Oggi 23 ottobre, in occasione del 101esimo anniversario dalla nascita di Gianni Rodari, la sua città ha deciso di intitolargli un museo. Il grande scrittore per bambini avrà quindi nella città in cui è nato, Omegna, il primo Museo Rodari. E’ previsto un grande evento di inaugurazione per festeggiare il concittadino più famoso. Un omaggio dedicato alla vita con dettagli inediti e alla poetica dell’unico scrittore italiano vincitore nel 1970 del Premio Hans Christian Andersen.
“Le fiabe sono alleate dell’utopia, non della conservazione. E perciò […] noi le difendiamo: perché crediamo nel valore educativo dell’utopia“. Sosteneva appunto Rodari, considerato fra i maggiori teorici dell’inventare storie e insieme interprete del fantastico. Soprattutto grazie alla Grammatica della fantasia, che è considerata la sua opera più importante, scritta nel 1973. L’inaugurazione del Museo Rodari avverrà nell’ambito del Festival della Letteratura per ragazzi a lui dedicato, giunto quest’anno alla sua ottava edizione. La città quindi mostra con diverse manifestazioni culturali il suo legame con lo scrittore, che in quella città a nord del lago D’Orta ha trascorso molti anni.
L’inaugurazione del Museo Rodari ad Omegna: un posto caro per lo scrittore
La città di Omegna (in provincia di Verbano Cusio Ossola), che gli ha dato i natali, ha deciso di puntare per quello che è un progetto unico in tutta Europa, essendo il primo dedicato al celebre scrittore per ragazzi. Il primo vero tributo della città al suo più illustre concittadino e allo stesso tempo la creazione di un servizio culturale vivo e accessibile.
Grazie all’aiuto delle più moderne tecnologie, il museo offrirà un percorso inedito sulla vita e la poetica dello scrittore per ragazzi. Come riportato dal Corriere della Sera, il sindaco Paolo Marchioni e l’assessore alla cultura Sara Rubinelli hanno espresso l’augurio che “nel percorrere gli spazi del Museo Rodari si scoprano o si riscoprano concetti e strumenti per rafforzare la nostra intelligenza emotiva e sociale. Perché il raggiungere gli ideali non è obbiettivo per singoli cavalieri, ma un gioco di squadra dove ognuno di noi può fare la sua mossa, piccola, ma importante…“.
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