Inaugurata ufficialmente alle Scuderie del Quirinale a Roma la mostra: L’Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni 1842-2022. Sono oltre 600 le opere che intendono raccontare il paesaggio visto come elemento indentitario della cultura nazionale. Un percorso ricostruito attraverso il patrimonio fotografico della Fondazione Alinari e del Museo di Fotografia Contemporanea. 

Le Scuderie del Quirinale presentano la mostra L’Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni (1842-2022). Un’esposizione nata dal desiderio di far conoscere al pubblico il ricco patrimonio fotografico di cui il nostro Paese dispone. Oltre 600 opere, provenienti dalle collezioni pubbliche di Fondazione Alinari e Museo di Fotografia Contemporanea, che intendono valorizzare sia la fotografia storica che quella contemporanea. La rassegna, difatti, presenta un racconto della rappresentazione del paesaggio italiano, nel corso di quasi due secoli – dalla metà del XIX secolo fino ai giorni nostri – sottolineandone le trasformazioni quanto i numerosi e diversi punti di vista.

Fischli & Weiss “Senza titolo (Milano Duomo)” 1992-2000 @Crediti Museo di Fotografia Contemporanea/Vittorio Alinari “Isola di S. Pietro –Sardegna. Rocce Trachitiche” 26 maggio-12 giugno 1913 stampa moderna ai sali d’argento su carta da negativo alla gelatina sali d’argento su vetro @Crediti Firenze, Archivi Alinari – VelvetMag

All’interno della mostra

Come chiarisce la nota stampa in cui è presentata la mostra alle Scuderie del Quirinale, questa esposizione intende il paesaggio come “elemento identitario” della cultura italiana. Ma anche il soggetto privilegiato delle rappresentazioni ottocentesche sia in ambito pittorico che fotografico. Lo stesso paesaggio che negli ultimi cinquant’anni torna a rivestire un ruolo centrale nella fotografia italiana, dando vita a una vera e propria scuola, riconosciuta in ambito internazionale. “Il paesaggio – ricorda Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura – evolve e recepisce il senso della presenza umana, portando impresse le tracce di una storia millenaria. Uno scrigno prezioso, che custodisce la nostra memoria storica e che, come tale, va trattato con cura“.

La mostra è strutturata secondo un percorso cronologico che parte dall’invenzione della fotografia fino ai giorni nostri, nella sua evoluzione e anche nelle sue contraddizioni. “L’Italia è un desiderio è una mostra di straordinario valore che conferma ancora una volta – precisa Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana – che la fotografia è arte che sa mettere insieme sguardo soggettivo e capacità di narrazione di un paese e di un’epoca“. In questo senso la mostra si apre con lo sguardo dei fotografi dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Opere conservate negli Archivi Alinari, e tra cui spiccano le grandi panoramiche di Roma e Firenze di Michele Petagna e di Leopoldo Alinari. Segue poi la narrazione del mito del viaggio in Italia, radice della civiltà occidentale, attraverso la presentazione di numerose opere delle origini, con autori come Girault de Prangey, Calvert Richard Jones, Frédéric Flachéron, Giacomo Caneva.

Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco, Fabio Severo “Collina di Pizzo Sella, Palermo, 2012” @Crediti Museo di Fotografia Contemporanea/Fratelli Alinari, I faraglioni (The Faraglioni), Capri ante 1915, negativo alla gelatina sali d’argento su vetro @Crediti Firenze, Archivi Alinari – VelvetMag

Paesaggio identità di una Nazione

Nella sezione dedicata ai negativi è presentato, poi, un approfondimento sulla ricerca e sulla continua sperimentazione della fotografia tra Ottocento e Novecento. Qui si trovano anche i primi tentativi di restituire un’immagine dell’Italia che sia a colori con le creazioni di autori come lo scienziato Giorgio Roster e con pezzi rari come le autocromie. Il percorso alle Scuderie del Quirinale procede con l’esposizione delle immagini di autori interessati ad affermare la fotografia come strumento artistico e a offrire una soggettiva rappresentazione del mondo, tra cui Vittorio Alinari e Wilhelm von Gloeden. Si conclude poi la prima parte di questo viaggio fotografico con la selezione che riguarda gli Anni ’40 e ’50 del Novecento con le opere di Vincenzo Balocchi e Luciano Ferri, Alberto Lattuada.

In questa sezione anche le opere di Fosco Maraini le cui immagini evidenziano l’amore del fotografo per la montagna e il paesaggio del Sud ItaliaConnotati da una precisa visione antropologica“. Il percorso cronologico continua poi al secondo piano delle Scuderie del Quirinale dove si trovano una selezione di immagini di autori della fotografia italiana e internazionale dal dopoguerra ad oggi. In questa sezione si presentano in una successione di tecniche, linguaggi e pratiche artistiche fino alle ricerche più attuali. Si parte dal paesaggio come scenario della narrazione sociale e politica che caratterizza la stagione del reportage (Letizia Battaglia, Carla Cerati, Uliano Lucas, Federico Patellani).

Giorgio Roster “Colorazione del cielo al tramonto” 1872-1921 ca., diapositiva su lastra di vetro colorata a mano @Crediti Firenze, Archivi Alinari/Luigi Ghirri “Capri” 1982 @Crediti Museo di Fotografia Contemporanea – VelvetMag

L’ambizione delle Scuderie del Quirinale

Attraverso le sperimentazioni concettuali degli Anni ’70 (Mario Cresci, Franco Fontana, Mario Giacomelli), si arriva a quello che è definito come uno dei fiori all’occhiello di questa parte della mostra. Si tratta dell’esperienza di Viaggio in Italia, in cui Luigi Ghirri raccoglie una serie di ricerche che rivolgono lo sguardo verso luoghi spesso marginali, quotidiani e anti-spettacolari. Sono questi luoghi a trasformarsi poi nel manifesto di una nuova fotografia italiana nella quale si trovano, tra gli altri, Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Guido Guidi. Si approda poi al nuovo Millennio con stampe spettacolari di grandi dimensioni e nuovi linguaggi (Paola De Pietri, Fischli and Weiss, Francesco Jodice, Massimo Vitali, Thomas Struth). E per ultimo, ma solo a livello cronologico, l’espansione dell’idea di documentazione con gli autori più giovani e contemporanei.

La mostra non intende ricostruire la storia della fotografia italiana, ma mettere in luce la continua tensione tra un passato, che ha visto nel paesaggio italiano un’eccezionale coincidenza tra natura e cultura, ed una storia più recente, segnata da strappi, accelerazioni selvagge ed interventi aggressivi. Atti, come chiarisce la nota: “Dettati dallo sviluppo economico e dalla globalizzazione, che rendono complesso il paesaggio e sollecitano la definizione di una nuova identità culturale italiana“. “Una mostra particolarmente ambiziosa – precisa Mario De Simoni, Presidente delle Scuderie del Quirinale – che affronta un tema di tale vastità da essere decisivo per un qualsiasi sguardo sull’Italia. E tanto rilevante da essere oggetto di quello che il Presidente Ciampi definì l’articolo più originale della nostra Costituzione, l’Art. 9, che pone fra i ‘principi fondamentali’ la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico“.