Sinner Panatta Pietrangeli: oggi parliamo dei tre tennisti italiani più grandi di sempre. E non è semplice: perché uno, il primo ha 23 anni, il grande Adriano classe 1950, e Nicola Pietrangeli 1933, fate voi i conti, perché qui parliamo di altri numeri.
Un terzetto di quelli che ci hanno fatto sognare, qualche volta soffrire, ma vincere tanto. E tanto basta: applausi sempre e magari qualche silenzio più al posto di chiacchiericci scomposti sarebbe preferibile. Poi va sottolineata l’importanza delle vittorie di Sinner che è tutta in queste belle foto sotto, ma pur sempre in bianco e nero, quindi del tempo che fu, mentre Jannik è presente sognante. Sinner, Panatta e Piertrangeli – dal più giovane al più maturo – sono i tre uomini capaci di vincere almeno uno Slam. Tutti gli altri, tranne l’impresa di Matteo Berrettini a Wimbledon 2021, non sono mai arrivati in finale. E poi andrebbero considerate le donne – troppo spesso dimenticate – Francesca Schiavone (Roland Garros 2010) e Flavia Pennetta (US Open 2015) che in finale piegò un’altra italiana Roberta Vinci.
Cosa hanno vinto? Un po’ di storia per gli amanti della racchetta dell’ultimo minuto
Premettendo che il confronto è davvero arduo primo perché se per Sinner e Panatta parliamo almeno di Era Open per la classifica (cioè dal 1968 quando il tennis è passato al professionismo) – per Pietrangeli ci collochiamo in una fase antecedente, quella di uno sport elitario e pioneristico, ma gli albi contano lo stesso! Partiamo quindi in ordine cronologico, e considerando solo le vittorie, da Nicola Pietrangeli vanta 48 titoli vinti in singolare di cui:
- 2 dello Slam, due Roland Garros a fila 1959-1960 che lo portarono al n. 3 del mondo come Jannik oggi;
- 3 Monte Carlo 1961, 1967 e 1968(oggi è un Mille);
- 2 Internazionali di Roma 1957 e 1961(come sopra, n.d.r.).
E poi c’è da aggiungerci il doppio (da record) con Orlando Sirola trionfatore sempre al Roland Garros, come nel doppio misto con Shirley Bloomer. Ai IV Giochi del Mediterraneo di Napoli, conquistò la medaglia d’oro in singolare e il bronzo in doppio insieme a Sirola. Vanta anche il bronzo olimpico Messico 1968. E da capitano non giocatore la prima Coppa Davis nella storia del tennis italiano. Capite quindi il motivo per cui è chiamato “tennista monumento“, oltre che International Tennis Hall of Fame.
Adriano Panatta ha vinto in carriera 10 titoli, di cui i più importanti sono:
- lo Slam Roland Garros 1976;
- gli Internazionali di Roma 1976.
A cui aggiungere la vittoria in Coppa Davis sempre nel 1976 e ben tre secondi posti a fila fino al 1980. Il tennista romano vanta poi 18 titoli in doppio e se volete sapere perché e non trovate le immagine andate su Spotify ad ascoltare il podcast La telefonata (prodotto da Fandango per la rivista Il tennis italiano, n.d.r.) dove “gioca”, ora come allora, in doppio con Paolo Bertolucci. E capirete molto di quelle vittorie là e del tennis di oggi.
Sinner “appende” Panatta in bacheca e speriamo anche Djokovic
Proprio in diverse puntate del podcast – che consigliamo vivamente – la seconda coppia d’oro del tennis italiano ha profetizzato molto sul futuro da predestinato di Jannik Sinner. Non solo in termini di classifica e ben prima di oggi 19 febbraio 2024 quando è salito al n.3, primo dell’Era Open, meglio di Panatta e come Pietrangeli. Oggi ha 8.270 punti, 5 soli in più del russo Medvedev, con davanti solo Carlos Alcaraz a 9.105 e Novak Djokovic a 9.855. Proprio sul n.1 riguarda l’altro vaticinio della coppia di commentatori/addetti ai lavori Panatta-Bertolucci: che le prossime vittorie dell’italiano lo avrebbero costretto al ritiro. Sinner appare oggi il suo erede naturale per tipologia di gioco e per mentalità nello stare in campo. In realtà ci sarebbe da augurargli un 2024 e successivi, meglio del 1976 di Panatta. E chissà dove schizzerebbe l’altoatesino. In fondo siamo sicuri che il grande Adriano non si offende di perdere anche il primato dell’ultima vittoria italiana a Roma. Certo, va detto, mica deve fare sempre tutto Sinner!
Sinner, dopo Panatta, ora tocca a Pietrangeli
Le vittorie importanti di Sinner le conosciamo bene. 12 titoli ad oggi. Lo scorso anno la zampata è arrivata con l’atteso successo nel primo Mille a Toronto contro Alex De Minaur, che come ieri a Rotterdam, porta bene. Poi il rush finale proprio contro Nole, che si prende le ATP Finals, ma cede nell’agognata Coppa Davis, che è tornata in Italia dopo 47 anni grazie in primis a Jannik. Il 2024 è partito con il primo Slam quello australiano, mai vinto da nessun altro italiano. Ora a Sinner tocca mettere nel mirino i record che restano di Panatta e Pietrangeli in Italia, superandoli del tutto a suon di Mille, Slam e in classifica. E anche in fretta.
Perché sarà un po’ per quella sua area allegra da “marziano arancione”, genuino come una torta della nonna, che non si incazza quasi mai (lui, gli avversari molto meno!); che non si risparmia mai, ma a cui molto sembra semplice, non solo perché tira così forte! Vogliamo che voli ad inseguire tutti i “mostri sacri”, e magari qualcuno lo costringe davvero a cedere al “passo Sinner“. La nuova musica in classifica!