Il caso politico Boccia-Sangiuliano è definitivamente esploso dopo gli scoop del sito Dagospia e rischia di avere pesanti strascichi per il Governo Meloni. L’influencer Maria Rosaria Boccia, 41 anni, combatte a colpi di messaggi sui social media il siluramento della sua promozione a consigliera per i grandi eventi del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Il titolare del Mibac ha affermato di aver bloccato tale nomina “quando la nostra relazione professionale è divenuta in fatto privato”.

Fra le righe, dunque, Sangiuliano lascia intendere che la sua pubblica e assidua frequentazione professionale con la sua aspirante consigliera, mai però formalmente nominata come tale, c’era una relazione sentimentale. Boccia da giorni tiene col fiato sospeso e sbugiarda sui social il ministro della Cultura e la stessa premier Meloni, che si è pubblicamente esposta in televisione per difendere il titolare del Mibac.

La situazione però sta sfuggendo di mano, politicamente parlando. Sembra che alcuni Paesi stranieri abbiano chiesto chiarimenti sul programmato evento del G7 della Cultura a Pompei, della cui organizzazione, con informazioni riservate e sensibili riguardanti ministri di Stati ospiti, era regolarmente messa a parte anche Boccia. Senza che la signora avesse alcuna formale nomina per ricevere e gestire tali delicate informazioni.

Foto X @Miti_Vigliero

La vendetta di Maria Rosaria Boccia

Il 4 settembre, dal suo profilo Instagram, Boccia lancia altri messaggi e in un post in cui sembra riferirsi al ministro Sangiuliano svela di averci parlato al telefono il 3 settembre. “Te l’ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto questa mattina” scrive la donna. “Sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori: lealtà, rispetto, responsabilità“. Poi l’imprenditrice aggiunge un post scriptum dalla prosa claudicante: “Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e voglio bene“.

In questo contesto Maria Rosaria Boccia non sembra avere più nulla da perdere. La notte del 4 settembre, ricostruisce l’Ansa, ha pubblicato l’audio di una telefonata con un dirigente del ministero della Cultura (Antonio Mazza) registrata all’insaputa del suo interlocutore. L’oggetto della conversazione riguarda contatti già presi con un componente della squadra alle dirette dipendenze del ministro (Alessandro Ferrari). Così come una mail tra gli stessi in cui le si forniscono i contattiper qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale Consigliera del ministro per i grandi eventi“.

Boccia ha inoltre pubblicato sui social una mail della responsabile della segreteria del ministro in cui le si inviano carte di imbarco sua, di Sangiuliano e di una terza persona per viaggi istituzionali. Infine la mail che contiene il programma, con gli orari, per la cerimonia di consegna delle chiavi della città di Pompei. Tutta documentazione ufficiale che, secondo lei, dimostra inequivocabilmente come Sangiuliano l’avesse ‘promossa sul campo’ sua Consigliera ancor prima di nominarla formalmente.

Sangiuliano, i viaggi  le auto blu

Il quotidiano La Stampa, a cui Sangiuliano aveva già scritto per replicare alle accuse di favoritismi e uso del denaro pubblico per pagare le spese di viaggio di Boccia, pubblica nuove affermazioni del ministro. “Non capisco come si possano chiedere le mie dimissioni, non ho fatto nulla di male, né a livello giuridico, né a livello istituzionale” ha affermato il capo del Mibac. Per le trasferte con Maria Rosaria Boccia tra giugno, luglio e agosto, dice, “ho pagato tutto io con la mia carta di credito personale. Pubblico tutto, ricevute ed estratti conto relativi a tutti i posti in cui siamo stati insieme, da Taormina a Polignano, da Sanremo a Milano“.

Solo a Riva Ligureil sindaco ha insistito per pagare tutto lui e siamo stati suoi ospiti“. In alcuni casi, poi, spiega ancora, a saldare l’hotel sono state le società organizzatrici dei vari festival letterari in cui il ministro è stato ospite. Le prenotazioni “non le ha fatte la segreteria del ministero, ma io direttamente dal pc o dall’Ipad“. Per quanto riguarda l’utilizzo dell’auto blu, “che è un’auto con tutela dei carabinieri, che devo usare per ogni spostamento per ragioni di sicurezza, lei ci è salita sempre e solo con me, mai da sola. Sempre per brevi tragitti, magari verso la stazione“.

L’attacco a Salvini e Franceschini

Cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione? E Franceschini con la De Biase, prima che diventasse sua moglie?” dice ancora Sangiuliano con i toni polemici di chi si sente messo all’angolo. Un paragone, scrive La Stampa, che suona come l’ammissione di un rapporto privato tra lui e Maria Rosaria Boccia.

Foto Facebook/Gennaro Sangiuliano

È il motivo per cui abbiamo bloccato la sua nomina come consigliera per i grandi eventi” dice. “Aveva il curriculum e le carte in regola per svolgere quel ruolo, ma quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato, io per primo ho ritenuto di dover fermare tutto. Dovrebbero applaudirmi per questo“.

Escludo – dice ancora Sangiuliano – che abbia ricevuto materiale sensibile o legato ai dispositivi di sicurezza del G7. Le cose che ha pubblicato sui social erano già uscite sui giornali e non hanno carattere di riservatezza. Del resto, la gestione della sicurezza non spetta al ministero della Cultura, ma a quello dell’Interno e, in questo caso, alla prefettura di Napoli“. Nella mail inviata in copi a Boccia dal direttore del Parco archeologico di Pompei non c’è “nulla che metta a rischio la sicurezza (…). Il G7 si farà regolarmente a Napoli e a Pompei e io parteciperò senza imbarazzi. Se faranno domande, risponderò che siamo lì per parlare di cultura e amen“.

Boccia ha materiale compromettente?

Alla domanda se sia sicuro che sui social di Maria Rosaria Boccia non appaia prima o poi qualcosa di compromettente risponde: “Nessun documento sensibile, nessun video. Al massimo qualche foto privata, ma nulla di più o qualche messaggio della chat di WhatsApp con i cuoricini, non c’è altro“. La storia con Boccia, ad avviso del ministro, è già finita: “La cosa si è interrotta e basta, non c’è altro da dire“.

La telecamera negli occhiali

In aggiunta a tutto questo, il Fatto Quotidiano ha pubblicato il 4 settembre un articolo inquietante. Il giornale di Marco Travaglio ipotizza che Boccia abbia filmato l’interno di Montecitorio utilizzando occhiali ‘smart’ in commercio che contengono telecamere. “Nulla di illegale” risponde su Instagram la donna che riporta anche la breve illustrazione del prodotto: “Ray Ban Stories: gli occhiali smart di Facebook che catturano foto, video e funzionano da auricolari. Quando ciò viene fatto si accende un piccolo led bianco disposto vicino alla lente destra“. Si pongono dunque altre questioni: è lecito filmare la Camera dei deputati svelandone pubblicamente gli interni? La Camera dei deputati procederà legalmente contro la ex favorita del ministro della Cultura?