Quale futuro per il Movimento Cinque Stelle se Beppe Grillo e Giuseppe Conte vanno allo scontro? Dopo i disastrosi risultati alle elezioni europee dello scorso 9 giugno – un misero 10% di consensi – seguiti al deludente voto alle politiche del 2022 (15%), i pentastellati sembrano giunti alla resa dei conti. Beppe Grillo, fondatore e ancor oggi garante del Movimento alza la voce e Giuseppe Conte replica a muso duro.   

Il pomo della discordia è l’assemblea costituente del Movimento Cinque Stelle. L’ex premier e il garante si sono scambiati bordate sul metodo e sulle fasi del processo di rinnovamento voluto da Conte. In una lettera Grillo ha rimproverato Conte per non averlo coinvolto nella scelta di indire l’assemblea e di aver ignorato la sua richiesta di discuterne in un gruppo “ristretto dei nostri“. Conte ha risposto che la decisione sull’Assemblea spetta alla comunità e non a caminetti ristretti.

Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Grillo: “Io custode valori M5S

Non abbiamo mai parlato dell’assemblea – ha scritto Grillo a Conte – ma in quanto garante, sono il custode dei valori del Movimento e dovremmo quantomeno discuterne prima“. Il fondatore avrebbe chiesto al leader alcuni momenti di confronto in un piccolo comitato per rilanciare i temi del Movimento dopo la “crisi di consenso“. “Ogni decisione non potrà non essere presa nel rispetto dei valori del Movimento” ha precisato Grillo, che ha tentato di rafforzare il suo ruolo.

Nella sua lettera il fondatore ha parlato della necessità di tornare a pochi punti distintivi di programma. Mentre oggi le originarie 5 stelle “sono diventate un firmamento che sarà anche bello, ma le cui stelle appaiono indistinguibili una dall’altra“. Pace, tutela dei più deboli, ma anche temi “che non siano così ecumenici” come una transizione ecologica e digitale e una politica che parta dai cittadini. È stato quindi lo stesso Grillo a chiedere che la sua lettera fosse resa pubblica, anche per “sfatare le nostre presunte divergenze“.

Foto Ansa/Movimento5stelle.eu

La secca replica di Conte

Ma Giuseppe Conte, forte del consenso di cui ancora gode fra iscritti e militanti del Movimento, non ci sta. “Non posso accogliere la tua proposta di discutere ‘preventivamente’ i temi da sottoporre all’Assemblea Costituente” ha scritto il presidente pentastellato a Grillo. “Immaginare che io e te da soli – ha proseguito – o insieme a ‘un gruppo ristretto dei nostri’, si proceda a individuare e discutere temi da sottoporre all’Assemblea, significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l’Assemblea è legittimata a pronunciarsi. Assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione. Lasciamo che la nostra Comunità si interroghi sul proprio futuro“.

L’ex premier ha comunque rimandato ogni decisione finale alla riunione del Consiglio nazionale. Un appuntamento politico molto importante per il Movimento Cinque Stelle che si terrà la prossima settima e che definirà passaggi e dettagli del processo costituente. “Non appena avremo la guida finale ti informerò prontamente” ha infine scritto Conte nelle sua replica a Beppe Grillo. E gli ha ricordato che la scelta del M5S di appoggiare il Governo Draghi nel 2021 “ci ha fatto molto male: non indugiamo in un passato che non ritorna“. Il riferimento è al fatto che fu Grillo a spingere affinché il M5S appoggiasse Draghi, da lui all’epoca definito, tra il serio e il faceto, “un grillino“.