato in comune con il continente africano, in quanto per decenni entrambe terre di conquista delle potenze occidentali. Ad oggi la Cina è quella che ha elargito più investimenti verso il continente, con un totale di 300 miliardi di dollari negli ultimi due decenni, dove alcune popolazioni oggi studiano addirittura il mandarino. E la quasi totalità delle terre rare “appartiene” proprio al Dragone.
Nel Sudan, Paese con un importante sbocco sul Mar Rosso, i cinesi hanno in pentola importanti obbiettivi. In particolare nell’infrastruttura di Port Sudan che servirebbe agli interessi strategici della Cina per facilitare il Dragone nel trasporto delle materie prime. Il Sudan difatti è stato uno dei primi Paesi a diventare membro della Belt and Road Initiative cinese: l’ingente piano economico della via della Seta che ha il fine di espandere i collegamenti tra l’Asia e l’Europa. E secondo gli accordi stipulati, Pechino pianificava proprio qui la costruzione di una zona economica speciale e un centro di distribuzione merci strategico. Dove non a caso nel frattempo il Dragone sta costruendo il nuovo aeroporto internazionale di Khartoum, oltre che infrastrutture di trasporto.
Le ambizioni di Mosca in Sudan: la base militare e l’estrazione dell’oro
Ma subito accanto a Pechino chi ha nel Sudan importanti piani geopolitici è Mosca. Qui difatti la Russia possiede il via libera per l’estrazione dell’oro. Flussi essenziali in questo momento per le casse del Cremlino, che sono poste sotto stress dalle sanzioni occidentali. L’estrazione è portata avanti dalla Meroe Gold, una società russa collegata a Yevgeny Prigozhin, capo e fondatore del gruppo Wagner. Ma l’ambizione più importante di Mosca in realtà è quella di ottenere la concessione di una base militare lungo la costa sudanese. Nel 2020, Mosca e Khartoum avevano raggiunto un accordo per stabilire una base navale russa a Port Sudan. La potenziale base avrebbe dovuto ospitare un centro logistico navale e un cantiere di riparazione, fino a 300 persone e quattro navi militari, comprese quelle a propulsione nucleare.
Nell’Aprile del 2021 tuttavia, dopo il colpo di Stato che ha rovesciato il precedente governo di Al-Bashir, sotto pressione degli Stati Uniti il governo militare succedutogli è apparso restio a rilanciare l’intesa con i russi, e la base resta al momento congelata. Gli USA dal canto loro hanno la volontà di intensificare la loro presenza nella regione. Non a caso a Washington il 22 Dicembre scorso si è svolto l’United States – Africa leaders summit. A cui hanno partecipato 49 Paesi africani e in cui l’Amministrazione Biden ha reso esplicita la nuova strategia statunitense verso il continente africano. Washington punta ad essere in tempi brevi di nuovo protagonista, per contrastare le manovre russe e cinesi. E a distanza di soli 4 mesi la miccia oggi è scoppiata in Sudan. Che sia un’ennesima guerra per procura nel continente tra le potenze globali in ballo?