Decine di migliaia di braccianti agricoli, immigrati in Italia da vari paesi del mondo, vivono ogni giorno vicende inimmaginabili per la maggior parte degli italiani. La morte atroce del bracciante indiano Satnam Singh, 31 anni, abbandonato in strada a Cisterna di Latina il 17 giugno con un braccio tranciato da un macchinario, ha acceso i riflettori sul caporalato nell’Agro Pontino. Uno dei più crudeli di tutta Italia.  

Così adesso alcuni braccianti prendono coraggio e denunciano gli abusi e le violenze subite per anni. Fra le tante storie emerge quella di Parambir Singh, 33 anni: un uomo indiano laureato in Medicina, giunto in Italia per cercare lavoro dal Punjab, uno degli Stati dell’India, al confine col Pakistan, da cui proviene buona pare dei braccianti dell’Agro Pontino. Mentre nel Punjab la moglie e i due figli di Singh lo attendono, lui si spacca a schiena fino a 14 ore al giorno per 3-4 euro all’ora, nei campi di Latina per la raccolta degli ortaggi.

Manifestazione contro il caporalato a Latina il 22 giugno 2024. Foto Ansa

Braccianti come Parambir Singh

Il medico Parambir Singh vive in un appartamento-pollaio che condivide con altre 6 persone, tra cui il padre di 61 anni. Erano insieme anche il 7 settembre 2023, il giorno in cui un fermo di una tenda della serra in cui stava lavorando gli ha perforato la cornea di un occhio.

Era un giovedì, tarda mattina. Con il padrone stavamo cambiando la plastica della serra – ha raccontato Singh in un’intervista a Repubblica – diceva di fare veloce, più veloce. Una bestemmia e un urlo, una bestemmia e un ordine“. Basta un attimo e una plique della serra gli entra nell’occhio destro. “Un dolore atroce. Mio padre era vicino a me, ha capito subito la gravità. Ha chiesto di chiamare l’ambulanza“. Come per Satnam Singh (il 31enne morto dissanguato con un braccio tranciato), anche in questo caso il ‘padrone’ dice no.

Operazione della Gdf in Toscana nel 2022: tre aziende agricole della Costa degli Etruschi, in Maremma, tra Livorno e Grosseto avrebbero impiegato centinaia di lavoratori, italiani e stranieri, in ‘nero’, per 15/16 ore di media al giorno a fronte di una paga di 2,5 euro l’ora. E con minacce di licenziamento e aggressioni verbali. Foto Ansa/Gdf

Sta perdendo la vista

Ha detto che bastava andare in casa a medicarsi. Abbiamo chiesto se ci accompagnava in auto all’ospedale di Fondi, pochi chilometri. Alla dodicesima telefonata ha risposto e ha detto che non poteva, stava pranzando“. I braccianti, Parambir e suo padre, prendono il pullman, due ore dopo arrivano in pronto soccorso a Fondi. “Mi hanno detto che non potevano operarmi, serviva un ospedale più attrezzato. Siamo usciti e di nuovo in pullman, verso Terracina. Abbiamo perso 7 ore: avremmo potuto salvare l’occhio. All’ospedale di Terracina mi hanno dato sette punti interni“.

Il ‘padrone’: “Vi faccio cacciare dall’Italia

Oggi Parambir Singh non ci vede più dall’occhio destro e la situazione sta peggiorando anche nel sinistro. “In 10 mesi sono stato 20 volte in ambulatorio, ma le possibilità di recuperare sono minime“. Ora, dopo che ha trovato la forza per denunciare, la speranza è di avere giustizia. “Ho denunciato ai carabinieri di Fondi, ho faticato a far accettare la denuncia. La procura ha aperto il fascicolo per lesioni colpose solo un mese fa“. A testimoniare per lui ci sono il padree un bracciante irregolare. Il padrone l’ha appena assunto, non so se testimonierà più per me“, dice Parambir. E ricorda le parole che il padrone disse a lui e suo padre dopo l’incidente: “Se andate dai carabinieri vi faccio cacciare dall’Italia“.

Anche i bambini sono schiavi

Lo scorso anno, in occasione della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani, il 30 luglio, si è cominciato a fare più luce su un altro aspetto violentemente ingiusto delle campagne italiane. Tramite il suo rapporto Piccoli Schiavi Invisibili, la ong Save The Children ha denuncia le condizioni drammatiche in cui vivono bambini e ragazzi, con le loro famiglie, vittime dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo italiano. Soprattutto in provincia di Latina e nel Ragusano. Secondo una stima del 2021, gli occupati irregolari – cioè sfruttati, spesso a sangue – nel settore dell’agricoltura in Italia sono circa 230mila persone fra adulti e bambini. Fra essi c’è una massiccia presenza di stranieri, spesso senza permesso di soggiorno, e un numero consistente di donne coinvolte, ovvero 55mila.