La guerra della Russia in Ucraina procede a passi spediti verso un aggravamento generale che potrebbe portare all’allargamento del conflitto a tutta Europa. I russi avanzano costringendo alla ritirata interi contingenti dell’esercito ucraino e Kiev teme seriamente di perdere e di restare travolta. La Russia da un lato e la Francia dall’altro stanno facendo esercitazioni con armi nucleari. In questo contesto altamente drammatico la NATO sta per dare il via libera al presidente ucraino Zelensky: potrà usare le armi occidentali per colpire obiettivi nemici direttamente sul suolo russo.
Sarebbe una svolta drastica che, sommata all’atteggiamento guerrafondaio di Vladimir Putin, rischia di far compiere al conflitto un balzo in avanti. Può infatti determinare una contro-reazione russa ancora più pesante, fino all’innesco di una guerra in tutta Europa. Per il momento, comunque, l’Ucraina non può utilizzare i missili americani Atacms a lungo raggio per colpire obiettivi in territorio russo. Sul tema c’è discussione negli Usa: il segretario di Stato Antony Blinken è in pressing per l’ok della Casa Bianca.
L’Ucraina e i missili Actams
“Questa è una guerra aggressiva della Russia contro l’Ucraina. L’Ucraina ha il diritto di difendersi. E questo include attacchi contro obiettivi sul territorio russo” dice il segretario della NATO, Jens Stoltenberg, in un’intervista all’Economist.
“È giunto il momento che gli alleati considerino se eliminare alcune delle restrizioni che hanno posto sull’uso delle armi fornite all’Ucraina. Non parteciperemo direttamente dal territorio della NATO alle operazioni di combattimento“. Sia nei cieli che “sul territorio dell’Ucraina, soprattutto adesso che a Kharkiv, vicino al confine, ci sono molti combattimenti“.
Secondo gli analisti, tramite il tentativo di sfondamento nella regione di Kharkiv, la Russia mira a creare una zona cuscinetto che costringa l’artiglieria ucraina a arretrare. In questo quadro, Kiev non può colpire territori controllati da Mosca. Con gli Atacms, che possono centrare obiettivi a 300 chilometri di distanza, il quadro cambierebbe.
“La NATO non invierà truppe“
Stoltenberg ribadisce che l’ipotesi di invio di truppe NATO non esiste. Eppure, ancora lo scorso 6 maggio, per la seconda volta quest’anno, il presidente francese Emmanuel Macron – alla testa di uno Stato che possiede la bomba atomica – ha affermato la necessità, se Kiev lo chiedesse, di mandare soldati occidentali a combattere i russi. Adesso invece il segretario della NATO cerca di rassicurare.
“Il nostro obiettivo era duplice – dice Stoltenberg – sostenere l’Ucraina, come facciamo, ma anche garantire che il conflitto non si trasformi in una guerra su larga scala. Non saremo parte del conflitto“, dice. Tramite l’intervista all’Economist, Stoltenberg lancia quindi un messaggio alla Russia: gli attacchi informatici potrebbero far scattare l’articolo 5 (del Trattato NATO, ndr.) se fossero di portata estremamente rilevante. Se la cyberoffensiva fosse “massiccia, potremmo invocare l’articolo 5 e rispondere non solo nel cyberspazio ma anche in altri ambiti per proteggere gli alleati della Nato“.
L’Ucraina al contrattacco
Le parole di Stoltenberg arrivano nel momento in cui l’Ucraina rivendica progressi nella regione di Kharkiv. Kiev afferma di aver “fermato” l’attacco russo nel nord della regione e di aver avviato un contrattacco. Ihor Prokhorenko, dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, afferma: “La situazione è stabile, sotto controllo, le truppe russe sono state fermate“. Citato da Rbc-Ukraine aggiunge che “le forze di difesa ucraine pianificano e portano avanti operazioni di offensiva per ripristinare le posizioni perdute“.