L’OMS lancia l’allarme diretto a tutta la comunità internazionale sull’uso delle sigarette elettroniche. Che secondo gli ultimi dati “sono assolutamente inefficaci per smettere di fumare e hanno effetti nefasti sulla salute”. Attaccando inoltre l’industria del tabacco, che con attività di marketing illusorie, trae in inganno i consumatori. Che oggi sono soprattutto i giovanissimi.
La diffusione delle sigarette elettroniche, spacciate al principio dall’industria del settore come molto più salutari e leggere delle sigarette normali, sarebbe non solo molto pericolosa, ma infondata. Non solo non sono affatto più salutari, e non andrebbero regolamentate diversamente da quelle classiche. Ma gli effetti sulla salute, anche per quanto riguarda il fumo passivo, sono pressoché identici a quelle del fumo tradizionale. Sono necessarie quindi prima che sia troppo tardi nuove normative da parte dei governi per proteggere la salute dei giovani che abusano oggi sin dall’età di 13 anni di queste sostanze nocive.
I rischi per la salute: le sigarette elettroniche sono identiche a quelle tradizionali
In un comunicato pubblicato il 14 dicembre scorso, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)ha lanciato un chiaro allarme sull’uso delle sigarette elettroniche. Dove a seguito di numerosi studi stanno emergendo “prove allarmanti sugli effetti negativi sulla salute della popolazione”. A preoccupare l’istituto è soprattutto la propaganda mediatica attorno alla vendita di tali prodotti. Spacciati come sicuri senza un adeguata regolamentazione o apparato normativo di riferimento rispetto alle sigarette classiche. Se si pensa infatti che in ben 88 Paesi non è stata indicata l’età minima entro la quale poterle acquistare e in 74 non c’è alcuna restrizione. Per non parlare del marketing che è molto spesso promosso attraverso i volti più in voga del momento, tra i quali influencer e personalità di spicco della generazione Z. Non è un caso se l’utilizzo delle sigarette elettroniche tra i ragazzi di 13-15 anni è molto superiore rispetto agli adulti, in tutti i Paesi che fanno riferimento all’OMS.
Peccato che questi dispositivi, spesso e volentieri lasciati fumare anche in ambienti chiusi, non hanno molto di diverso dalle sigarette classiche. E non solo comportano gravi danni alla salute, ma creano dipendenza. Molte delle sigarette elettroniche difatti, contenendo comunque nicotina “creano una forte dipendenza e sono dannose per la salute” si legge nel comunicato OMS. Che avvisa “sebbene gli effetti sulla salute a lungo termine non siano pienamente compresi, è stato stabilito che generano sostanze tossiche, alcune delle quali sono note per causare il cancro e altre che aumentano il rischio di disturbi cardiaci e polmonari”. Vari studi come quello condotto nel 2018 dall’Università del Minnesota difatti, hanno dimostrato che i vapori delle e-cig contengono tre sostanze tossiche, come la formaldeide, acroleina e metilgliossale, che aumentano il rischio di sviluppare tumori alle vie respiratorie.
L’urgenza di un’azione rapida e drastica contro le lobbies del tabacco
Non solo, alla pari del fumo tradizionale, secondo il Karolinska Institute di Stoccolma, aumentano istantaneamente del 23% i coaguli di sangue e alterano l’elasticità dei vasi sanguigni, accelerando il battito cardiaco e aumentando la pressione sanguigna. Che a lungo termine rappresentano tutte condizioni in grado di aumentare le probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari, come ictus e infarto. Anche i danni per i più giovani non sono da sottovalutare dato che “possono influenzare lo sviluppo del cervello e portare a disturbi dell’apprendimento”. Il problema è oggi riuscire a garantire un’adeguata informazione ai consumatori, tratti in inganno dalla percezione mediatica creata ad hoc dall’industria del settore. L’uso delle sigarette elettroniche in realtà andrebbe regolamentato e disincentivato, proprio come accade per il consumo delle sigarette tradizionali. E senza alcuna eccezione nemmeno per quanto riguarda il fumo passivo.
Le multinazionali del fumo però oggi finanziano e promuovono, come conferma l’OMS, “false prove per sostenere che questi prodotti riducono i danni, promuovendo pesantemente questi prodotti ai giovani e ai non fumatori, e continuando a vendere miliardi di sigarette”. È quindi necessaria un’azione urgente, drastica e rapida per regolamentare l’uso delle e-cig. Che protegga soprattutto i più giovani, a cui sono spacciati questi dispositivi oggi come delle caramelle dai migliaia di gusti. E che sono bombardati ormai di pubblicità, specie sui social network. La percezione generale delle sigarette elettroniche deve cambiare e per farlo è indispensabile un intervento al livello nazionale. Dove gli apparati statali non devono cedere all’accurato lavoro di lobbying che queste multinazionali conducono da tempo.