È allarme inquinamento per le acque italiane: il 36% di esse – tra acque dei laghi e dei fiumi – presenta valori “oltre il limite”. A indicarlo è Legambiente, al termine delle sue campagne estive Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2024, giunte rispettivamente alla trentottesima e diciannovesima edizione. Si tratta di campagne che l’associazione ha realizzato con le partnership principali di CONOU, Novamont, e la media partnership di Nuova Ecologia, e con ANEV e Renexia. La mappa che riassume le rilevazioni parla chiaro e con parole amare.

Oggetto della ricerca sono state soprattutto le foci dei fiumi, dei torrenti e degli altri corsi d’acqua che si gettano nei mari e nei laghi, che si confermano il principale punto critico per l’inquinamento. Nel 59% dei casi il giudizio è stato “oltre il limite(109 su 185)“. La situazione migliora invece nelle acque lacustri e marine sia in aree di maggior afflusso di bagnanti che in prossimità di punti critici: solo il 14% dei campioni hanno ricevuto un giudizio negativo (30 su 208).

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Inquinamento in Italia

Particolare attenzione per gli osservati speciali: 14 punti lungo il litorale marino e 4 nei laghi Maggiore, Orta, Trasimeno e Bolsena storicamente inquinati. Qui Legambiente ha effettuato tre test tra marzo e giugno: su 45 campioni, il 69% ha mostrato concentrazioni al di sopra dei limiti di legge anche nei mesi precedenti al periodo estivo. L’ente valuterà ora se ci sono i presupposti per presentare esposti alle autorità competenti e chiedere maggiori monitoraggi e controlli. A pesare sono la mala depurazione e gli scarichi abusivi, ma anche la crisi climatica, che con frequenti piogge torrenziali ‘stressa’ i sistemi di depurazione.

Anche quest’anno Goletta Verde e dei laghi, insieme agli osservati speciali – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci ricordano come i fiumi ed i canali che si immettono in mare e nei laghi possano essere veicolo di inquinamento dovuto a una cattiva o assente depurazione. Un tallone d’Achille del nostro Paese che ha già pagato sanzioni pecuniarie per oltre 142 milioni di euro“.

La soluzione per l’ente è una sola: “Oggi lanciamo la proposta di un piano nazionale per mare e laghi basato su quattro pilastri per contrastare anche la crisi climatica” spiega Ciafani. Un piano che va “dal sistema di depurazione ai piani di adattamento al clima passando per più aree protette. Ma è fondamentale investire anche su rinnovabili ed eolico offshore“.

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Microplastiche nelle acque dolci

E fra laghi e fiumi non manca l’inquinamento da microplastiche che provoca la plastisfera. Si tratta di un fenomeno che si verifica quando microrganismi e batteri si insediano sulla superficie delle plastiche. Come se fosse una nuova popolazione di batteri che si sviluppa laddove l’inquinamento è più spinto, con effetti collaterali potenzialmente nocivi per l’ecosistema.

Si va dall’esaurimento dell’ossigeno nell’acqua alla potenziale introduzione di patologie, inclusa l’alterazione della salute complessiva dei grandi sistemi fluviali. Il fenomeno delle microplastiche riguarda in primo luogo i grandi fiumi di mezzo mondo, come ad esempio il Mekong, fra i più importanti di tutta l’Asia, che attraversa 6 Paesi ed è lungo quasi 5mila chilometri. Ma è evidente che l’inquinamento da microplastiche minaccia ogni sorta di acqua dolce. Anche in Italia.