La vicenda della Regal Rexnord, azienda americana specializzata nella produzione di componenti industriali, ha scosso il piccolo comune di Masi Torello, in provincia di Ferrara. Nella mattinata del 7 ottobre, 77 operai hanno ricevuto la comunicazione del licenziamento attraverso una PEC, un messaggio di posta elettronica certificata che ha sancito la fine del loro rapporto di lavoro e l’annuncio della delocalizzazione dell’attività produttiva in India e Cina.
Regal, la reazione dei lavoratori
Nonostante fossero già in uno stato di agitazione a causa di segnali preoccupanti che si erano accumulati negli ultimi mesi, i lavoratori non si aspettavano una decisione così drastica e immediata. Alle 8:05 del mattino, il messaggio via PEC ha lasciato i dipendenti sbalorditi e frustrati. La notizia del trasferimento della produzione ha generato un clima di incredulità e amarezza. Molti di loro hanno espresso il proprio disappunto, denunciando la mancanza di trasparenza da parte dell’azienda. Un operaio, intervistato dai media locali, ha dichiarato: “Non ci hanno dato alcuna possibilità di discuterne. Ci hanno semplicemente inviato una mail e ora siamo senza lavoro. È una situazione assurda.”
Motivi economici e trasferimento all’estero
La decisione di Regal Rexnord di trasferire la produzione in India e Cina è stata giustificata dalla necessità di ridurre i costi operativi e migliorare l’efficienza della catena di fornitura. Questo fenomeno di delocalizzazione non è nuovo nel panorama industriale italiano, dove sempre più imprese spostano la produzione verso Paesi con manodopera a basso costo e in regime di sostanziale sfruttamento. L’impatto di queste scelte è ogni volta devastante per i territori locali. E soprattutto per migliaia di persone e famiglie che dipendono dalle attività produttive.
Secondo i sindacati, questa decisione colpirà duramente non solo i lavoratori coinvolti, ma anche l’intera economia della zona. I 77 licenziamenti rappresentano infatti una perdita significativa per un piccolo comune come Masi Torello, dove il lavoro in fabbrica era uno dei pilastri principali.
La mobilitazione sindacale
I sindacati hanno immediatamente proclamato uno stato di agitazione e organizzato un presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento. I rappresentanti sindacali hanno dichiarato che faranno tutto il possibile per difendere i diritti dei lavoratori e cercare di aprire un canale di dialogo con l’azienda.
In un comunicato, la CGIL di Ferrara ha affermato: “Questa è una decisione cinica e inaccettabile. L’azienda ha deciso di sacrificare decine di famiglie per inseguire il profitto. Chiediamo al Governo di intervenire per proteggere i lavoratori italiani da questa ondata di delocalizzazioni.” Le proteste non si fermano, con i lavoratori che esprimono preoccupazione anche per il futuro degli impianti e per le prospettive di reimpiego.
Impatti sociali e futuri scenari
La chiusura della Regal Rexnord a Masi Torello rappresenta solo l’ultimo caso di una lunga serie di crisi industriali che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni. Il fenomeno della delocalizzazione non solo impoverisce il tessuto produttivo del paese, ma genera anche profondi impatti sociali.
Molti dei lavoratori licenziati potrebbero non riuscire a trovare una nuova occupazione in tempi brevi, con un conseguente senso di incertezza e frustrazione. Oltre al danno economico, la perdita di posti di lavoro rappresenta un colpo emotivo per le famiglie e la comunità di Masi Torello, che si ritrova a dover affrontare un futuro incerto. Le istituzioni locali stanno cercando di mobilitarsi per offrire sostegno ai lavoratori colpiti, ma il percorso si annuncia lungo e difficile.