Papa Francesco ha concluso la sua visita a Timor Est con un messaggio profondo di speranza, giustizia e riconciliazione.
Il Timor Este, oggi il secondo Paese più cattolico al mondo dopo il Vaticano, ha accolto con grande entusiasmo Papa Francesco, che ha richiamato l’attenzione su temi di grande rilevanza sociale e religiosa.
Una calorosa accoglienza in Timor Est
Centinaia di migliaia di persone hanno accolto Papa Francesco a Dili, capitale di Timor Est, con bandiere gialle e bianche sotto un sole bruciante. La folla, composta da quasi la metà della popolazione del Paese, ha dimostrato un affetto caloroso verso il Pontefice. Il Santo Padre, emozionato dall’accoglienza, ha esortato i cittadini a mantenere salda la loro fede e a usare il Vangelo come guida per il loro futuro.
Il tema della giustizia e degli abusi
Nel corso della sua omelia, Papa Francesco ha fatto un forte appello alla protezione dei più vulnerabili, in particolare dei giovani. “Il profumo del Vangelo bisogna diffonderlo contro tutto ciò che umilia, deturpa e addirittura distrugge la vita umana – ha esortato il Santo Padre – contro quelle piaghe che generano vuoto interiore e sofferenza come l’alcolismo, la violenza, la mancanza di rispetto per la dignità delle donne. Il Vangelo di Gesù ha la forza di trasformare queste realtà oscure e di generare una società nuova“.
Questa missione, come ha tenuto a precisare Papa Francesco, ha sempre bisogno di: “Sacerdoti, di religiosi e di catechisti appassionati, preparati, creativi“. In questo contesto, il Pontefice ha aggiunto: “In particolare ai sacerdoti vorrei dire: ho appreso che il popolo si rivolge a voi con tanto affetto chiamandovi Amu, che qui è il titolo più importante, significa ‘Signore’. Però, questo non deve farvi sentire superiori al popolo, indurvi nella tentazione della superbia e del potere. Non deve farvi pensare al vostro ministero come un prestigio sociale, agire come capi che schiacciano gli altri, ma che si mettono al servizio di tutti, a partire dai più poveri“.
Il ruolo delle donne e l’importanza della memoria storica
Durante la sua visita, il Papa ha lodato il ruolo delle donne nella società e nella Chiesa, incoraggiando una maggiore partecipazione femminile nei processi decisionali. Ha inoltre ricordato l’importanza della memoria storica per un Paese come Timor Est, che ha attraversato decenni di violenza prima di ottenere l’indipendenza dall’Indonesia. “Hanno combattuto per la libertà e ora devono proteggere la giustizia e la verità“, ha sottolineato il Santo Padre, riferendosi alla necessità di continuare il percorso di riconciliazione e di sviluppo sostenibile.
Al termine della celebrazione eucaristica ha espresso un messaggio anche l’arcivescovo di Díli, il cardinale Virgílio do Carmo da Silva: “Oggi, questo luogo di Taçi Tolu è di nuovo l’epicentro di un evento storico per il popolo timorese“. Ricordando come la visita del Papa San Giovanni Paolo II aveva segnato “il passo decisivo per il nostro processo di autodeterminazione“, riferendosi alla conquista dell”indipendenza, la presenza oggi di Papa Francesco rappresenta: “Un passo fondamentale nel processo di costruzione del Paese, della sua identità e cultura“.