E’ iniziata venerdì 27 Ottobre quella che per Israele è la seconda fase delle sue operazioni contro Hamas. Una guerra, scoraggiata in prima linea dall’ONU e dal Vaticano. E che gli stessi leader israeliani hanno affermato potrebbe essere molto lunga e difficile.

Gaza dunque diventa a tutti gli effetti il secondo fronte della “guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita Papa Francesco. Che vede protagonista la questione Israelo-Palestinese, ma che fa da sfondo allo scontro fra gli USA e l’Iran. Dove l’assalto israeliano rischia di avvantaggiare quest’ultimi, perché?

Proteste contro Israele/ FOTO ANSA

L’Iran e l’amicizia di Israele con il mondo arabo sunnita

Le truppe israeliane come documentano le numerose immagini circolanti sul web, sono dentro la Striscia. Con decine di Tank e mezzi corazzati impegnati in un conflitto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu considera la “seconda guerra di indipendenza“. Non è chiaro ancora se l’ampliamento delle operazioni rappresenti l’inizio dell’attesa vasta incursione di terra. Secondo analisti militari in Israele, sembra che le Idf (Forze di difesa israeliane, n.d.r.) si muovano lentamente, con cautela, alla ricerca di trappole esplosive di Hamas da distruggere, per poi accerchiare Gaza City. Ma intanto le operazioni a Gaza prevedono già da giorni più intensi raid aerei e bombardamenti di artiglieria israeliani, con un bilancio di oltre ottomila morti palestinesi in meno di un mese. Il rischio di un allargamento del conflitto pende ora come una spada di Damocle sulla testa degli USA, che non sono riusciti a impedire l’attacco di Tel Aviv.  

Gaza city/ FOTO ANSA

La risposta israeliana difatti, rischia di provocare l’effetto sperato dall’Iran: allontanare Israele dal mondo arabo sunnita. Teheran difatti, sciita, teme fortemente il sistema di alleanze costruito negli anni da israeliani e americani nella regione. E per salvaguardare la stabilità del proprio regime politico, ha bisogno di indebolire il nuovo asse Israelo-Saudita promosso dagli USA con i Patti di Abramo. E in parte la risposta brutale di Israele agli attacchi di Hamas nei confronti del popolo palestinese, ci è riuscita. Paesi come la Giordania, l’Egitto e l’Arabia Saudita, dinnanzi alle violenze dell’esercito israeliano hanno rilasciato dichiarazioni di forte condanna del governo di Tel Aviv. Ma l’attacco di Hamas ha al contempo smontato l’eccellenza dei sistemi di intelligence e militari israeliani. Con il risultato che adesso gli alleati dell’Iran in Siria, in Iraq, in Libano tornano alla carica più forti di prima.

Lo scontro Iran-USA: la deep war dietro la guerra in Palestina   

Il conflitto Israelo-Palestinese è alla pari della Guerra in Ucraina, solo la superficie di un magma complesso di equilibri e influenze globali e regionali. Lo scontro in parte ormai si è già allargata ben oltre i confini di Gaza City, con pesanti scontri in Cisgiordania, razzi dalla Siria, dall’Iraq, dal Libano e da milizie sciite pro-Iran nello Yemen. Coinvolgendo gli alleati numero uno di Israele come gli Stati Uniti. Che hanno già colpito con caccia F16, milizie filoiraniane in due località della Siria orientale al confine con l’Iraq dopo ripetuti attacchi ai militari americani di stanza nella regione. Ma la situazione più critica rimane quella al confine tra Israele e il Libano, con il lancio di razzi e droni dei filo-iraniani Hezbollah. I report suggeriscono che l’offensiva massiccia di terra potrebbe non essere imminente, in attesa che gli Stati Uniti trasferiscano forniture difensive a Israele e mobilitino le proprie forze nell’area per scoraggiare Hezbollah e Iran.

Manifestazioni pro-Palestina a Roma/ FOTO ANSA

Il coinvolgimento di Hezbollah è difatti fortemente temuto da Washington e Tel Aviv. In quanto Hezbollah è molto più temuto di Hamas, avendo molti più uomini a disposizione, circa 150mila, e più missili. Senza contare che ha già affrontato l’esercito israeliano nell’ultima Guerra in Libano del 2006 riportando parecchie vittorie. La decisione di Israele dunque di intervenire con un attacco massiccio a difesa della propria invincibilità, rischia di costare un prezzo altissimo. Gli USA secondo la stampa americana hanno mandato i migliori esperti di guerriglia urbana per dettare tempi e piani di attacco all’esercito israeliano. Ma basterà a scongiurare un ulteriore escalation e coinvolgimento diretto in campo dell’Iran?