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(Bi)llary Clinton, la “co-Presidente” Usa più importante di sempre

Compie oggi 74 anni Hillary Rodham Clinton, la prima donna, già Segretario di Stato, a sfiorare la presidenza degli Stati Uniti 5 anni fa

Quasi trent’anni fa in America, nel corso della campagna elettorale del ticket Clinton-Gore, l’uomo che poi vincerà le presidenziali, divenendo a soli 46 anni uno dei più giovani Commander-in-chief della storia degli Stati Uniti, conia una battuta di spirito che in realtà non è tale. Votare per lui, dichiara, significa prendere “due al prezzo di uno“. Si riferisce a sé stesso, ma non anche ad Al Gore, il futuro vicepresidente, bensì a sua moglie, Hillary Rodham Clinton. Credendo di ironizzare sulla coppia presidenziale, alcuni oppositori di Bill Clinton cominciano a riferirsi a lui e alla consorte come ai “co-Presidenti“, ovvero a “Billary“.

Prima donna al Rose Law Firm

Di fatto centrano la questione. La nuova first lady non è come le precedenti. Farà carriera, e parecchia, anche per un motivo molto semplice: carriera, e parecchia, l’ha già fatta. È infatti non soltanto la prima first lady laureata, ma anche la prima ad avere alla spalle una storia professionale di successo, come avvocata e docente di diritto penale. È stata la prima donna a essere ammessa come socio nel Rose Law Firm, uno degli studi legali più antichi di tutti gli Stati Uniti, a parte la circostanza che sia poi divenuta membro dei Consigli d’amministrazione di multinazionali come Walmart e Lafarge.

Hillary, first lady in stile “Eleanor

Oggi 26 ottobre Hillary Clinton compie 74 anni e può guardare dall’alto quegli uomini che si affrettarono a ironizzare su di lei e sul marito, e che invece la temevano. Facevano bene, va però sottolineato. Adesso, infatti, molti osservatori, se non tutti, considerano la Clinton, retrospettivamente, come la più influente first lady d’America dopo Eleanor Roosevelt. Capace, fra l’altro, di sopportare, resistere e reagire al dolore dei plurimi tradimenti del marito. Soprattutto a fine anni ’90 quando esplode il caso Monica Lewinsky. “Bill e io abbiamo iniziato un discorso nella primavera del 1971 – scrive Hillary nel libro Living Historye più di trenta anni dopo non lo abbiamo ancora terminato“.

Hillary Clinton Bill Biden
Foto Instagram @hillaryclinton / Jimmy May/AP

L’incontro con Martin Luther King

Fermiamoci un attimo, però. Rodham Clinton ‘solo’ first lady? Eh no. Il punto è proprio questo. La sua carriera politica, oltreché di giurista, è cominciata in giovanissima età, già negli anni Sessanta. Un periodo che effervescente è dire poco, e male, se si pensa alle nuova frontiera di Kennedy, ai movimenti per i diritti civili, alle trasformazioni profonde di una società, quella americana, che alla fine di quel decennio avrebbe visto i propri astronauti sbarcare sulla Luna. La stessa Hillary Rodham, adolescente, conosce personalmente Martin Luther King, nel 1962, e, provenendo da una famiglia conservatrice, comincia a spostarsi sulle posizioni progressiste del Partito Democratico.

Senatrice e Segretario di Stato

Dopo il suo periodo da first lady (1993-2001), presta servizio per 8 anni come senatrice dello Stato di New York (2001-2009). Nel 2008 è sconfitta alle elezioni primarie del suo partito dal senatore Barack Obama, ma ottiene il maggior numero di suffragi popolari – quasi 18 milioni – nella storia delle primarie statunitensi. Nel corso del primo mandato di Obama come Presidente, Hillary Clinton svolge il ruolo di Segretario di Stato, quindi guida della politica estera e capo della diplomazia americana.

Hillary contro Trump

Di appena 5 anni fa la scalata al cielo. Hillary Clinton sogna la presidenza. Nel 2016 si presenta nuovamente alle primarie democratiche questa volta vincendole e candidandosi alle presidenziali. È la prima donna a correre per diventare Presidente degli Usa in rappresentanza di uno dei due maggiori partiti politici, e la terza in assoluto dopo Tonie Nathan e Victoria Woodhull. Pur vincendo il voto popolare nazionale, non conquista i grandi elettori necessari e perde la Presidenza contro il candidato del Partito Repubblicano, Donald Trump. Lo stesso che lei oggi accusa di essere all’origine di quella che per gli Usa “è una situazione terribile“. Una “situazione – ha detto nei giorni scorsi a Massimo Gaggi del Corriere della Sera – di seria minaccia alle istituzioni, allo Stato di diritto e anche alla democrazia“. Il suo thriller politico Stato di terrore, scritto a quattro mani con Louise Penny, ha già fatto eco in tutto il mondo nei primi giorni in cui esce nelle librerie. È l’opera romanzata in cui si condensa un pezzo di vita dell’attuale rettrice della Queen’s University di Belfast, nell’Irlanda del Nord: Hillary Rodham Clinton.

Hillary Clinton Rettrice Università Belfast
Hillary Clinton rettrice a Belfast. Foto Instagram @hillaryclinton / Andrew Towe/Queen’s University

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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