Nella cornice festivaliana della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, sul Red Carpet è il turno di Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, all’esordio con la sua prima serie animata. Strappare lungo i bordi, che il fumettista ha scritto e diretto si compone di sei episodi da circa 15 minuti ciascuno. Oggi sono stati proiettati in esclusiva per il pubblico della kermesse i primi due. L’intera serie debutterà su Netflix il 17 novembre prossimo. Zerocalcare rimane nella sua dimensione, ma, invece di leggere il suo universo, questa volta lo vediamo e lo ascoltiamo. I suoi fumetti prendono dinamicità e la narrativa si anima con Sarah, Secco, e la sua pungente e cinica coscienza; ovvero l’Armadillo doppiato da Valerio Mastrandrea.
“Lui incarna la figura dell’Armadillo nella mia vita. La mia coscienza non potevo farla io, ma nel momento in cui ho sentito la sua voce ho pensato subito fosse perfetto” ha dichiarato Zerocalcare in conferenza stampa. L’idea di riformulare il suo vignettato trasformandolo in animazione è stata un’idea ponderata, già da qualche anno, dettata dalla voglia di comunicare in modo diretto il contenuto dei suoi disegni. Dunque, in Strappare lungo i bordi le vignette escono dalla loro area e si animano. Dal bianco e nero dei suoi fumetti prendono colore le storie e i personaggi sulla pellicola prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing.
Zerocalcare, una serie universale
L’andamento di una società vittima della mente malsana, tra le righe di Zerocalcare si racconta per mezzo di un linguaggio verace. Un’impalcatura ironica attorno al tema dolente, ma allo stesso tempo dal respiro universale. “Mi sono sempre chiesto quali fossero i miei lettori. Io credo che il comune denominatore del mio pubblico sia quello di essere un po’ impicciati. Sono coloro che hanno vissuto l’inadeguatezza e l’insicurezza, ovviamente declinato in momenti diversi a seconda della loro età, classe sociale e della provenienza geografica. Entrano in sintonia con quello che racconto”.
In questa serie un altro aspetto potente che predomina nella narrazione sono le musiche. La colonna sonora e la sigla portano la firma di Giancane spiega Zerocalcare rivelando la sua spiccata versatilità musicale e il perché abbia scelto Ron per render melodia uno dei momenti più melensi della serie: “Poi da ‘boomer’ ci ho inserito roba punk, i Band of Horses, Billy Idol, Tiziano Ferro, Manu Chao. Un cantautore italiano ci ha ‘pisciato’, volevo una cosa melensa da viaggio in auto con i genitori e al suo posto abbiamo trovato Ron, con ‘Non abbiam bisogno di parole’”.
LEGGI ANCHE: Festa del Cinema di Roma, con “Anima bella” si racconta l’Italia rurale e l’amore incondizionato di una figlia