Altissima la tensione fra la Corea del Nord e la Corea del sud. Dopo che Pyongyang in queste ore, come affermano fonti di Seoul, ha fatto saltare alcuni tratti di strade che la collegano alla Corea del Sud. Distruggendo alcune aree sul lato nord della linea di demarcazione.

Lancio missile in Corea del Nord/ FOTO ANSA

La tensione fra Seoul e Pyongyang dunque è tornata alle stelle ma stavolta potrebbe non essere soltanto un fuoco di paglia. I media di Pyongyang fanno sapere che il leader nordcoreano, Kim Jong Un, ha convocato una riunione di sicurezza. Dopo che la Corea del Sud in risposta all’esplosioni, ha aperto il fuoco contro i soldati della nordcoreani al confine. La scorsa settimana Pyongyang aveva annunciato l’intenzione di tagliare tutti i collegamenti, stradali e ferroviari, con la Corea del Sud. Affermando di voler tutelare così la sicurezza nazionale. Ma adesso la situazione è molto più complicata. Dietro questa pericolosa escalation infatti  si nascondono anche le attuali tensioni fra USA e Russia in Ucraina, nonché la guerra fredda 2.0 di Washington con la Cina. Dove Kim Jong Un non sta assumendo un ruolo secondario.

La Corea del Nord fa saltare le strade: Seoul risponde con spari ai soldati nordcoreani

Come affermato da Papa Francesco, siamo difronte ad una “guerra mondiale a pezzi”. E in effetti la guerra indiretta fra USA e Russia, nonché quella da sfondo fra Washington e Pechino, stanno sconvolgendo gli equilibri geopolitici in più regioni del globo. Nel continente asiatico tra le faglie più a rischio, a parte l’isola di Taiwan, vi è la rivalità fra le due coree. Che da 2 anni, con l’insediamento del nuovo governo a Seoul, è entrata in una nuova pericolosa fase. Dopo vari battibecchi e sgarbi reciproci infatti, è accaduto qualcosa di concretamente e potenzialmente pericoloso. In queste ore i militari nordcoreani hanno effettuato detonazioni, interrompendo le strade Gyeongui e Donghae. “E stanno portando avanti altre attività con l’impiego di equipaggiamento pesante” ha fatto sapere Seoul. Che per rispondere a questa decisione di Pyongyang, ha sparato dei colpi sulla linea di demarcazione verso l’esercito nordcoreano.

Presidente nordcoreano Kim Jon Un/ FOTO ANSA

La scorsa settimana la Corea del Nord aveva accusato Seul per l’invio di droni verso Pyongyang, per tre volte in una settimana. Kim Yo Jong, la sorella di Kim, aveva poi messo in guardia da un «orribile disastro» nel caso fossero stati rilevati altri droni. Ma adesso dopo la sparatoria di Seoul in risposta alle esplosioni portate avanti dalla Corea del Nord, si teme la successiva reazione di Kim. Il leader nordcoreano ha convocato un vertice di alto livello sulla sicurezza nazionale per esaminare e dirigere un piano di «azione militare immediata» nella disputa con Seul. Ma ciò che preoccupa e che a fare da sfondo a questa escalation della tensione, vi sarebbero in ballo anche altri interessi.

Collaborazione Kim-Putin nella guerra in Ucraina e la reazione della Cina

La Corea nel Nord è da tempo accusata di collaborare con la Russia nella guerra in Ucraina. Inviando migliaia di munizioni, essenziali per la guerra di trincea. Ma sopratutto, come confermano fonti dell’intelligence ucraina, da mesi si parla di una presenza di truppe nordcoreane nella regione ucraina del Donetsk. Che si troverebbero li per dare supporto logistico e tecnico ai soldati russi, in cambio di un addestramento militare. Non ci sono dubbi quindi sull’esistenza di una strettissima collaborazione oggi fra Kim e Putin. E questo non passa inosservato dall’altra parte della linea di demarcazione. Dove dal 2022, con l’arrivo al potere di Yoon Sul Yeol, Seoul ha consolidato la propria alleanza con gli USA. Svolgendo regolarmente ormai insieme anche al Giappone, esercitazioni militari congiunte. Che Pyongyang percepisce come prove generali di un invasione del Nord.

Corea del Nord/ FOTO ANSA

L’esercito del Sud adesso sta «rafforzando la sorveglianza e l’atteggiamento di allerta».  Ma se la situazione degenerasse sarebbe quasi impossibile non prevedere anche una diretta reazione della Cina, che vedrebbe un conflitto proprio sull’uscio di casa. A scontrarsi insomma nella penisola coreana come a Gaza e in Ucraina,  non sarebbero solo i due Paesi direttamente interessati. Ma trascinerebbero con sé una serie di conseguenze a catena. E il mondo in questo momento non può assolutamente permettersi lo scoppio di un terzo fronte di guerra. Certamente non è un caso che queste guerre per procura o focolai, stiano scoppiando uno dopo l’altro con una velocità mai vista prima. Lo scontro degli USA con Russia e Cina, è l’evidente filo conduttore.