Luca Zingaretti, porta sul grande schermo e in anteprima alla Festa del Cinema di Roma La casa degli sguardi. L’attore, per la prima volta autore e regista di un film, si ispira al romanzo omonimo di Daniele Mencarelli.

Presentato in anteprima alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma, La casa degli sguardi vede l’esordio come autore e regista di Luca Zingaretti. Ispirato al romanzo omonimo di Daniele Mencarelli, è una storia che affronta il dolore e ne restituisce una versione alternativa, non come negatività assoluta, ma come strumento per raggiungere una felicità possibile e forse inaspettata o, persino, evitata. Nel cast, oltre allo stesso Luca Zingaretti, Gianmarco Franchini, Federico Tocci, Chiara Celotto, Alessio Moneta, Riccardo Lai, Marco Felli, Cristian Di Sante e Filippo Tirabassi. VelvetMAG ha ascoltato le riflessioni dei protagonisti presenti alla Conferenza Stampa ufficiale.

Cast La casa degli sguardi di Luca Zingaretti @Foto Crediti Duccio Giordano – VelvetMag

Sinossi de La casa degli sguardi di Luca Zingaretti

Marco (Gianmarco Franchini) è un ventenne che possiede la grande capacità di entrare in sintonia con il dolore del mondo. Il ragazzo custodisce il sogno di diventare poeta, ma si sente bloccato da un disagio a cui non riesce a dare un nome, ma che sempre più spesso lo spinge verso l’abuso di alcol. È in fuga dal dolore ma soprattutto da sé stesso. Finalmente qualcuno riesce a scuoterlo dal suo torpore. Infatti, il ragazzo viene assunto da cooperativa che si occupa di pulizie all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Con i suoi colleghi, Marco impara cos’è la vita vera. E al padre (Luca Zingaretti), onesto ma a volte incapace di comprenderlo, si aggiungerà un’altra figura molto importante, un ‘secondo padre’ interpretato da Federico Tocci, che sarà in grado di scuotere il ragazzo.

Ispirandosi la romanzo di Daniele Mencarelli, Zingaretti trova l’immediatezza e la sincerità per raccontare diverse generazioni accomunate dal desiderio di non mollare, nonostante tutto. Come spiega il regista in una nota: “Il mio film è una casa di tanti sguardi che ho visto, sostenuto, evitato, adorato, temuto, sperato“.

Luca Zingaretti

Come descriveresti questo tuo esordio al cinema?
Io non ho mai deciso di voler fare una regia, è un desiderio che è nato parecchi anni fa. La mia storia nasce come attore teatrale e lì l’attore decide quando fare una pausa o, comunque, il ritmo da dare all’interpretazione. Nel cinema è un po’ diverso. Negli anni ho iniziato a vedere le cose in maniera diversa, anche grazie a tanti registi che mi chiedevano la collaborazione. Fino a che ad un certo punto ho incontrato la storia di Daniele Mencarelli e lì mi si è acceso un vero motivo. Questa storia, infatti, racconta delle cose che mi appartengono, perché contiene la possibilità di fare un discorso più ampio su dei temi che mi stanno a cuore.

Luca Zingaretti @Foto Crediti Duccio Giordano – VelvetMag

Gianmarco Franchini

Com’è stato l’incontro con il personaggio?
L’incontro con il personaggio è stato bellissimo. Mi ero già appassionato a lui quando avevo letto il provino, poi ho letto il libro e la passione è aumentata. Poi ho scoperto di essere io il ragazzo che avrebbe interpretato il personaggio e in quel momento, oltre alla passione, si è insinuato in me un senso di inquietudine e paura perché Marco ha talmente tanto dentro, un modo di pensare tutto suo, un modo di vedere la vita, un modo di sentire le emozioni che ha la pelle talmente sottile che basta un fiore a bucargliela. E quindi sentire a livello viscerale quello che lui sente è stato bellissimo e faticoso, perché andava in luoghi molto bui, ma anche in luoghi molto bianchi. Io l’ho visto come qualcuno da proteggere, con una sensibilità diversa e particolare.

Luca Zingaretti

Cosa ti ha colpito di questa storia?
La storia mi ha colpito perché racconta la rinascita di una persona e la sua straordinaria capacità di rialzarsi, di rimettersi in piedi e di avviarsi verso quella piccola luce che sembra l’uscita del tunnel. Non solo, narra la straordinaria capacità della vita di sorprenderci sempre. Raccontare tutta quelle serie di dinamiche legate al dolore e al rapporto con esso. In una società come la nostra, dove tutto è legato alla prestazione, non ci lasciamo neanche più il tempo per ‘stare‘, dimenticando che il dolore ha una capacità straordinaria che è quella della catarsi. Gioia e dolore fanno parte della stessa materia della vita. E il dolore non si deve evitare, si deve accogliere, perché bisogna riacquistare la nostra capacità, ormai quasi perduta, di ‘stare’ nelle cose e non di fuggirne.

Cast de La casa degli sguardi di Luca Zingaretti @Foto Crediti Duccio Giordano – VelvetMag