In occasione della 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, giovedì 29 agosto alle ore 15 presso La Villa (Lungomare Marconi, 56 – Lido di Venezia) verrà presentato il cortometraggio Sette Settimane, diretto da Enrico Acciani, con Nina Nicastri, Cecilia Napoli, Mariapia Autorino, Giglia Marra, Giorgia Remediani e la partecipazione di Giorgio Consoli.

«E’ il mio primo Festival di Venezia. La mia prima volta. Mi guardo intorno e mi dico: “Ma è stupendo tutto ciò!”». Sta prendendo consapevolezza probabilmente adesso, Nina Nicastri, sorseggiando il suo caffè in un bar del Lido mentre pronunciamo le prime battute della nostra intervista. L’attrice ha raggiunto la laguna veneziana in vista della presentazione del cortometraggio nel quale è protagonista. Per la sua prima volta, ha atteso che avesse tra le mani un progetto valido, di spessore, come è Sette Settimane, il corto diretto da Enrico Acciani. «Mi sono sempre detta che sarei andata a Venezia nel momento in cui avrei avuto una motivazione, un progetto da portare avanti e da presentare. Quest’anno è successo, è sono molto felice!».

Venezia 81, Nina Nicastri in “Sette settimane”. Crediti: Courtesy of Press Office – velvetmag

Il film, prodotto da Rocco Anelli per Intermezzo srlRoberto Gambacorta per RioFilm srl in associazione con Liminal Space, offre uno sguardo crudo e realistico su una delle questioni più dibattute del nostro tempo, ovvero, la libertà di scelta di una donna di fronte alla decisione di interrompere una gravidanza. Con sensibilità e delicatezza, senza cedere a facili moralismi ma focalizzandosi esclusivamente sull’esperienza personale e intima della protagonista, Sette Settimane segue la storia di Luna.

In esclusiva su VelvetMAG, Nina Nicastri

Nina, in Sette Settimane, interpreta una ragazza che lavora in un supermercato e che è alle prese con una delle scelte più difficili della sua vita. Dopo aver consultato la sua ginecologa, Luna deve decidere se interrompere o meno la sua gravidanza. Attraverso un viaggio interiore che si sviluppa nell’arco di due settimane, il film esplora i pesanti condizionamenti sociali, il senso di colpa e la ricerca disperata di una via che le permetta di preservare la sua autonomia e la sua libertà.

Venezia 81. Sette Settimane, il set. Crediti: Courtesy of Press Office – velvetmag

«Da donna, ma anche da attrice, come hai vissuto questo ruolo?», le domando. «E’ stato molto, molto difficile interpretare questo ruolo, perché ovviamente, immedesimarsi nei panni di una persona che deve affrontare tutto questo, non è molto semplice. E’ stato difficile e devastante. Quando recitavo non sentivo di recitare perché l’avevo fatta talmente mia questa storia che mi sembrava di rivivere quello che aveva vissuto la persona che c’ha dato questa storia. Regia e sceneggiatura sono di Enrico Acciani, ma il soggetto è stato scritto sia da me che dallo stesso Enrico per fare in modo che io entrassi a pieno in questa tematica che non è affatto leggera e semplice da interpretare».

Venezia 81, Nina Nicastri: «Abbiamo provato in maniera delicata a raccontare una storia vera»

«Nina, a cosa potrebbe servire – quindi – questo film?». «Sicuramente a un dibattito. Potrebbe sollevare non polemiche, ma dei dubbi, delle domande che è proprio quello che dovremmo farci, perché, quando non si parla di un ‘qualcosa’, è perché si ha paura di affrontarla. Parliamo di un argomento che ormai, nel 2024 è alla luce del sole però, in realtà, viene messo ad un angolino perché sia ha sempre timore di affrontarlo. Ci sono purtroppo, varie tipologie di pensiero contrastanti a tal punto da non poter far esprimere la propria. Invece noi, con Enrico che per me, oltre ad essere un grandissimo amico è un grandissimo regista, abbiamo provato in maniera delicata a raccontare una storia che è vera

Venezia 81. Nina Nicastri sul set. Crediti: Courtesy of Press Office – velvetmag

Il film è stato girato in Puglia. Una terra intima per l’attrice poiché nata a Gioia del Colle (BA). Terra del sud dal quale è difficile non sentire le sue radici e non ritrovare alcune delle sue caratteristiche, innervate dentro se stessi. Ed è con questa curiosità che abbiamo concluso la nostra intervista che ha fatto da cornice alla prima giornata dell’81esima edizione del Festival di Venezia, appunto, con quel senso di appartenenza. «Il senso di famiglia prima di tutto», mi risponde senza esitare. «Io sì, sono proprio terrona e a me piace perché lo considero un onore esserlo. Poi, non può mancare la passione per il cibo nonostante io sia vegetariana e i miei parenti mi guardano con un occhio strano (ride, n.d.r.). Mi rimane – comunque – tanto questo senso di appartenenza».