Sono oltre 12 milioni gli italiani chiamati al voto per le elezioni amministrative di domenica 3 e lunedì 4 ottobre.
Al voto in 6 capoluoghi di Regione
Urne aperte in 1349 Comuni dalle 7 alle 23 (lunedì dalle 7 alle 15). Fra essi 6 capoluoghi di Regione: Roma, Milano, Bologna, Napoli, Trieste e Torino. Il Comune più piccolo è Morterone Lecco), 34 abitanti; la città più popolosa è Roma, con oltre 2,3 milioni di aventi diritto. Esordio elettorale per Miliscemi, comune istituito nel 2021 a seguito della fusione di otto frazioni distaccate dalla città di Trapani.
Elezioni per la Calabria
In Calabria elezioni regionali anticipate: si voterà anche per eleggere il governatore, a seguito della prematura scomparsa di Jole Santelli. Si rinnoveranno inoltre i Consigli comunali di 14 capoluoghi di provincia, fra cui Caserta, Grosseto Novara e Rimini. L’eventuale secondo turno, come previsto dalla legge, si terrà a due settimane di distanza, il 17 e 18 ottobre, negli stessi orari.
Cosa serve per votare
Per esprimere la preferenza, sarà necessario presentarsi al seggio elettorale muniti di documento d’identità e di tessera elettorale. Per accedere al seggio non è obbligatorio il Green Pass, ma bisognerà comunque rispettare alcune norme anti Covid. Significa indossare la mascherina, igienizzare le mani, evitare assembramenti. E, naturalmente, non recarsi al seggio se la temperatura corporea supera i 37,5° o se si è in quarantena.
Il sistema elettorale
Le regole per le elezioni sono diverse tra i Comuni con più di 15mila abitanti e quelli con una popolazione inferiore. Il sistema è maggioritario, ma a doppio turno nei primi e a turno unico nei secondi. Nelle città con più di 15mila abitanti, vince al primo turno il candidato/a che ottiene il 50% più uno dei consensi. In caso contrario scatta il ballottaggio tra i due più votati. Nei comuni con meno di 15mila abitanti basta ottenere più preferenze degli altri candidati: non è necessaria la maggioranza assoluta.
Elezioni, il voto disgiunto
Ciascun elettore può esprimere la propria preferenza sbarrando il nome del candidato o della candidata. In questo caso il voto andrà esclusivamente a lui o a lei. Se invece si sbarra il simbolo di una lista, la preferenza va anche al candidato appoggiato da quel partito. Nei comuni con più di 15mila abitanti è consentito il voto disgiunto. Si può, cioè, esprimere la propria preferenza per un candidato, e al tempo stesso, per una lista che ne sostiene un altro. Un elemento, questo, che potrebbe avere un peso non indifferente nelle città più in bilico, come Roma.
Preferenze e sbarramento
È possibile esprimere fino a un massimo di due preferenze per i candidati al Consiglio comunale. A condizione, però, di rispettare il criterio del genere diverso. Una per un uomo e una per una donna. Se i due voti andranno a candidati dello stesso genere, la preferenza sarà nulla. Nei comuni maggiori è prevista inoltre una soglia di sbarramento del 3% per l’ingresso in Consiglio comunale. Per le liste collegate al nuovo sindaco scatta un premio di maggioranza del 60% dei seggi.
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