Uno stile di vita sostenibile e responsabile è quello promosso ormai in diverse parti del mondo. I prodotti a Km 0 rientrano in questo principio. La filiera corta, del resto, ha molteplici punti di vista che è bene conoscere.

Prodotti a Km 0 equivalgono a prodotti a filiera corta, ovvero una filiera produttiva caratterizzata da un numero limitato di passaggi produttivi. I vantaggi di una spesa che privilegia questo tipo principio sono molteplici, infatti, oltre ad un possibile risparmio economico, acquistare alimenti a Km 0 significa anche mangiare in maniera sana e più genuina e, non per ultimo, sostenere le piccole imprese che valorizzano il territorio e hanno a cuore il benessere dell’ambiente.

Verdure @Foto Crediti Envato Elements – VelvetMag

I vantaggi del Km 0

Volendo comprendere in maniera concreta la differenza tra un prodotto a Km 0 ed uno a filiera più lunga basta pensare, ad esempio, all’insalata in busta. Infatti, quest’ultima è stata raccolta da un agricoltore, portata in un centro dove è stata lavata e trasformata, successivamente è passata in un’altra fabbrica dove è confezionata e poi in un’altra ancora che rappresenta il centro di distribuzione ed, infine, finalmente arriva negli scaffali dei supermercati. Questo significa che l’insalata arriva al consumatore dopo aver percorso moltissimi chilometri. Tale trasporto implica costi economici, ma soprattutto costi ambientali con tonnellate di CO2 emesse.

In generale, nell’ambito della grande distribuzione la filiera del cibo è spesso molto lunga e implica passaggi diversi. Per evitare questo aspetto, deleterio per l’ambiente ma non solo, è importante fare una spesa responsabile che si base anche su prodotti a Km 0. Oltre a consumare alimenti più sani e genuini, in questo modo si può dare un importante contributo alla salvaguardia dell’ambiente. Questo perché il modo in cui viene prodotto e trasformato il cibo è uno degli aspetti che contribuiscono maggiormente nel cambiamento climatico.

Ortaggi @Foto Crediti Envato Elements – VelvetMag

I sette buoni motivi

Secondo quanto affermato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite, l’industria alimentare contribuisce per un quarto all’impatto del carbonio a livello mondiale. Nel dettaglio quindi, sette dei buoni motivi per comprare prodotti a Km 0 sono: conoscere personalmente il fornitore e avere consigli per avere un prodotto di qualità; risparmiare economicamente, anche a fronte del fatto che si eliminano tanti passaggi intermedi; imparare a conoscere un prodotto stagionale e il loro importante valore e freschezza; sostenere le piccole imprese locali legate al territorio e all’economia del posto; imparare a dare il giusto valore al lavoro e alla qualità che stanno dietro a un prodotto della terra; evitare imballaggi inutili e contribuire a ridurre i rifiuti, soprattutto di plastica; mangiare in maniera sana e genuina.

In definitiva, si può concludere affermando che un frutto coltivato naturalmente e senza l’aggiunta di pesticidi chimici avrà un sapore diverso e più intenso. Un prodotto industriale venduto a basso costo, implica che qualcuno sta pagando a posto suo: un bracciante sottopagato o l’ambiente (oppure entrambi).