Gabriele Muccino presenta alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma il suo nuovo lavoro cinematografico: Fino alla Fine. VelvetMAG ha raccolto le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti del cast e del regista presenti in Conferenza Stampa.
In vacanza con la sorella, la ventenne americana Sophie si appresta a trascorrere la sua ultima giornata a Palermo prima di ripartire per la California. L’incontro con Giulio e col suo gruppo di amici, però, finisce per coinvolgerla in una vicenda troppo grande per lei. E forse le cambierà per sempre l’esistenza. Sceneggiatore con Paolo Costella, Gabriele Muccino torna al cinema con un action movie stratificato. Thriller, storia d’amore, racconto di sopravvivenza e redenzione. Ambientato nell’arco di ventiquattro ore, il film è anche una riflessione sul ruolo del destino, sul passaggio all’età adulta e sul peso delle scelte, e conta su un cast internazionale guidato dalla protagonista Elena Kamporius. Nel cast anche Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli.
Gabriele Muccino
Come sono nati questi personaggi?
I personaggi sono nati in un modo molto organico. Da tempo volevo raccontare la storia di una donna che sorreggesse l’intera storia, mettendo insieme un po’ di elementi a partire dalle mie ispirazioni come Fuori Orario di Martin Scorsese. Film quest’ultimo che mi ha dato l’idea di un film che, in poche ore, stravolgesse la vita di un personaggio. In Fino alla Fine, la ragazza di provincia americana si trasforma, nell’arco di 24 ore. Tuffandosi verso lo scoglio si lascia il passato alle spalle e comincia a prendere scelte sempre rischiose, perché quello che le è mancato davvero è la vita. E questo la porta a vivere questo ultimo giorno di vacanza, d’amore e di passione in maniera assoluta. Talmente assoluta, da palleggiare quasi con l’autodistruzione. I primi venti minuti del film promettono qualcosa per poi trasformarsi in tutt’altro.
Si tratta di un film sulle giovani generazioni?
Non è un film che descrive i ragazzi di oggi, sarebbe una sottrazione e distorsione. Della loro età, certamente, loro portano l’impeto, ma il film ha delle dinamiche universali che non hanno un’età, tutto ha a che fare con l’umana natura. Ovvero, il fatto che ci sia una linea invisibile tra giusto e sbagliato, tra bene e male, che è molto facile da attraversare e trovarsi dall’altro lato è molto più naturale di quanto non pensiamo.
E rispetto alla scelta del genere?
Io ho sempre scelto film ‘pericolosi’ o che mi permettessero di sbagliare. E questo è un film che l’adrenalina non la simula, ma la vive.
Elena Kamporius è la protagonista nel film di Gabriele Muccino
Come è stato entrare nei panni della protagonista?
Era così facile empatizzare con Sophie, perché penso che tutti hanno questa voglia di vivere al massimo, di lasciarsi andare. Sophie ha una vita molto limitata e senza gioie, quindi l’incontro con Giulio è la luce per lei. Io nella mia vita sono più cauta e più reticente, forse per questo ho totalmente empatizzato con la sua voglia di vivere al massimo.
Enrico Inserra
Quale caratteristiche emergono nell’aver interpretato questo film?
La cosa su cui vorrei soffermarmi è il fatto che abbiamo girato questo film in maniera bordeline. E questa dimensione di rischio credo sia stata la spinta necessaria per renderlo verosimile. Questo dipende da come è stato scritto, da come è stato girato ed interpretato. Lavorare con Gabriele Muccino è molto intenso, perché lui ti da tutto e quindi anche tu ti senti di dover dare tutto a lui.
Francesco Garilli
Come è stato prendere parte al film?
Per me è stata un’avventura, perché questo è il mio esordio e sicuramente questa voglia di fare esperienze fuori dal comune e di buttarsi l’ho vissuta anche io come persona e non solo come personaggio.
Lorenzo Richelmy
Qual è il messaggio di questo film?
Non è un film generazionale, quello che racconta il film, e quindi le scelte che facciamo, è un discorso che si può estendere a tutti e a tutte le età. La necessità di trovare in sé stessi la possibilità di assecondare scelte che rispecchino i desideri, ma che allo stesso tempo portino una visione diversa del mondo, è una liberà a cui ci stiamo legando un po’ tutti. Il film tratta anche di questo: quanto siamo veramente liberi? Il messaggio del film è extragenerazionale in quanto chiede a tutti di sentirsi padrone delle proprie vite.
Saul Nanni
Cosa racconta questo film?
Questo film vuole parlare della libertà di poter scegliere ed è un film che vuole affrontare tutte le sfaccettature dell’umanità con una vastissima gamma di emozioni. Ed io ho sempre avuto l’idea che il gruppo possa innescare qualcosa nel singolo, nell’altro. È un film sulle scelte e su come la vita sia la conseguenza delle scelte che facciamo.