Le critiche, e in alcuni casi il sarcasmo della stampa internazionale, per il caso di doping “involontario” sono state severe e Jannik Sinner ha preso una decisione non da poco. Ha licenziato in tronco il preparatore atletico Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi. Si tratta di ottimi professionisti che però adesso pagano – forse un po’ troppo – una brutta faccenda che, a sentire Sinner e il suo staff, è stata soltanto un evento sfortunato.   

Ma se è stato solo un evento sfortunato allora perché licenziarli? Come è noto, Jannik ha subito un procedimento in America per doping dal quale il tribunale lo ha assolto. Gli inquirenti hanno verificato che il nostro tennista, numero uno al mondo, aveva sì assunto clostebol ad aprile durante un torneo che poi aveva vinto. Ma per colpa della sbadataggine del suo preparatore e del suo fisioterapista che, involontariamente, gli avevano trasmesso la sostanza attraverso massaggi e momenti di preparazione atletica. La giustizia sportiva statunitense lo ha dunque scagionato completamente.

Jannik Sinner. Foto Ansa/Epa Mark Lyons

Sinner, decisione non facile

La macchia però resta. E ora Sinner appare destinato a portarsi dietro a lungo le ombre del caso in questione. In realtà, già in queste ultime settimane Ferrara e Naldi non erano più al suo fianco di Sinner e non si vedevano più. Adesso entrambi pagano il caso doping: cioè la positività di Sinner dovuta a una leggerezza del suo staff. Non c’era dolo, non c’erano imbrogli, non c’era scorrettezza. Ma a certi livelli il minimo errore, anche in buona fede, può essere pesantissimo.

Come sottolinea online Tuttosport, Ferrara era l’uomo dei muscoli e non solo. Perché di Sinner e curava la preparazione e anche tanti altri aspetti. Naldi era il fisioterapista che per seguirlo aveva lasciato il lavoro alla Virtus Bologna. Uno ha tirato dentro l’altro: dopo la separazione da Riccardo Piatti, Jannik si era affidato ad altri specialisti prima di scegliere Ferrara, bolognese, laureato in chimica e tecnologie farmaceutiche. Quando fu il momento di cercare un centro specialistico per curare un infortunio alla caviglia destra rimediato a Sofia contro Rune, Ferrara consigliò proprio Naldi.

Sinner con a sinistra Giacomo Naldi e a destra Umberto Ferrara. Foto X @teozorzoli

Cosa è successo a Indian Wells

Impossibile dimenticare i loro abbracci dopo le vittorie di Jannik: tutto filava liscio, fino a marzo. A ricostruire cosa è successo, a Espn, è stato Cahill, il coach di Sinner: “A marzo a Indian Wells Giacomo Naldi si è ferito alla mano con uno strumento per togliere i calli ai piedi, al mignolo c’era un taglio piuttosto grosso. Sinner ha visto per la prima volta il dito ferito di Naldi la sera e gli ha chiesto se avesse usato creme o altri trattamenti per il dito, Naldi gli ha risposto di no, che era la verità in quel momento. Poi Naldi ha incontrato Ferrara che gli ha dato uno spray abbastanza comune in Italia, io non lo conoscevo. Ci sono pochi casi di giocatori italiani risultati positivi alla sostanza di questo spray particolare (il clostebol, ndr)”.

Anche durante la settimana successiva “Naldi ha continuato a usare quello spray per il suo dito ferito, senza che noi ne fossimo a conoscenza, e attraverso i trattamenti lo ha trasmesso a Sinner. Questo è il riassunto della vicenda, tutti devono sapere che Sinner non ha un ruolo attivo in questa vicenda, non ha ingerito nulla, non ha preso nessuna barretta, ed è risultato positivo solo per questa connessione tra lo spray di Naldi e i trattamenti ricevuti ai piedi“.