La Festa del Cinema di Roma2023 è, ormai, entrata nel vivo della sua diciottesima edizione, regalando agli amanti del grande schermo già moltissime anteprime e incontri straordinari con alcuni dei più grandi talenti del mondo cinematografico. Tra le opere presentate durante la seconda giornata della kermesse spicca senza dubbio Diabolik Chi sei?, ultimo capitolo della trilogia dedicata al re del terrore firmata dai fratelli Manetti.
La trepidante attesa per il ritorno di Diabolik sul grande schermo è quasi giunta al termine. Il prossimo 30 novembre, infatti, le gesta dell‘iconico personaggio dei fumetti, creato dalle menti geniali delle sorelle Angela e Giuliana Giussani nel 1962, tornano ad intrattenere il pubblico con l’ultimo capitolo della trilogia diretta dai Manetti Bros, Diabolik Chi sei?. Nel cast del film risaltano nomi di grande risonanza internazionale come Giacomo Gianniotti (Diabolik), Miriam Leone (Eva Kant), Monica Bellucci (Altea di Vallenberg) e Valerio Mastandrea (ispettore Ginko).
Il fascino intramontabile di Diabolik portato sul grande schermo dai fratelli Manetti
Per decenni, il nome Diabolik è stato sinonimo di intrighi, azione adrenalinica e una sorta di romanticismo criminale. Questo leggendario ladro è diventato una vera e propria icona cult dell’immaginario italiano, conquistando il cuore di numerosi appassionati di fumetti in tutto il mondo. E Antonio e Marco Manetti, noti per le loro abilità nell’esplorare le sfumature dell’azione e della suspense, si sono assicurati di catturare tutta la complessità di questo personaggio, portando su pellicola la sua storia con uno stile visivo e narrativo che, pur rispecchiando quasi fedelmente l’essenza dei fumetti originali, ben si adatta alla visione di una nuova generazione di spettatori.
Sinossi Diabolik Chi sei?
In Diabolik Chi sei? assisteremo ad una nuova avventura del famoso ladro, Diabolik (Giacomo Gianniotti), il quale sarà affiancato dalla sua complice e amante Eva Kant (Miriam Leone). La coppia è sul punto di mettere in atto un altro ingegnoso e pericoloso piano. Nel frattempo, l’ispettore Ginko (Valerio Mastrandrea) è ancora una volta determinato a fermarli. Tuttavia, le intenzioni dei due rivali saranno ostacolate da una banda di criminali che riuscirà a catturarli. Diabolik e Ginko mentre si trovano prigionieri dei malviventi, costretti a condividere la stessa cella e spinti dalla convinzione di essere presto uccisi, si lasceranno andare ad un confronto sincero durante il quale il ladro svelerà al poliziotto parte del suo oscuro passato. Intanto, Eva Kant e Altea (Monica Bellucci) si accorgono della scomparsa dei loro uomini e decidono di unire le forze per riuscire a trovarli.
L’empowerment femminile domina la scena
In questo capitolo conclusivo della trilogia, il peso e l’importanza dei personaggi femminili emergono in maniera alquanto evidente, dominando non solo l’aspetto dell’azione scenica, ma anche quello della profondità umana della narrazione. Eva Kant e Altea di Vallenberg, interpretate rispettivamente da Miriam Leone e Monica Bellucci, occupano una posizione di rilievo fondamentale nella dinamica degli eventi. La loro presenza si rivela, infatti, imprescindibile nell’evolversi della trama. E sono le stesse attrici a confermarlo durante la conferenza stampa tenutasi a seguito della proiezione del film.
E’ Miriam Leone ad aprire l’argomento, andando a condividere il suo punto di vista riguardo il suo personaggio: “le sorelle Giussani hanno scritto Eva Kant affinché Eva Kant potesse salvare quel ‘testone’ di Diabolik. Lei trasmette a lui questa umanità, questa intelligenza che è la dialettica, l’unica cosa che permette di superare i conflitti. In un mondo in bianco e nero Eva porta l’amore e l’amore è l’unica cosa che può superare la violenza, la corruzione e tutto ciò che di negativo c’è nel mondo di Clerville”.
In seguito continua dicendo: “Per la prima volta finalmente trova un’altra donna come lei: libera, indipendente. Perché entrambe amano i loro uomini al di fuori del matrimonio in un periodo temporale che si svolge tra gli anni ‘60/’70. Questo all’epoca era scandaloso. Due donne spregiudicate, con grande coraggio che si uniscono per superare il dualismo in nome dell’amore. Questa complicità, poi, è di considerevole lungimiranza da parte delle sorelle Giussani nell’immaginare un mondo migliore per noi donne, finalmente sostenitrici l’una dell’altra”.
La complicità tra Miriam Leone e Monica Bellucci nata sul set
Una complicità che è scattata non solo tra Eva e Altea nel mondo di Clerville, ma anche tra le due attrici durante le riprese. Successivamente, infatti, Miriam Leone prosegue parlando del rapporto che si è instaurato sul set con la collega Monica Bellucci: “con Monica c’è stata affinità, fin dal primo momento. Io ero molto emozionata il primo giorno. Lei è una grande amica delle donne. È una donna che ti sostiene, ti affascina. La complicità, dunque, è reale, ci siamo divertite molto. Portare in scena questo superamento delle rivalità è per noi un messaggio molto importante”.
A seguire anche le parole di Monica Bellucci: “innanzitutto voglio dire che Miriam è una donna e un’attrice straordinaria. In questo episodio di Diabolik le donne sono unite anche se non per molto tempo. Pur venendo da due mondi opposti hanno una femminilità comune. Sono emancipate, libere e sensuali in un mondo ancora dominato dagli uomini. Forse le sorelle Giussani hanno voluto dare luce a delle donne in cui si rivedevano. Perché erano non solo delle grandi artiste, ma anche delle imprenditrici ed era molto raro all’epoca”.