La guerra in Medio Oriente rischia di entrare in una nuova pericolosissima fase. Lo scontro tra Israele e le milizie di Hezbollah, nel Libano del Sud, si sta incendiando. E molti esperti temono che a breve l’esercito israeliano possa attaccare. Realizzando le ambizioni espansionistiche di larga parte dei rappresentanti del partito di Netanyahu. Ma i rapporti tra l’esercito e il governo di Tel Aviv sono oggi sempre più incrinati. E le minacce di Hezbollah contro Cipro preoccupano la comunità internazionale.
Una possibile escalation tra Libano e Israele rischia dunque non solo di provocare una guerra regionale, ma porterebbe la guerra di Gaza in Europa se ci fosse effettivamente un collegamento militare tra Israele e Cipro. Come sostiene il leader della milizia libanese, Hassan Nasrallah, che ha messo in guardia lo stato insulare, membro dell’Unione Europea e del Commonwealth, ma non della NATO. Minacciando di colpire obiettivi sensibili sull’isola se supportasse in qualche modo Tel Aviv nella potenziale guerra che potrebbe prendere forma a breve.
Israele prepara l’attacco in Libano: ma l’esercito è spaccato
Diventa ogni giorno sempre più tesa la situazione al confine tra Israele e Libano e il rischio di una escalation totale è più concreto che mai. Israele ha messo in guardia Hezbollah dalla prospettiva di una “guerra totale” dopo che il gruppo militante libanese ha pubblicato un video di 9 minuti, presumibilmente ripreso da un drone, che mostra posizioni militari e civili in diverse città israeliane, tra cui Haifa. Hezbollah ha dimostrato così le sue capacità militari e di controllo del territorio nemico. Minacciando inoltre altri filmati in arrivo. Ed ora a Tel Aviv, a seguito di questa provocazione, si levano con più forza le voci all’interno del Parlamento di coloro che invocano l’invasione del Libano del Sud.
Ma la situazione interna al governo Netanyahu non è più quella del 7 Ottobre. E si sta aprendo una spaccatura tra alcune frange dell’esercito e la linea dettata da Netanyahu. Recentemente a screditare pubblicamente le decisioni del premier israeliano è stato il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari. Che avrebbe preso coscienza del fatto che “Hamas è impossibile da sradicare perché non è solo un’organizzazione terroristica”. In un’intervista alla televisione israeliana Hagari ha dunque attaccato il governo aggiungendo che “Hamas è un’idea. E chi pensa che si possa farla sparire, sbaglia. Chiunque lo prometta fuorvia l’opinione pubblica. E se il governo non trova un’alternativa, Hamas, rimarrà”.
Hezbollah minaccia Cipro: la base militare britannica
Tra i vertici dell’esercito inizia dunque a serpeggiare l’idea che la linea aggressiva di Netanyahu non sia più sostenibile. E che rischia di isolare politicamente Israele. In tutte le cancellerie d’Europa infatti, la popolarità di Tel Aviv è severamente crollata. I numeri delle atrocità commesse dall’esercito ai danni della popolazione civile palestinese allontanano Israele da quell’immagine di baluardo della democrazia occidentale nella regione. L’allargamento delle ostilità oggi verso il Libano sarebbe dunque una mossa più che azzardata per il governo Netanyahu. Ma recentemente una comunicazione dell’esercito israeliano, avrebbe fatto sapere di aver approvato un piano operativo per attaccare il Libano. Il comunicato non entra nei dettagli, ma si limita a dire che il comando dell’esercito sta accelerando la preparazione dei militari a intervenire in caso venga ordinato un attacco.
La risposta del leader delle milizie di Hezbollah non si è fatta attendere. Affermando alle telecamere che “se venisse dichiarata guerra aperta al Libano, la condurremo senza limiti. Siamo preparati allo scenario peggiore ed Israele lo sa”. Sottolineando che sono pronti a mobilitarsi “più di 100mila combattenti”. Ma non solo Israele è stata presa di mira, il leader di Hezbollah ha avvertito anche il governo cipriota. Affermando che “aprire aeroporti e basi cipriote al nemico israeliano per prendere di mira il Libano significherebbe che il governo cipriota è parte della guerra”. Sull’isola infatti è presente un’importante base militare britannica. Dalla quale sono partiti vari raid aerei per abbattere i ribelli Youthi che bloccano oggi le rotte nel Mar Rosso. Hezbollah ha messo dunque le mani avanti, se dovesse avvenire lo stesso nei confronti delle sue milizie, Cipro entrerebbe nel conflitto. E quindi l’Unione Europea.