Il raduno di Pontida, storica roccaforte della Lega, si è tenuto il 6 ottobre 2024 e ha visto il leader del partito, Matteo Salvini, riaffermare con forza i suoi obiettivi politici. Con al suo fianco il premier ungherese Viktor Orbán e l’olandese Geert Wilders, Salvini ha dichiarato l’inizio di una “Santa Alleanza” dei patrioti europei contro l’immigrazione e l’estremismo islamico. “L’unico estremismo è quello islamico” ha tuonato Salvini dal palco con toni da crociata medievale.
La nuova alleanza sovranista
Durante il raduno, Salvini ha annunciato la nascita di un’alleanza sovranista internazionale per difendere i confini dell’Europa dall’immigrazione incontrollata e dal terrorismo. Orbán, grande sostenitore delle politiche di chiusura delle frontiere, ha elogiato Salvini definendolo un “eroe europeo” in riferimento alle sue azioni contro le ong che salvano da morte certa i migranti nel Mediterraneo. Salvini, infatti, è attualmente sotto processo per il caso Open Arms risalente al 2019. Il leader della Lega, allora ministro dell’Interno, impedì a lungo lo sbarco di 147 migranti salvati da naufragio sulle coste siciliane. Ma per il vicepremier del Governo Meloni, così come per Orbán, “difendere i confini non è un crimine, ma un atto di patriottismo“.
“Tassare i banchieri, non gli operai”
Un altro tema cruciale è stato quello della cittadinanza. Sul palco è intervenuto anche il generale eurodeputato Roberto Vannacci. La cittadinanza italiana “non si regala” ha sottolineato riferendosi al clamoroso successo della raccolta firme per l’indizione di un referendum che dimezzi i tempi di attesa.
Non è mancato, poi, un attacco alla classe dirigente e finanziaria. Salvini ha proposto di aumentare le tasse ai banchieri e ai grandi gruppi finanziari, escludendo però gli operai e le piccole imprese dai nuovi carichi fiscali. Il punto è infatti che nell’ambito della manovra di bilancio 2025, da approvare entro l’autunno, potrebbe emerge la necessità di nuove tasse.
Salvini e le offese a Tajani
Il raduno di Pontida non poteva concludersi senza un accenno all’autonomia. Salvini ha ribadito che, dopo trent’anni di lotte, l’autonomia regionale è diventata finalmente una realtà grazie al suo impegno politico. “Indietro non si torna” ha dichiarato con determinazione, ricordando che questo traguardo rappresenta uno dei successi più significativi della sua carriera politica.
Il raduno leghista di Pontida non è stato esente da polemiche all’interno della stessa maggioranza di Governo. Alcuni giovani militanti leghisti hanno intonato cori offensivi contro il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani – con tanto di striscione “Tajani scafista” – accusandolo di tradimento. Il tutto perché Forza Italia sostiene lo ius scholae, una legge che faciliterebbe la cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia. Salvini ha immediatamente preso le distanze da questi episodi, chiedendo scusa a nome del partito e ribadendo che Tajani resta un alleato della Lega nel governo.
Il raduno di Pontida si è concluso con un successo mediatico per Salvini e la Lega. La partecipazione di leader come Orbán e Wilders ha rafforzato il messaggio di un’Europa che, secondo Salvini, deve difendersi dalle minacce esterne e riscoprire le proprie radici cristiane e patriottiche. Certo, si tratta di leader – Orbán, Wilders e lo stesso Salvini – che si collocano al limite dell’antieuropeismo, simboli essi stessi di nazionalismo e sovranismo. Non è chiaro, dunque quale e quanto spazio politico potranno avere fra Bruxelles e Strasburgo.