L’AI ormai sta dominando e stravolgendo ogni ambito della nostra vita. Viaggiando ad una velocità che nessuna tecnologia aveva mai conosciuto prima d’ora. Anche nel mondo dei social network ad esempio stanno prendendo piede le cosiddette influencer “sintetiche”.

Questi profili ritraggono donne perfette. Create meticolosamente dai loro generatori secondo i canoni ed i gusti dell’uomo medio di oggi. Nei loro profili ballano, viaggiano, si mettono in posa per degli scatti sexy, rubando i cuori dei propri follower che vengono rapiti dalla loro sensualità impeccabile. Peccato che non incontreranno mai l’influencer dei loro sogni in carne e ossa, e non la potranno mai portare a cena, perché lei è solo frutto dell’intelligenza artificiale. Proprio come Emily Pellegrini, l’influencer sintetica che sta facendo già girare la testa di calciatori e milionari che le scrivono in chat privata. Ma che Emily non può incontrare, e a cui può solo vendere la propria immagine. Questo rappresenta solo l’inizio di un’era e del lato oscuro dell’AI che ci stravolgerà la vita.

Intelligenza artificiale/ FOTO ANSA

Emily l’influencer sintetica: generata secondo i canoni dell’uomo medio

Diventare un influencer di successo è l’obbiettivo di tante giovani ragazze di oggi. Ma molte di loro già devono fare i conti con delle competitors che non invecchiano mai, non avranno mai un filo di cellulite, né tantomeno le occhiaie dopo una bella serata in goliardia. Il mercato sarà infatti presto infestato da influencer sintetiche, generate dall’AI che incarneranno via via i gusti dell’uomo medio. Sui social network infatti ha già preso piede anche in termini di ritorno monetario, il profilo della modella sintetica, Emily Pellegrini. Emily ha 23 anni e vive a Los Angeles e il suo profilo Instagram conta già 175 mila followers. Ogni giorno, molte persone le scrivono, dai calciatori agli imprenditori, chiedendole di uscire. Peccato che Emily non esista. Ma a molti, questo piccolo particolare non è andato giù, e hanno sperato di poterla incontrare.

Instagram/ FOTO ANSA

Non ci troviamo dunque di fronte ad un furto di identità, o i cosiddetti profili fake, che rubano le sembianze di qualcun altro per accalappiare l’attenzione. Emily Pellegrini, infatti, non si finge un’altra persona. È, semplicemente, una persona che non esiste. Anche se nel suo profilo Instagram, balla, si mette in pose sexy e flirta ammiccante con i propri followers. I video sono così realistici che il volto, le mosse, le espressioni non lasciano minimamente pensare che tutto questo possa essere un’illusione. Eppure queste pseudo-modelle non esistono, sono telecomandate e generate ad hoc da qualcuno che le disegna apposta per piacere. Come rivela colei che ha creato questo personaggio, ed è stata recentemente intervistata dal Daily Mail. «L’obiettivo era renderla simpatica e attraente. Volevo mantenerla il più reale possibile» ha affermato la creator di Emily.

Il lato oscuro dell’AI: l’inizio di una nuova spaventosa era

E l’obbiettivo si può dire raggiunto visto che il profilo ha generato anche dei compensi non indifferenti. Emily, infatti, è già stata adocchiata da diversi brand di moda e di beauty, che le hanno proposto di diventare loro testimonial. Arrivando a guadagnare circa 10 mila dollari alla settimana. Cifra che è destinata a salire con l’acquisto di ulteriore popolarità. Questo è solo l’inizio di ciò che potrà accadere in futuro. Queste pseudo-umane potranno infatti molto presto parlare, visto che già molti doppiatori stanno vendendo la loro voce così da poter essere utilizzata dai personaggi dell’AI. Quindi anche il cinema rischia nei prossimi decenni di subire una devastante rivoluzione. Dove al posto degli attori in carne e ossa, potremmo vedere personaggi generati dall’AI, con voci comprate, recitare perfettamente una scena.

AI/ FOTO ANSA

Quante altre Emily verranno generate da qui a 10 anni? Impossibile immaginarlo. Come è impossibile immaginare quanti lavori andranno persi a causa di questa spaventosa rivoluzione. In nome del progresso restiamo in silenzio e passivi, in attesa di capire questa nuova scoperta fin dove ci porterà. Senza alcun dubbio lontano dalla realtà e dalla nostra umanità. Numerosi sono gli esperti che temono l’intelligenza artificiale, e si interrogano circa la natura umana di questa intelligenza, che pensa molto più velocemente di noi. Ma sarà benevola? Sarà altruista? Sarà capace di pietas nei suoi calcoli? Al momento non abbiamo risposte a queste domande. E non c’è più tempo. L’impressione è che le macchine stiano imparando, mentre gli uomini rimangono incollati davanti ad uno schermo.