Venti di guerra continuano spirare in tutta Europa, dove vi è ormai più di un segnale oggi a lasciar pensare ad una transizione in atto non solo verso un’economia di guerra, ma verso uno scontro militare imminente. Nel Vecchio continente si è ritornato infatti non solo a parlare oggi di spesa militare e leva obbligatoria. Ma recentemente, sotto la spinta di Washington, anche di Military Mobility: il trasporto di risorse e materiale bellico all’interno e all’esterno dei confini europei. E dunque Italia compresa.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022 i governi europei si sono impegnati con Washington a intensificare le capacità infrastrutturali e digitali esistenti per la movimentazione di risorse militari, entro il 2026. Anche con breve preavviso e su larga scala. Chiaramente questa operazione è stata predisposta per rafforzare l’eventuale risposta militare europea in una guerra globale, che richiederebbe una repentina mobilitazione di un gran numero di soldati e risorse militari per difendere i confini. E in Italia per adempiere a questa richiesta, hanno firmato la scorsa settimana un accordo il colosso militare italiano, Leonardo, con Ferrovie dello Stato. Questo è solo l’ennesimo passo della drammatica transizione in atto nel nostro modello di sviluppo verso un’economia e una società sempre più orientata alla guerra.
L’economia di guerra in Europa: Washington spinge sulla Military Mobility
L’ambito militare non è mai stato così in primo piano come in questi ultimi due anni, dove le democrazie europee si stanno allineando per incrementare velocemente la propria efficacia ed efficienza bellica. Dallo scoppio della guerra in Ucraina , sotto pressioni di Washington, i governi europei si stanno impegnando ad attuare tutta una serie di misure. Tra cui incrementare la Military Mobility, come previsto dal Military Mobility Action Plan 2.0. Che corrisponde ad un piano UE, aggiornato nel 2022, che impegna i governi europei a migliorare le proprie capacità infrastrutturali e digitali esistenti per lo spostamento di risorse militari, entro il 2026. In Italia per conformarsi a questa direttiva, la scorsa settimana il colosso militare Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) hanno sottoscritto un accordo di collaborazione.
Come si legge nel comunicato stampa, la collaborazione si pone l’obiettivo, nell’ambito della Military Mobility, “di aumentare le capacità infrastrutturali e digitali esistenti, per assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa, anche con breve preavviso e su larga scala, garantendo capacità di trasporto sicure, sostenibili e resilienti”. In sostanza, si sta costruendo una sorta di «Schengen militare», in vista di una futura o imminente guerra. Il provvedimento cerca di risolvere non solo un problema di natura burocratica, ma soprattutto pratica. Il nodo della mobilità militare infatti riguarda sopratutto la capacità delle infrastrutture esistenti di ogni Paese membro oggi, di garantire il trasporto di risorse belliche su vie e ferrovie progettate per il trasporto in tempo di pace.
L’Europa sta agendo come se un conflitto fosse imminente
Nell’assolvere a questo compito, Leonardo metterà in campo alcune dei suoi più avanzati strumenti e tecniche legate all’Intelligenza Artificiale. L’enorme quantità di dati sarà infatti processata grazie all’HPC (High Performance Computing) Davinci-1, uno dei computer più avanzati di tutto il settore aerospaziale. Questa non è che l’ennesima prova della transizione oggi in atto in UE verso un economia di guerra, dove l’industria bellica e l’ambito militare stanno drammaticamente riacquisendo un ruolo di primo piano. L’Europa, seguendo i diktat di Washington, sta stravolgendo i propri bilanci e sta agendo come se un conflitto fosse ormai alle porte. L’industria bellica dopotutto, europea, ma soprattutto americana, che sta lavorando oggi a pieno regime per sostenere i ritmi della guerra in Ucraina, non può che non avere l’interesse che l’incertezza globale persista e che i governi occidentali continuino a comprare e a investire in altre armi.