La guerra in Medio Oriente continua a mietere vittime. A preoccupare fortemente il blocco occidentale è soprattutto il ruolo dell’Iran. Additato dagli USA oggi come il vero regista dell’attacco di Hamas del 7 Ottobre, nonché come primo alleato delle milizie ribelli yemenite degli Houthi. Che oggi minacciano il traffico marittimo globale nel Mar Rosso.

Secondo le ultime notizie inoltre l’Iran avrebbe moltiplicato gli sforzi per ottenere una bomba all’uranio, e pare abbia carburante sufficiente per preparare almeno tre bombe atomiche in tempi strettissimi, forse in meno di un mese. La pressione mediatica dunque attorno a Teheran diventa sempre più incessante. Come il racconto filo-americano che la vuole come terza potenza del cosiddetto “asse del male” accanto a Cina e Russia. Ma quale rapporto sussiste veramente tra Teheran e le milizie Houthi? Quali interessi possiedono nella regione quest’ultimi?

Manifestazione in Yemen pro-Palestina/ FOTO ANSA

Gli Houthi minacciano l’Europa e gli USA attaccano l’Iran

Secondo l’intelligence americana l’Iran sarà pronto ad usare almeno due ordigni nucleari nel giro di poche settimane. Una notizia che arriva in un quadro già preoccupante e che innalza ulteriormente la tensione in una regione dall’equilibrio ormai appeso ad un filo. La guerra in Palestina ha da tempo infatti assunto i connotati di una guerra regionale. Dove milizie ribelli sciite attaccano da mesi con lanci di missili, basi americane nella penisola arabica, navi occidentali nel canale di Suez, e il nord di Israele. E il ruolo dell’Iran viene dato come preponderante, descritto come la vera mente pensante dietro le milizie ribelli. Compresa quella degli Houthi, che spaventano oggi l’Occidente e minacciano con i loro attacchi il commercio marittimo globale.

Yemen/ FOTO ANSA

Oggi Stati Uniti ed Europa sono presenti nel Mar Rosso con navi militari per cercare di impensierire le milizie yemenite dagli attacchi alle navi petrolifere. Joe Biden e il suo governo camminano su una linea sottile per non incrementare ulteriormente la tensione nell’area. Ma di fatto il problema esiste e la tensione è già alle stelle. Il caos nel canale di Suez è una realtà, e l’influenza dell’Iran sugli Houthi è oggi molto preziosa. L’Arabia Saudita assieme agli Emirati Arabi Uniti però si sono chiamati fuori da qualsiasi ritorsione alle milizie filo-iraniane per non incrinare il dialogo con l’Iran favorito dalla Cina. La situazione resta dunque più intricata che mai,  e gli USA sono in difficoltà. Agire con troppa violenza potrebbe incendiare la situazione, ma non agire affatto indebolisce la deterrenza marittima USA davanti agli occhi della comunità internazionale.   

La guerra nello Yemen e le negoziazioni in corso con l’Arabia Saudita

In questo caos la responsabilità dell’Iran secondo gli USA sarebbe massima. Indirettamente Teheran senza alcun dubbio beneficia oggi dell’isolamento e dell’indebolimento di Israele nella regione, dal momento che stava stringendo importanti rapporti con l’Arabia Saudita. Che è in cima alla lista, assieme agli Emirati Arabi Uniti, delle potenze regionali che hanno solo che da perderci dalla destabilizzazione in Medio Oriente. E dei buoni rapporti con l’Occidente. Ciò non toglie però che le milizie yemenite degli Houthi oggi possano perseguire, aldilà dell’influenza di Teheran, anche un proprio interesse nella guerra in Palestina. Sfruttando la causa palestinese a proprio vantaggio. Non è chiaro infatti fino in fondo ad oggi quanto sia diretto il filo operativo che lega l’Iran alle iniziative delle milizie yemenite nel Mar Rosso.

Razzi puntati dallo Yemen/ FOTO ANSA

L’Iran ha finanziato e addestrato gli Houthi nella lunghissima guerra civile dello Yemen scoppiata nel 2014. Dove due fazioni opposte, una appoggiata da Teheran e l’altra dall’Arabia Saudita, si sono scontrate per anni per il potere. L’Iran ha fornito dunque fondi, armi, nonché un know how militare agli Houthi che hanno consentito oggi di essere loro i padroni dello Yemen settentrionale. Ma con il cessate il fuoco e le negoziazioni in corso tra gli Houthi e Riad, oggi le milizie yemenite potrebbero avere in mente anche interessi propri ben specifici. Come ad esempio sfruttare la propria potenza di fuoco “disturbatrice” nel Mar Rosso per ottenere molto di più in cambio nelle trattative in corso con i sauditi. L’economia dello Yemen è infatti una delle più povere e meno sviluppate al mondo. Sfruttare dunque la propria influenza chiave nel Mar Rosso e la loro capacità missilistica, sarebbe dopotutto un calcolo strategico non da poco.